16 Aprile 2024
EDITORIALE

La scomparsa dei comunisti e la eclatante vittoria di Berlusconi chiudono un ciclo ed iniziano la «Terza Repubblica»?

di MARIO ALIZZI

 

Silvio Barlusconi ha raggiunto la sua più importante meta politica dal 1994 ad oggi: far scomparire, finalmente, la forza comunista dal Parlamento, la semplificazione del quadro politico con la forte riduzione dei partiti ed ottenere una vittoria così chiara da permettergli di agire con la maggior libertà possibile senza le redini tirate e volubili comportamenti dei suoi stessi alleati, come, del resto, soprattutto negli ultimi tempi, lo stesso Berlusconi ha, significativamente, più volte ricordato. I comunisti di ogni risma, palesi ed occulti, presenti in tutti gli organi vitali e periferici dello Stato, sin dal quel lontano 1994, avevano ben capito la portata e le reali conseguenze che avrebbero potuto causare, compresa la perdita della loro supremazia ufficiale e non, e per questo, lo lottarono con tutte le armi ed elementi di cui, direttamente ed indirettamente, avevano a completa disposizione, non esclusa una parte, pur minoritaria, ma potentemente attiva, di una certa magistratura, spalleggiata dalla maggiorparte delle grandi testate giornalistiche italiane, sapientemente supportata da una ampia fetta del mondo dello spettacolo e giornalismo raùdiotelevisivo, nei decenni precedenti, occupati dalla Sinistra. Anche una parte non di sinistra, per vari motivi, d’interesse personali ed altro, si unì al tentativo di «impiccare» Berlusconi, demonizzandolo in ogni modo ed occasione, come primo ed assoluto obiettivo da abbattere!

Tutte queste variegate forze antiberlusconiane, offuscate dall’invidia sociale, personale e timori di perdere privilegi consolidati da tempo, si sono così allontanate sempre più dalla realtà e problemi della gente e, quindi, è aumentata la diffidenza dei cittadini verso la politica e le istituzioni, e di più, la distanza tra il Paese «ufficiale» e quello, appunto, reale, quotidiano, paradossalmente dirottando la effettiva attenzione della stragrande maggioranza degli Italiani sempre più verso Berlusconi, parallelamente all’insistere con gli attacchi, accuse, ingiurie ed altro di ogni genere ed occasioni nei suoi confronti.

Silvio Berlusconi, anche quando ha, ufficialmente, perso, di fatto, aveva vinto, ottenendo più voti, ma furono eventi, diciamo, esterni ad «affossarlo» come, del resto, solo oggi, improvvisamente, molti «tuttologi», pur a denti stretti e per giustificare le loro fallite «intuizioni, studi, analisi» e posizioni, personali, ammettono!

Alla fine, con costanza e convincimento, nonostante tutte le opposizioni e contrapposizioni, processi penali, centinaia di perquisizioni ed altro, non hanno potuto impedire questa grande vittoria politica, strategica e personale del tanto vi-tuperato, beffeggiato e banalizzato Silvio Berlusconi da svariati sapientoni, registi, studiosi di tutto e di niente, opinionisti, satirici e comici, «autoproclamatisi detentori della cultura, verità assoluta e della superiorità morale»

Le elezioni del 13 aprile, con la strepitosa maggioranza a valanga di voti, è stata la prova del nove per tutto e per tutti e, quindi, che, piaccia o no, gli Italiani hanno, sempre ed in crescendo, creduto a Berlusconi. Per il resto, ai suoi indomiti avversari rimangono solo il livore, la rabbia, lo sconforto, di cui, solo in se stessi, dovrebbero scoprirne le ragioni.

Con questa sua magnifica vittoria, Berlusconi, finalmente, potrà dare inizio, ponendone le massicce basi, alla «Terza Repubblica» ben discontinua dalle «due» precedenti, che dia, alfine, tanta speranza, innovandola, si spera, già nei modi, nei fatti e nell’immagine.

Per il Cavaliere, si badi bene,  questa, rappresenta l’ultima vera grandissima occasione per «far rialzare l’Italia» e rimetterla in cammino, e per questo, potrà anche passare alla Storia. Toccherà, però, agli Italiani non farla più ricadere! La vittoria di Alemmano a Roma, completa la disfatta del PD e della Sinistra!

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