6 Maggio 2024
NELLE AULE dei TRIBUNALI

Il «Ponte di Messina» della «corruzione organizzata» tra ex AN e PD: i nuovi sequestri di beni per i «Corsi d’oro» della Formazione allargano l’inchiesta. I «Grandi eventi»

Oltre ai primi precedenti sequestri per sei milioni di euro attuati il 9 luglio del 2013 nei confronti degli indagati, ora il Gip Giovanni De Marco – su richiesta dei magistrati che si occupano dei «Corsi di formazione, detti «d’oro» per le decine di milioni di euro «amministrati» dagli imputati – il nuovo sequestro di beni è, di fatto, un ampliamento dell’inchiesta, resosi necessario per l’insufficienza del precedente sequestro a so-ddisfare le reali somme relative ai reati consumati dagli «organizzatori» dei Corsi professionali a Messina e nel resto della Sicilia. La Guardia di Finanza, infatti, ha requisito conti bancari, libretti postali, investimenti vari e beni immobili che nel primo sequestro erano stati esclusi.

E’, questo, il secondo provvedimento di sequestro preventivo ad Elio Sauto di 916. 150 euro; Graziella Feliciotto 164.150; Nicola Bartolone 90.800; Natale Lo Presti 189.100; Salvatore Natoli 118.100; Chiara Schirò 393.500; Concetta Cannavò 78.100; Elena Schirò 6.370; Melino Capone 205.150; Giuseppe Caliri 146 mila; Giuseppe 146 mila.

A queste somme si devono aggiungere sequestri vari inerenti gli indagati nei casi di cointestazioni con altri persone e/o soggetti. A Elio Sauta da varie banche, un deposito di titoli a garanzia di 400 mila euro ed un deposito amministrativo e beni immobili in via della Zecca, Consolare Pompea, un agrumeto in questa stessa via ed un ap-partamento in via Vittorio Veneto; a Chiara Schirò Btp per 103.280 ed un im-mobile piano terra a Ganzirri; a Bartolone titoli bancari vari ed un immobile in via Principe Umberto; a Cannavò un immobile in via Duca d’Abruzzi; a Natale Capone titoli bancari e due immobili in via Maroli Bellinzona; a Graziella Feliciotto due conti correnti, una polizza vita e due altri immobili in via Fiore a Messina e sul lungomare di Roccalumera; a Natale Lo Presti due conti correnti, polizze vita e due immobili in contrada casalotto e via Todaro; a Elena Schirò quote di due terrenu a Ganzirri; a Giuseppe Caliri un ummobile in via Principe Umberto.

Il tutto a Messina salvo diversa precisazione.

Per tutti e per tutto il processo sui «Corsi d’oro» di primo grado, si svolgerà il 17 Dicembre del 2103 e vedrà diciotto imputati, persone fisiche e giuridiche, enti e per i quali il Procuratore aggiunto Sebastiano Ardita aveva già chiesto il rito abbreviato, ov-vero per Elio Sauta e la di lui moglie Grazia Feliciotto, Chiara Schirò, Concetta Cannavò, Natale Lo Presti, Nicola Bartolone, il funzionario regionale Carlo Isaja, l’ex assessore comunale di Messina Me-lino Capone ed il di lui fratello Natale, Giuseppe Caliri, Salvatore Giuffrè, Daniela D’Urso e Daniela Pugliares e, quindi, l’ANCOL, l’EFI Immobiliare, Sicilia Service Srl, il Centro Servizi 2000.

In estrema sintesi, dalle indagini portate avanti Guardia di Finanza coordinate dal dott.Ardita ed i suoi colleghi Camillo Falvo, Fabrizio Monaco ed Antonio Carchietti, si sarebbe fatta luce su una «Corruzione organizzata», che durava da molti anni, tra forze politiche, deputati dell’ARS e nazionali, apparentemente, ufficialmente diverse ed in contrapposizione, che mettevano in vari posti di potere propri «uomini» e «donne», lu-crando decine e decine di milioni di euro nella ormai convinta sicumera di essere diventati tanto potenti da potersi permettere tutto con tutti…. Si sospetta anche con delle mele marce di diverse istituzioni locali e regionali!

Riprendiamo e riproponiamo dal numero scorso di S.O., quanto, molto signifi-cativamente, sullo «scandalo» dei «Corsi d’oro per la formazione», ha dichiarato Procuratore capo di Messina Guido Lo Forte,, nel rispondere ai giornalisti che gli chiedevano: «se da anni molti sapevano, come mai, solo ora, è scoppiato il «caso»?».

A questo logico ed atteso quesito, il Dott. Lo Forte avrebbe risposto invitando i giornalisti a non insistere ormai con queste domande, ma di prendere la parte positiva del fatto: «…meglio tardi che mai!».

Ecco, in queste e da queste pochissime parole del Procuratore Capo di Messina, si potrebbe aprire una attenta e lunga riflessione per una più realistica ed approfondita e, per certi versi, eclatante rilettura – basterebbe sugli ultimi dieci, quindici anni, ndr – per avere un preciso quadro su tanti eventi e personaggi pubblici e privati collegati alla «politica», anche e non solo con certa parte delle istituzioni locali.

In questa cornice giudiziaria, oltre e forse legata con Messina, da Palermo, è venuta a galla l’inchiesta penale sui «Grandi Eventi», nella quale è seriamente coinvolto l’ente pubblico di formazione CIAPI, su richiesta della Procura Regionale, la Corte dei Conti, ha sequestrato oltre 15 milioni di euro ad alcuni indagati relativamente ai fondi europei per i Corsi di Formazione. Per questa vicenda che, fortemente, ha danneggiato l’immagine della Sicilia, il presidente Crocetta e la sua Giunta, all’unanimità, han-no deciso che la Regione Siciliana si presentasse parte civile.

Il sequestro dei 15 milioni riguarda l’ex presidente del CIAPI Francesco Riggio, a cui sarebbero stati già bloccati 5 milioni; Gaspare Lo Nigro, ex direttore dell’Agenzia Regio-nale per l’Impiego, un milione e mezzo, quindi i componenti il Comitato Tecnico-Scientifico del progetto Daniela Avila, Calogero Bongiorno, Luigi Gentile, Giuseppe Gattuso, Rosario Candela, Natalino Natoli, Enzo Testagrossa, ed i barcellonesi Santino Conti e Salvatore Schembri. Pare pure che gli inquirenti vogliano sapere chi, con quali criteri e norme siano stati scelti i componenti di questo Comitato Tecnico-Scientifico. Inoltre, è stato disposto il sequestro di 850 mila euro per ognuno degli indagati, beni di cui, ovviamente, sarà accertata la provenienza e la sequenza negli anni della loro «formazione»: questo, perché gli inquirenti sospetterebbero, anche, che alcuni degli in-dagati non sarebbero stati altro che dei «prestanomi di beni altrui», tendenti a nascondere patrimoni di altra gente «potente» e, quindi, chi si è prestato a questo gioco, dovrebbe rispondere, pure, di «acquisto e/o vendita di beni in modo surrettizio». Di conseguenza, verosimilmente, verranno a galla sorprendenti fatti e nomi che potrebbero essere eccellenti! Per questo ed altro, si prevedono ulteriori clamorosi sviluppi della vicenda per fare luce anche su un probabile sistema politico-affaristico perpetrato da anni con trasversali complicità e protezioni, che potrebbero riguardare attuali e personaggi pubblici locali, regionali e parlamentari nazionali!

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