3 Maggio 2024
NOTE & NOTIZIE

L’uspicio della del Gran Maestro Luciano Romoli: il 25 aprile sia festa della Costituzione e delle libertà democratiche per un paese finalmente unito

In occasione del 25 aprile, si rinnovano le più disparate e, spesso, velenose polemiche, per cui i “bollettini di guerra” si sprecano, anche perché l’allora Pci e la Sinistra si sono, indebitamente, appropriate di questa data, tra l’altro, dimenticando gli eccidi dei partigiani filosovietici verso altri non comunisti e, finanche, pure comunisti i quali però non volevano collaborare con le forze del dittatore comunista Tito, deciso ad eliminare anche fisicamente gli Italiani da secoli in Istria e Dalmazia, come ormai la storia, per decenni occultata, ha, ampiamente, documentato per le stragi delle Foibe e non solo.

In questo desolante quadro di pretestuose accuse, livorose parole e rissosi atteggiamenti, è significativo il messaggio del Gran Maestro della Gran Loggia degli A.L.A.M. Luciano Romoli sul 25 aprile che: “mette alla prova un Paese che deve saper compiere lo sforzo di mostrarsi finalmente unito nel celebrare la vittoria della democrazia sulla dittatura, della libertà sul totalitarismo, che aveva messo in ginocchio i diritti fondamentali in Italia ed in Europa.

La democrazia è una conquista continua, un processo che ha bisogno di una manutenzione intelligente, basato sul sacrificio di donne e uomini. Non ci sono bandiere quando si tratta di combattere, per ripristinare lo stato di diritto, i valori delle democrazia liberale che fanno parte di un terreno comune entro cui tutti dobbiamo riconoscerci. La libertà è un valore supremo, contessuto ai principi che cementano la Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M. e che danno significato al nostro essere Fratelli Liberi Muratori nel mondo globalizzato. Non si tratta di elogiare la Libertà come sterile fermentazione, ma di praticarla nelle dimensione del rispetto dell’altro.

La memoria non basta se non si traduce in progetto che deve portare alla costruzione di una società migliore. Non servono le rigide contrapposizioni che stanno portando alla lacerazione del corpo collettivo e alla falsificazione della storia. Sarà decisivo nel tempo presente far emergere la dimensione spirituale, quel divino nell’umano che può ridare speranza ad un mondo disorientato dal susseguirsi delle crisi.

Riannodare il patto costituzionale, riaffermare le radici dell’Europa, porre un argine alle diseguaglianze economiche e territoriali, offrire nuovi percorsi di inserimento e di crescita ai giovani, perseguire una politica di pacificazione sono tutit aspetti che devono vederci impegna senza riserve.

In quest’ottica la Gran Loggia degli A.L.A.M., alla vigilia del 25 aprile, ribadisce la volontà di promuovere un autentico umanesimo per uno sviluppo più giusto nella cornice di un capitalismo etico ispirato ai valori della spiritualità, che va perseguita ogni giorno mettendo in campo le risorse intellettuali e morali più alte che siamo capaci di esprimere”.

 

Se possiamo aggiungere: al di là di chi le pronunci, queste sono parole che per certi versi potrebbero sembrare scontate e rituali, però, ci sono alcuni concetti che dovrebbero far riflettere ed è bene riproporre, i quali chiariscono come, questo, sia un messaggio di pacificazione nazionale che, purtroppo, si scontra con coloro le cui ideologie sono state sconfitte dalla Storia, dagli Uomini e da Dio, che volevano abolire, ma, appena, dopo 75 anni, quell’ “impero del male”, innaturale ed illogico, che ha causata tra 120 e 150 milioni di morti nel mondo, è verticalmente crollato, a parte qualche rimasuglio. Da qui, la rabbia, il livore di chi ha, ora, soprattutto, anche grande paura di perdere potere e denaro accumulato già dai loro padri e padrini nei decenni passati.

Né si dimentichi, che i partigiani comunisti non hanno combattuto per libertà dell’Italia, ma, solo ed esclusivamente, per consegnarla all’Unione Sovietica, per cui anche i loro eredi di oggi, che, pure, in gran parte non hanno rinnegato il comunismo, non hanno alcun diritto morale e politico di dare patenti di libertà e democrazia a chicchessia…!

 

 

 

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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