3 Maggio 2024
NOTE & NOTIZIE

Il messaggio di Luciano Romoli: “Che il 2 giugno sia festa ricca di simboli che deve vedere l’uomo al centro del divenire della storia”

Come per altre importanti ricorrenze, anche in questa occasione, il Gran Maestro  della Loggia d’Italia degli A.L.A.M. ha inviato il suo augurio specialmente ai suoi adepti e che, come sempre, Noi pubblichiamo integralmente, al di là del nostro pensare e posizione, ma che riteniamo, comunque, possa essere di un certo interesse e, per chi ci legge, più o meno, condividsibile.

 

“Il referendum del 2 giugno ha cambiato il percorso della storia italiana. La scelta di campo  per  la  forma  Repubblicana,  seppur  sofferta  e  di  misura,  ha  posto  fine  alla monarchia  aprendo  la strada  delle  libertà  democratiche.  Una  strada  che  va  tutelata, difesa, se possibile ampliata, perché appare ancora troppo fragile e a volte inadeguata a reggere l’urto di fatti ed eventi che stanno sconvolgendo la contemporaneità”. Luciano Romoli, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M., puntualizza il senso di una festa importante che non può lasciare nessuno indifferente.

“L’espressione più alta di quell’anelito di libertà giunto a maturazione collettiva a seguito dell’immane tragedia del conflitto mondiale è iscritta nella Costituzione, di cui dobbiamo celebrare e ricordare oggi più che mai i valori fondanti.

I principi in essa contenuti in un pieno rispetto del pluralismo, della diversità delle culture e delle fedi religiose, nel segno della tolleranza, fanno parte dell’impegno che la Massoneria in  Italia e nel mondo porta avanti, continuando a battersi  per una  società più giusta, capace di uscire dallo stato di “minorità” investendo sul sapere, sulla cultura del diritto, sull’istruzione obbligatoria, sulle riforme di sistema, sul rispetto dell’ecosistema che ci accoglie”.

Dobbiamo difendere gli strumenti della democrazia che, lo ha recentemente denunciato il Premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz appaiono sotto scacco, a tutte le latitudini, minacciati da diseguaglianze crescenti, dal diffondersi della povertà e da forme striscianti di razzismo. Continuare a essere protagonisti della costruzione di un sano patriottismo repubblicano e costituzionale, scevro da ideologie, fondato sulla crescita dell’uomo e della sua spiritualità, che se coltivata ci fa essere adulti e realmente sovrani come è scritto nella Carta costituzionale, qualifica la nostra identità di massoni.

Non possiamo abbassare la guardia. Le guerre insanguinano il mondo, non risparmiando neanche la nostra Europa, che sembra aver dimenticato l’esperienza drammatica del Novecento. La globalizzazione mostra i suoi limiti e il capitalismo  si avvita su se stesso, inseguendo  un  profitto  senza  regole  che  mortifica  l’individuo, disconoscendo i suoi bisogni  primari,  mentre  l’attualità ci mette di fronte alla narrazione di partiti senza ideologia  che  stanno facendo barcollare le democrazie tra spinte neoconservatrici, tensioni populiste e leadership  fluide,  che  si  configurano  nelle sembianze instabili  di “vortici  in  fusione”  privi  di  radicamento  nelle  grandi  culture  politiche  che  hanno attraversato l’Occidente. In un tale contesto nostro compito precipuo è quello di difendere i sistemi  rappresentativi dalle tentazioni plebiscitari e, che tendono  a  svuotare le istituzioni parlamentari del significato più profondo.

Con il tempio della convivenza come scritto nel libro sacro vuol dire, per i fratelli e  le sorelle aderenti ai principi e ai valori  massonici, operare per ricucire il tessuto slabbrato di un corpo collettivo che ha smarrito la dimensione spirituale, per tornare dove le cose hanno un senso, ridando fiato al “principio speranza” enunciato dal grande pensatore Ernst Bloch. Non si tratta di coltivare illusioni o fugaci utopie, ma di esercitare una virtù concreta, un atteggiamento dirompente incline al cambiamento, capace di incidere nella storia, modificandone il percorso.

Facciamo  perciò di questo  due  giugno una festa “calda”, vivificata dai  simboli, senza  vuote  ritualità,  ricca  di  prospettiva,  aperta  a  un  futuro  positivo  che possa celebrare finalmente l’uomo posto al centro del divenire della società in movimento. 

La Costituzione ci parla di diritti e doveri che si tengono per mano nel bilanciamento di eguaglianza e libertà, tocca anche a noi, espressione attualizzata della libera muratoria, affermare l’avvento di una nuova età dei diritti, che si possono attuare appieno solo nel duplice binario della partecipazione collettiva e del  richiamo alla solidarietà, collante decisivo che non può mancare, come stiamo vedendo in questi giorni drammatici che sta vivendo l’Emilia Romagna, se vogliamo scegliere la vita e scongiurare la “grande catastrofe” che incombe su un pianeta sofferente”.       

 

 

AVVISO: seguite su canale youtube Mario Alizzi.  GRAZIE!

LINK:

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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