3 Maggio 2024
NOTE & NOTIZIE

Luciano Romoli: che il “primo maggio” sia festa del lavoro e del progresso dell’Uomo in una societa’ inclusiva

Data l’occasione, la Gran Loggia dell’A.L.A.M.I. ha espresso il suo pensiero, attraverso il suo Gran Maestro il cui dire, però, non è stato il solito e scontato messaggio ai “Lavoratori”, ma, piuttosto, una analisi della realtà nell’ambito della realtà sociale e concezione del lavoro nell’aspettativa di un netto miglioramento dei rapporti tra capitale e lavoro.

“Il lavoro rende l’uomo libero, collabora all’elevazione dell’essere, è sforzo  individuale  e  collettivo  che  impegna  le braccia ma anche il cuore. Se praticato nel rispetto dei valori ci rivela i segreti della natura, trovando nel bene comune il suo polo attrattore e il suo significato più profondo. Il mondo produttivo è in rapida evoluzione, segnato da esigenze crescenti di tutela e dalla prepotente emersione di neo- diritti, per questo bisogna tornare a interrogarsi sulla dignità del lavoro, che  per noi  massoni  è fattore  antropologico  essenziale,  attraverso  cui  si  misura  il  livello  di  progresso  della comunità cui apparteniamo.

Dobbiamo celebrare il primo maggio aprendo la nostra capacità di osservazione a tutte le fenomenologie che stanno modificando gli assetti economici e gli  equilibri geopolitici,  senza  pregiudizi,  con  spirito  costruttivo, dimostrando  di essere pronti a superare vetuste barriere ideologiche, ormai fuori dal tempo. Il lavoro si è tecnologizzato, l’intelligenza artificiale è entrata nella catena del valore, le organizzazioni hanno cambiato volto, investire nella formazione e nella acquisizione di nuovi saperi è la strada da battere, per non rimanere spiazzati. Se non proviamo a innalzare il livello delle competenze che alimentano il capitale dell’intelligenza umana, non potremo ambire ad essere protagonisti dello scacchiere internazionale        ”.

Il Gran Mastro Luciano Romoli , in occasione delle celebrazioni per il primo maggio, fa sentire la sua voce. La sua analisi individua il significato di questa ricorrenza storica proiettata in una “luce” positiva, densa di spiritualità e di futuro ed, in questo senso: “compiere un cambio di passo, in termini di cultura e di approccio al lavoro, ricordandoci di essere prima di tutto una “società di persone”, in cui ogni singolo non può rinunciare a incidere sugli assetti organizzativi di imprese e istituzioni. Vorrei che fosse una  festa  dell’inclusione  quella che ci apprestiamo  a  celebrare, ancora  è troppo alto il numero di “neet”, che sono le centinaia di migliaia di giovani in perenne parcheggio, che rimangono ai margini dei circuiti produttivi, senza cercare un posto nel  mondo, così come troppo grande è la frattura delle diseguaglianze economiche e territoriali che il modello capitalistico prevalente sta generando. Qualcosa si è rotto, bisogna che il corpo collettivo si prenda carico di queste ferite, le scuole di pensiero come la Massoneria di cui mi onoro di fare parte hanno in questo  passaggio un ruolo decisivo, perché  possono  ricreare  il tessuto  connettivo che  dà energia al progetto di convivenza, rimettendo al primo posto il bene comune.

Sul fronte della povertà e del lavoro si scontano i ritardi italiani più gravi sull’agenda dell’Onu del 2030. Appare lontana la possibilità di raggiungere entro il 2030 la quota del 78% del tasso di occupazione nella fascia di età 20-64 anni, mentre la pandemia ha arrestato il trend positivo nella riduzione del gap di genere.

Difficile parlare di sostenibilità, di sviluppo, di progresso se non si compie “ il salto del gigante” abbattendo i livelli di povertà e di diseguaglianza che affliggono il Pianeta, come ci ha raccomandato in occasione della giornata universale della terra il documento Earth4All nessuno spirag lio di crescita si potrà fare strada. Credo che si debba lottare per un primo maggio della consapevolezza, della fiducia, ponendo le condizioni per far sì che il conteggio delle morti sul lavoro si arresti una volta per tutte, che la sicurezza non sia un’utopia né una sterile pratica burocratica, ma un modo di essere, di rispettare l’altro .

La libertà nell’universo del lavoro, scriveva Vittorio Foa, è un grande traguardo, siamo ancora lontani dall’averla raggiunta in  maniera completa, siamo in cammino  su questo delicato  terreno. Esiste  ed  ha, nella  visione  della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M. un valore supremo la “spiritualità” del lavoro, che vuol dire dare senso e orientamento all’applicazione della nostra intelligenza negli ambiti più svariati delle attività umane, ieri come oggi. L’articolo 3 della Costituzione ce lo ricorda: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale al pieno sviluppo della persona.

Abbiamo appena celebrato il 25 aprile festa della Costituzione, facciamo del primo maggio il momento della Costituzione attuata in un paese democratico, più coeso, in cui libertà ed eguaglianza possano finalmente ritrovare un equilibrio armonioso”.  

 

Ci sia permesso aggiungere: che, anche in questo caso, pensiamo che non sia importante l’autore di queste parole, né, tantomeno, da quale ambiente provenga, bensì se il “discorso” abbia un senso, una logica, che, obbiettivamente, sono presenti nel “messaggio”, spingendo, quindi, chicchessia a delle riflessioni ed interrogativi.

 

 

 

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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