Dopo le vittorie in pochi mesi delle Destre in Slovacchia, Bulgaria, Svezia, Finlandia, Italia, Grecia, ora anche in Spagna le Sinistre fortemente sconfitte: Il premier Sanchez si dimette ed il 23 luglio elezioni politiche anticipate
Anche la Spagna va a destra, come dimostrano i risultati delle elezioni nelle città e nelle comunidades autonome. Il Partito Popolare ottiene il 31,5 per cento, +8,8 rispetto alle stesse precedenti elezioni e il partito di “estrema destra” Vox arriva al 7,2 per cento, ovvero +3,5).
Il Psoe rispetto a quattro anni fa ha ora il 28 per cento, -1,3, anche se resta lo zoccolo duro della Sinistra, che esce con le ossa rotte. Infatti, “Unidad Podemos”, che raccoglie l’ambiente eco-comunista e no global, non raggiungendo la soglia dello sbarramento, esce dalla gran parte delle città dove era presente, la cui consistenza si è ora ridotta a cifre da prefisso telefonico.
Anche gli indipendentisti della Sinistra Repubblicana di Catalogna si fermano al 2,3 per cento, -1,2 mentre a Barcellona l’incumbent Ada Colau, nota per le sue provocatorie posizioni di estrema di sinistra, è stata stracciata da Xavier Trias di Uniti per la Catalogna, una lista trasversale fondata da Carles Puigdemont.
Dopo anni di ricette socialcomuniste degli alleati Psoe-Podemos i cittadini hanno dimostrato di voler, decisamente, cambiare verso Destra, sconfessando coloro che anche all’estero elogiavano il governo del sinistro ex premier Pedro Sanchez, il quale, di conseguenza, ha rassegnato dimissioni, annunciando lo scioglimento anticipato delle Cortes Generales e convocando le urne per il prossimo 23 luglio.
Il Partito Popolare e Vox stravincono ovunque dappertutto per cui la Destra rafforza il suo primato nelle roccaforti storiche come Madrida, da trent’anni governata, appunto, dalla Destra. Non solo, ma, questa Destra, travolge le Sinistre proprio nelle zone che tradizionalmente le erano ostili, come, ad esempio l’Andalusia, che per la prima volta nelle elezioni regionali del 2022, cancellò il dominio rosso.
In particolare, il Pp-Vox ha conquistato due importanti roccaforti della Sinistra, Valencia e Siviglia, quindi, il PP e VOX vincono, pure, a Granada, Cadice, Malaga, Huelva, Almeria e nelle le comunità di Aragona, Cantabria, Estremadura, La Rioja e Isole Baleari.
Inoltre, il Partito Popolare, avanza da due a sette presidenze regionali ed elegge 29.227 consiglieri nel Paese e, quindi, Alberto Núñez Feijóo, ex presidente della Galizia, esce rafforzato dall’esito elettorale.
In buona sostanza, poi, il presidente Isabel Díaz Ayuso arriva alla sua terza vittoria consecutiva, con il 47,3 % che, aggiunto al 7,3 % di Vox, porta, di fatto, ad una maggioranza di 81 seggi su 135 nell’Assemblea di Madrid. Praticamente, il partito di sinistra Ciudadanos è stato cancellato, mentre lascia a distanza di 30 punti gli avversari di Más Madrid e del Psoe, entrambi poco sopra il 18 per cento.
In conclusione, la crescita del Pp è direttamente proporzionale all’aumento di preferenze per Vox. Questo dato obbliga le due formazioni a governare insieme per rinsaldare l’egemonia liberalconservatrice in Spagna. Del resto, lo strabismo di salotti e rotocalchi de izquierda non è un unicum italiano. El País, grossomodo il corrispettivo spagnolo di Repubblica, ha tuonato contro i vincitori delle elezioni locali: “La derecha está gravemente comprometida”. In che senso, però, può essere ‘comprometida’ la derecha vincente…”?!
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