27 Aprile 2024
NOTE & NOTIZIESTORIA & DOCUMENTI

Ad Asmara “La piccola Roma”, le opere del “Regime” patrimonio dell’Umanità

Le Nazioni Unite hanno dichiarano «eredità

mondiale» la capitale della ex colonia italiana.

Gli edifici costruiti negli anni Trenta sono «un

esempio eccezionale di modernismo»

 

Da decenni martoriata dalle guerre contro l’Etiopia ed interne tra fazioni, l’Eritrea situata nelle parte nord-orientale sulla costa del Mar Rosso, fu la prima colonia italiana dal 1869, alla fine della II Guerra Mondiale. Il primo nostro insediamento avvenne grazie all’acquisto della Baia di Assab, dall’allora governo italiano, operato dal padre lazzarista Giuseppe Sapeto.

Il legame sempre più stretto tra gli eritrei e noi italiani, si dimostrò in tante occasioni, specialmente, durante la conquista dell’Etiopia, nel 1935-1936 e durante tutta la guerra, mondiale con il contributo di tanti combattenti, molti dei quali morti e feriti  al nostro fianco. Del resto, il loro sentimento di amicizia con l’Italia si mantenne anche nel dopoguerra, cementato dal lungo periodo di convivenza con gli Italiani.

La capitale Asmara, in particolare, è la sintesi della testimonianza della presenza culturale ed artistica degli italiani la cui lingua è ancora parlata seppur, ovviamente, non come un tempo.

Le opere ed il lavoro italiani furono intensi, soprattutto durante il Fascismo e, logicamente, sempre apprezzati dagli eritrei, ma a decenni di distanza, un grande avvenimento rinnova la memoria su quel paese, ed in particolare, su Asmara, la cui concentrazione di tali opere ed ingegno italiani ha fatto che Asmara sia stata appellata come “La piccola Roma”.

In questo quadro. nel 2017, l’UNESCO, Agenzia Onu per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, riconosce quelle opere “patrimonio dell’Umanità”, con la chiara e significativa motivazione: «Un esempio eccezionale di urbanizzazione modernista».

Un lavoro di idee, fantasia, di cultura e senso della Civiltà e preparazione tecnica degli architetti italiani, in una atmosfera di oggettivo entusiasmo e volontà di essere e fare, con uno spirito di orgoglio personale, professionale e, specialmente, nazionale incorniciato in un sogno si “grandezza dell’Italia”, sogni, in cui la stragrande maggioranza degli Italiani ha creduto ma che poi, i tragici eventi bellici, hanno definitivamente sepolto. Sarà, ed anzi, è già la Storia a rimettere ogni cosa al suo logico e reale posto e che, come sempre, quanto prima presenta i conti agli Uomini, alle Idee ed ai Fatti!

In effetti, Asmara ha mantenuto il fascino di una cittadina di provincia del nostro Meridione, con viali alberati, allarghi, fontane, bar, cinema, palazzi pubblici razionalisti e villette immerse nel verde, il merito principale è, di certo, della sua gente, tanto tollerante e saggia da preservarla.

 

«…ma cosa è rimasto ad Asmara, della «piccola Roma»

L’Unesco sottolinea questo riconoscimento internazionale: «E’ il frutto di anni di ricerca, pia-nificazione e impegno concreto, una vittoria non solo per l’Eritrea, ma per l’Africa, perché nonostante l’impronta coloniale Asmara appartiene all’identità eritrea e alla sua battaglia per l’autodeterminazione».

Dopo l’abbandono dell’Eritrea da parte degli Italiani, anche e soprattutto ad Asmara, non vi è stata, la cancellazione di tutto ciò che l’Italia costruì, a comprovare come tra i due popoli vi fosse una sostanziale amichevole intesa, simpatia e sana convivenza, per cui mai astio.

Di conseguenza, nulla fu abbattuto o cancellato, anzi, anche i simboli più significativi dell’Italia vennero preservati come l’Albergo Italia, in stile umbertino, inaugurato nel 1899 e che anzi venne restaurato mantenendo il suo simbolo di modernità estrema, cosi-ccome la Stazione di servizio Fiat Tagliero, progettata nel 1938 da Giuseppe Pettazzi con tettoie a forma di ali, come un aeroplano pronto a decollare. Sono rimasti, con le loro insegne in caratteri cubitali, i cinema Cinema Odeon, il Roma, l’Augustus, l’Impero che si trovano sul corso principale, ma continuano a vivere pure i Bar Centro, il Moderno, il Venezia, e molti palazzi sul corso principale. Non ci dimentichiamo poi che nel 1938 Asmara era la capitale della «colonia primigenia», una città modernissima per l’epoca, con quasi centomila mila abitanti, 53 mila italiani.

Il rispetto dei “nemici” inglesi per l’arte, la cultura e la civiltà italiane

E’ ciò che poteva, ovviamente, accadere, dato gli anni di guerra tra i due popoli, ma, fortuna-tamente, il senso della Civiltà e del riconoscimento degli altrui meriti ed identità, ha prevalso nello spirito inglese, già nell’aprile 1941, quando occuparono Asmara. Imposero alcune regole pratiche di uso inglese ed, ovviamente, si presero tutto ciò che poteva servire quali mezzi, ma-teriali vari, progetti, studi, insomma, tutto ciò che poteva loro servire, ma assicurarono, mantenendo la promessa, che avrebbero lasciato tutto al loro posto pure la importante parte costruita dal Fascismo, di arte e cultura presenti ad Asmara.

Altra fortuna, nonostante la trentennale guerra per l’indipendenza dall’Etiopia 1961-1991, in effetti miracolosamente, Asmara si è salvata ed oggi con quasi un milione di abitanti, l’ “italiana” zona centrale, compresa la parte dell’ “Era fascista”, è ancora orgogliosamente in piedi, quale testimone di una Storia e di una Civiltà. E’, questo, che và ad onore del popolo inglese!

 

The futuristic Fiat Tagliero Building (1938) in Asmara, Eritrea, was built to resemble an aircraft.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

…Solo alcuni degli esempi di architettura e genialità italiani ad Asmara!

 

Storia & Documenti– SICILIA OCCIDENTE – maggio 2020 – cartaceo

 

ATTENZIONE! IN SEGUITO DI UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio. 

DI CONSEGUENZA, al 31gennaio 2021, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

117.255 PER LA STRAGRANDE MAGGIORANZA “ECCELLENTE”!

-Terribile 4080 – Insufficiente 3742

I “MI PIACE”  28815 IL 61 PER CENTO DEL TOTALE  E, dal 30 ottobre 2017, LETTORI IN ON LINE 26392

*In questi dati non è compreso il numero di coloro che, sono l’ampia maggioranza, leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”.

SE I NOSTRI ARTICOLI E/O SERVIZI SONO DI VOSTRO GRADIMENTO, VOTATE “ECCELLENTE” E/O “MI PIACE”! GRAZIE!!!

 

 

 

 

 

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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