6 Maggio 2024
NELLE AULE dei TRIBUNALI

Milazzo, il rinvio a giudizio del Sindaco Pino ed altri dieci amministratori confermerebbe un altro caso di «corruzione organizzata»

Come scritto altre volte da S.O., numerose e diverse sono le inchieste in itinere da parte della Procura del-la Repubblica locale, almeno per quello che riusciamo a sapere e più volte solo ad intuire, dato che la Procura è sempre stata piuttosto «serrata» nel «secretare» la sua attività. Riteniamo, però, che le inchieste più importanti, anzi eclatanti siano ancora da arrivare nelle aule dei Tribunali ed, invero, la mole di lavoro non manca.

Da tempo abbiamo scritto che tra Barcellona e Milazzo, oltre che Messina, la lotta alla «Corruzione organizzata» è solo iniziata e riguarda persone, fatti, cose e casi da molti anni risaputi anche all’esterno degli uffici pubblici. Da «sempre» però nulla di concreto è avvenuto ed ognuno dei potenziali «corrotti» e relative «situazioni anomale» sono rimasti «tali e quali»; alcune indagini, ogni tanto, venivano a galla, ma poi o venivano archiviate o andavano in prescrizione.

Incapacità di certi inquirenti, grande bravura degli avvocati? Non lo sappiamo, ma si sa che la «politica», solo ultimamente, è stata «toccata» per cui, questa volta, da Palermo a Messina» è credibile che la ricostruzione, di almeno gli ultimi dieci, quindici anni, sia possibile, anzi molto probabile; a meno che, anche oggi, il lavoro di anni degli inquirenti, per vari motivi, si rivelasse nullo, dato che già per i «Corsi d’oro della formazione», soprattutto qualche «Vippa», si sarebbe, più volte, rivolta ai giornalisti – da Noi sintetizzato, ndr – nel seguente modo: «Scriviti, scriviti, tantu io sugnu a postu e viautri non cuntati nenti! Eppoi, prima o poi, tutti si scodduni di tutti e niautri semu sempri ‘cca!!»; od a qualche corsista che si è rivolto all’avvocato: «Si, si, faciti chiddu chi vuliti… e ci nnè puru pi vostri avvucati, tanto niautri non semu an-cora morti!»

Questa inchieste, riguardante ora il Comune di Milazzo, grazie al complesso e difficile lavoro della Procura nel suo insieme, magistrati e personale, avrebbe, finalmente, aperto uno scatolo pieno di abitudini, irregolarità ed illegalità perpetratesi da anni anche negli uffici pubblici mamertini – e di cui spesso e da mesi si sentivano in giro insistenti voci, ma i cui protagonisti si sentivano, per varie regioni, al sicuro.

La Procura di Barcellona, invece, dopo, appunto, mesi di lavoro, è arrivata quando meno qualcuno se lo aspettasse, rinviando a giudizio l’attuale sindaco di Milazzo, Carmelo Pino di 51 anni; i due segretari comunali Lucio Catania di 48 anni, di Messina e Gio-vanni Matasso di 63 anni, di Capo D’Orlando, interessati dal caso, anche per i compensi emessi, violando la Legge di Stabilità; Santi Ronagnolo di 58 anni, Elisabetta Bartolone di 55, dirigente del settore finanziario presso il Comune di Barcellona; Franco Pino di 50 anni, nominato esperto finanziario dal di lui fratello Sindaco, e cinque attuali ed ex assessori comunali accusati di abuso di ufficio continuato ed in concorso tra loro e, sempre, per violazione della «legge di stabilità», per aver assunto nuovo personale e concesso proroghe ai precari del-la ormai «chiusa», AIAS di Milazzo. Per la delibera di proroga dei contratti di la-voro ai 25 ex dipendenti dell’AIAS di Milazzo, dovranno rispondere il vice-sindaco Stefania Scolaro, 58 anni, l’Assessore alle Finanze Giuseppe Midili, 50 anni con l’aggravante della recidiva semplice e gli ex assessori Mariano Bucca, 51anni, Gio-acchino Anastasi, 53 anni e Maurizio Capone di 58. L’inchiesta, che è stata accelerata da un anonimo scritto inviato alla Procura del Distretto Antimafia di Messina il cui contenuto particolareggiato denotava essere proveniente da una persona ben infornata sui fatti, ha portato all’accusa verso il Santi Romagnolo prima dirigente del Comune ed ora assessore, anche violando diverse leggi, per aver aver fatto assumere un nuovo dirigente del Di-partimento Politica del Territorio ed Ambiente, at-tuando un preciso inganno nei confronti di un funzionario del Settore Tributi e Finanze, il quale, in buona fede, aveva rilasciato un attestato di rispetto della «legge di stabilità», non essendo stato informato sulla procedura per il quale necessitava l’atto in questione.

Il sindaco Carmelo Pino è accusato di «aver agito, con l’altrui inganno, nei confronti della Giunta, inducendo gli assessori ad adottare la delibera 162 del 23 settembre del 2011» per sollecitare il Dirigente del Primo Dipartimento ad at-tivare urgentemente le procedure per l’incarico del nuovo dirigente dell’ Urbanistica.

Particolare interrogativo ed accusa invece ai due Segretari Comunali, Catania e Matasso, per legge e ruolo controllori e garanti delle azioni dell’ente comunale, rispettivamente di non aver redatto in «modo chiaro» i termini delle clausole del bando pubblico relativo all’incarico e l’altro Segretario per aver attestato la legittimità delle nove candidature e, tra queste, quella del Santi Romagnolo, anche se da dirigente del Settore Territorio ed Ambiente, «fosse stato destituito o dispensato per insufficiente rendimento dallo stesso ente con determina sindacale n.96 del 2 novembre del 2001» e nonostante vi fossero altre figure professionali nel Comune capaci di assumere tale incarico e senza la necessaria copertura finanziaria,né, tantomeno dal Piano Triennale. Per la Elisabetta Bartolone, varrebbe la stessa «accusa» per i modi, tempi ed i compensi della sua assunzione presso il Comune di Milazzo, nonostante fosse responsabile del Settore finanziario, di ruolo ed a tempo pieno, presso il Comune di Barcellona PG; anche questa assunzione era evitabile essendoci all’interno di Milazzo funzionari simili e mancando, pure in questo caso, la dovuta copertura finanziaria permettendo alla Bartolone di autoliquidarsi due mila euro.

Di conseguenza, per tutto questo ed altro, il pm Giorgio Nicola ha rinviato a giudizio i protagonisti di questa vicenda giudiziaria ed al quale dovranno, quindi, rispondere di «abuso e violazione di leggi in materia finanziaria, data il limite di spesa delle stesse», per proroga di un anno, anche dei contatti per i 25 precari della ex AIAS, mediante una delibera del 30 Dicembre 2011, con la quale, tra l’altro, si attestava la regolarità della copertura finanziaria, «emessa» dalla stessa Bartolone. Rimane, ovviamente, la conseguenza che tutti i candidati partecipanti alla selezione ed i dipendenti che ne avevano titolo per i diversi incarichi agiranno come parte offese e parti civili e di cui, S.O., come sempre fatto, a tempo dovuto, anche in questo caso, darà chiara ed ampia i-formazione.

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