29 Aprile 2024
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La Transilvania, uno spazio di convivenza

Antoniu Martin*  

 

Questa regione della Romania, che ha conosciuto un’evoluzione storica eccezionale, come spazio di interferenze politiche, culturali e spirituali, esercita ancora oggi un fascino speciale su coloro che cercano di scoprirla. Per gli storici, ma anche per il turista che si reca qui, la specificità della Transilvania risiede nel diversificato patrimonio culturale, fondato sul plurilinguismo e sulla varietà confessionale. Una coordinata essenziale dell’evoluzione di questo spazio è stato il fenomeno di collegamento – a partire dalla prima forma di identità politico-statale (il “voivodato”, tra XII e XVI secolo) e successivamente nella fase del “principato” – alle trasformazioni politiche, istituzionali, culturali e spirituali provenienti dall’Occidente.

Lo sviluppo storico della Transilvania, sotto l’influenza del modello occidentale del feudalesimo – implicitamente con rapporti di vassallaggio e privilegi di tipo feudale – ha facilitato lo sviluppo dell’economia e della società. E qui, come ovunque nell’Europa occidentale e centrale, le città rappresentavano centri di progresso e cultura. Nei centri urbani della Transilvania il sistema delle corporazioni (associazioni) artigianali favorì lo sviluppo dell’artigianato e del commercio. Attraverso le corporazioni, le élite professionali della Transilvania erano collegate alle tendenze dell’Europa occidentale, essendo convalidate anche dai grandi centri economici del mondo civilizzato. I capolavori dei professionisti delle corporazioni edili della Transilvania, soprattutto le affascinanti chiese in stile gotico, si possono ammirare ancora oggi nelle principali città della regione.

Il Rinascimento e l’Umanesimo generarono anche in Transilvania un’emulazione a livello delle élite nobiliari, religiose e culturali. La diffusione della stampa consentì l’accesso diretto ai libri e alla conoscenza, qualunque fosse il campo (il settore). La riforma religiosa che accompagnò le trasformazioni della mentalità collettiva significò anche un profondo cambiamento nel rapporto dell’uomo con Dio, con il mondo e con la società. Durante il periodo rinascimentale si sviluppò un vero e proprio dialogo culturale tra gli esponenti dell’Umanesimo e della Riforma provenienti dalla Transilvania e figure rappresentative della cultura occidentale. Il periodo del Principato – a partire dalla seconda metà del XVI secolo – significò anche il governo di alcuni principi “illuminati” – protettori degli studiosi dell’epoca, delle scienze e delle arti – che avviarono riforme in molteplici campi, nello spirito della modernità e della tolleranza religiosa. Dal punto di vista della tolleranza qui esistente, sono rilevanti anche le azioni di alcune personalità europee che operarono all’interno del noto Collegio Accademico di Alba Iulia. 

Le preoccupazioni per la questione dell ‘”uomo universale” proprie dell’umanesimo occidentale si ritrovano anche nei rappresentanti transilvani del Rinascimento e della Riforma. Sempre in quest’epoca di effervescenza culturale, numerosi studiosi europei fanno riferimento alla Transilvania come ad uno spazio che si inserisce in una notevole tradizione di conoscenza, costituendo un vero e proprio collegamento tra Oriente e Occidente ma anche tra l’antichità greco-romana, il mondo medievale e la modernità.

La diffusione dell’Illuminismo, nel XVIII secolo, trovò un terreno fertile in Transilvania. Lo spirito tollerante, la valorizzazione della meritocrazia e il dialogo con alcune grandi culture d’Europa hanno facilitato l’agglutinazione di questa nuova tendenza culturale. Le peculiarità economiche, sociali, religiose e culturali della Transilvania influenzarono il modo in cui l’Illuminismo fu assimilato dalle élite di questa regione.

Se in Occidente la filosofia delle luci promuove uno spirito antireligioso e antimedievale per eccellenza, in Transilvania il discorso degli intellettuali cerca di recuperare il passato rilevante e di convivere con la spiritualità cristiana. In sostanza, la rilevanza dell’Illuminismo in Transilvania risiede nella possibilità che ciascuna etnia e confessione ha avuto di costruire il proprio discorso identitario.

Le élite culturali rumene, ungheresi e tedesche trovarono nell’Illuminismo gli strumenti per comprendere meglio il proprio passato, ma soprattutto per progettare il futuro dei popoli che stavano emancipando. In Transilvania, lo sforzo di emancipazione dell’Illuminismo non si limitò solo all’aspetto culturale, ma andò molto più in profondità, mirando all’emancipazione nazionale.

Ecco una prospettiva sintetica sulle coordinate che definivano la Transilvania – questa pittoresca regione della Romania – come uno spazio multiculturale, tollerante, plurilinguistico e pluriconfessionale, o in altre parole come uno spazio di convivenza. Ma solo dopo aver visitato i suoi principali monumenti urbani, misteriosi castelli e fortezze, meravigliosi paesaggi e borghi fermati nel tempo, il turista potrà percepire il fascino incomparabile di questa regione.

*storico

NOTA. La sottolinetura è della Redazione.

 

*** “ALTRO”: IL RISCALDAMENTO GLOBALE DIPENDE DAL MOTORE METEOROLOGICO DOMINATO DALLA POTENZA DEL SOLE. LE ATTIVITÀ UMANE INCIDONO AL LIVELLO DEL 5%: IL 95% DIPENDE INVECE DA FENOMENI NATURALI LEGATI AL SOLE. ATTRIBUIRE ALLE ATTIVITÀ UMANE IL SURRISCALDAMENTO GLOBALE È SENZA FONDAMENTO SCIENTIFICO”. 

(ANTONINO ZICHICHI)

 

***”ALTRO”: Greta Thunberg è la più pagata delle prime  “100 attiviste” …e, già questo dato, dovrebbe far riflettere molto chi abbia un minimo di logica ed attenzione. L’invenzione del fenomeno “Greta”, eroina della lotta per la difesa del clima mondiale ecc., la coglie all’età di 15 anni, durante una “spontanea” ed “improvvista” dalla “bambina”… Ebbene, ora a soli 19 anni, la indefessa sostenitrice “missionaria” in difesa del clima”, nel 2022, ancora non finito, ha raggiunto un fatturato di ben 82 milioni di dollari…!

In questa sua benemerita, per lei stessa, attività, sono compresi una serie di entrate e diritti diversi in vari settori, mentre il suo patrimonio è stimato intorno ai 245 milioni di dollari , tra investimenti vari, proprietà, contratti con la cosmetica CoverGirl, ed il lancio di un profumo per il mercato dei ragazzi denominato “Da Greta con Amore” ed una linea di Moda, la “Seduzione by Greta Thunberg”; diversi ristoranti e la catena “Le Pizze di mama Greta” ed una squadra di Calcio, gli “Angeli di Stoccolma”, quindi, un suo marchio di Vodka(“Pure Wonderthunberg – Svezia”) ed altro ancora!

 

AVVISO: seguite su canale youtube Mario Alizzi.  GRAZIE!

LINK:

https://www.youtube.com/channel/UCL2ITxpBVEpZsEd-422RXwQ

 

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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