29 Aprile 2024
NOTE & NOTIZIE

La strana Messina di Giuseppe Rando

In un recente post pubblicato su Facebook, il mio collega e amico Antonio Di Grado, professore ordinario di Letteratura Italiana già presso l’Università di Catania, ricorrendo il ventiseiesimo anniversario dell’uscita del suo De Roberto (La vita, le carte, i turbamenti di Federico De Roberto gentiluomo), ha riproposto, «con lo stesso affetto», i suoi «ringraziamenti a maestri, amici e familiari che [lo] avevano variamente aiutato», già contenuti nella Premessa di quel suo interessantissimo libro.

Varrebbe la pena di rileggerla, quella Premessa, come documento esemplare di una corretta prassi universitaria fondata sulla circolarità dei saperi, sulla collaborazione tra maestri ed allievi e sulla condivisione con i colleghi dei traguardi scientifici raggiunti: una stimolante socialità che non mortifica – semmai esalta – l’individualità.

Di Grado ricorda, in specie, il suo «allievo e amico Rosario Castelli», Francesco Branciforti, Mario Sipala, Natale Tedesco, Leonardo Sciascia, Marzia Finocchiaro, Cristina Grasso, Antonio Guarnaccia, Giuseppe Maimone, Marcella Minissale, Arturo Panascia, Gaetano Zio e la signora Carla Paola, pronipote di De Roberto.

A questo bel post ho aggiunto un mio breve, sentito commento, che riporto:

Mi complimento per il tuo De Roberto e quasi ti invidio (non soggiaccio, di norma, a questo vizio) per la folta schiera di amici e maestri che hanno secondato il tuo impegno. Qui, a meno di cento chilometri di distanza, voglio dire a Messina, non bastava – e non basta – scrivere saggi innovativi per avere colleghi solidali (non parliamo di maestri locali, inesistenti nel nostro settore). Viva la Sicilia dell’arte, della letteratura, del lavoro duro, della ricerca, del merito e della trasparenza.

In verità, pensando – a ridosso del post di Antonio Di Grado – alla mia benamata città e a certe sue specifiche “virtù”, mi era tornato dapprima in mente un aforisma che mi capitava di sentire frequentemente nei discorsi dei vecchi, durante gli anni beati della mia adolescenza cariddota: «U missinisi è amanti du sangu stranu».  Però, subito dopo, lo avevo lasciato cadere, ritenendolo retrodatato, e avevo optato per il commento di cui sopra.

Nei fatti, però, quel mio primo pensiero aveva una ragion d’essere, ove si consideri che trova riscontro nella realtà: nell’ultimo sessantennio, per esempio, presidi delle due Facoltà umanistiche che mi è stato dato di frequentare non sono stati studiosi messinesi, bensì catanesi o tarantini o calabresi, a iosa: e – si badi – nulla quaestio, quando qualcuno (raramente) ha ben meritato. «Tout se tient».

Stamattina, peraltro, mi accorgo che quell’aforisma focalizza anche, efficacemente, con la forza della metafora popolare, il comportamento tipico del provinciale (e del messinese, in particolare), il quale – forse, per un malcelato complesso d’inferiorità – mostra una certa deferenza (non priva d’ipocrisia) nei confronti dei forestieri (che presume più avanzati socialmente e culturalmente). Potrebbe essere sottesa, insomma, a quella locuzione popolare, la critica della falsa esterofilia (?) dei messinesi.

Ferma restando, ad ogni modo, la riconosciuta indifferenza-irriconoscenza dei messinesi nei confronti dei concittadini meritevoli: se ne trova traccia anche nelle novelle di Boner, il più grande narratore messinese di fine Ottocento (uno che conosceva bene la città dello Stretto, da lui profondamente amata, e la mentalità – non sempre ragguardevole – dei suoi abitanti).

Certo, oggi, mentre trionfa a tutti i livelli il globalismo, dovremmo essere fuori dalle miserie provinciali.

Ma una ulteriore riflessione consente di fare quell’aforisma – il dialetto siciliano è una miniera di sensi e di registri – se, uscendo dalla metafora del «sangu», si considera una seconda accezione di «stranu»: quella di «strano», cioè insolito, inconsueto, atipico, anormale. In tal caso, quell’arcaico aforisma si muterebbe in quest’altro: «Il messinese predilige ciò che è strano», insolito, inconsueto, atipico, anormale. E qui, invero, non si finirebbe mai di trovare, con rammarico dei messinesi che amano la loro città, riscontri oggettivi.

Non è strano che i messinesi abbiano eletto, per decenni e decenni, sindaci dello stesso colore politico, anche se nessuno di loro faceva mai alcunché per la città? Anche se il mare corrodeva le più belle coste della Sicilia? Anche se l’industria scompariva dalle rive dello Stretto? Anche se il turismo latitava nella città dello Stretto? Anche se i giovani, privi di lavoro, abbandonavano la città dello Stretto? Restano, per la verità, nella memoria collettiva, per il bene fatto o tentato, solo un sindaco del passato e qualcuno del presente.

Non è strano che i messinesi accreditino della loro fiducia un politicante che li ha sempre disprezzati come meridionali?

Non è strano che i messinesi, abitanti in una città di mare, ignorino il mare, i venti, le correnti, i pesci?

Non è strano che le “prime donne” (maschi e femmine) di innumerevoli associazioni culturali della dottissima città dello Stretto alzino i muri contro le prime donne di altre associazioni culturali? E che la vita associativa si risolva, in gran parte, a Messina,in una lotta o in una sfilata di “prime donne”?

Non è strano che la città dello Stretto si segnali soprattutto – con l’immenso dolore di noi che l’amiamo toto corde – per casi di malaffare, finendo con l’essere definita «verminaio»?

Non è strano che i professori universitari messinesi (tranne qualche gatto solitario) non abbiano mai apertamente criticato, a fin di ben, più o meno clamorosi casi di corruzione accademica?

Non è strano che in qualche Facoltà messinese, priva di veri maestri, fioriscano saggi e libri innovativi, scritti e pubblicati da un messinese stimato e accreditato altrove?

Non è strano che si lasci disperdere tra le rovine, in città, un patrimonio artistico e culturale che altrove sarebbe un tesoro da tutelare e valorizzare?

Non è strano che, a Messina, dopo caterve di professori chiusi asfitticamente nel guscio delle loro specializzazioni, ora spunti la figura del professore tuttologo, che non si apre, in alcun modo, al territorio e alla società, ma pontifica in ogni dove, su tutto, senza avere dimostrato competenza alcuna nelle materie di cui parla e puntando tutto, evidentemente, su Wikipedia?

Non è strano che alcuni volenterosi lottino per anni – con pubbliche manifestazioni di proposta e protesta, con la pubblicazione di libri e articoli accreditati – per fare di Messina una città pascoliana (riuscendo quantomeno a fare intestare a Pascoli la Biblioteca dell’ex Provincia) e che nessuno di questi poveri illusi venga ospitato in un convegno su Pascoli a Messina, laddove si fa posto a qualcuno che non ha mai partecipato, in città, ad alcun movimento “pascoliano” e che non ha  mai scritto alcunché su Pascoli, né tampoco su Pascoli a Messina?

Non è strano che persone ragguardevoli, a Messina, rompano di fatto rapporti di amicizia (che si credevano sinceri e radicati), per guadagnare momentanee luci della ribalta?

Ma, alla fine, non è davvero strana la già gloriosa città dello Stretto?

 

Il professore Giuseppe Rando, con il dott. Attilio Andriolo, in occasione del VI Premio di Poesia “TESEO” 2023, nella quale è stato premiato il poeta barcellonese Francesco Conti

 

 

*** “ALTRO”: IL RISCALDAMENTO GLOBALE DIPENDE DAL MOTORE METEOROLOGICO DOMINATO DALLA POTENZA DEL SOLE. LE ATTIVITÀ UMANE INCIDONO AL LIVELLO DEL 5%: IL 95% DIPENDE INVECE DA FENOMENI NATURALI LEGATI AL SOLE. ATTRIBUIRE ALLE ATTIVITÀ UMANE IL SURRISCALDAMENTO GLOBALE È SENZA FONDAMENTO SCIENTIFICO”. 

(ANTONINO ZICHICHI)

 

***”ALTRO”: Greta Thunberg è la più pagata delle prime  “100 attiviste” …e, già questo dato, dovrebbe far riflettere molto chi abbia un minimo di logica ed attenzione. L’invenzione del fenomeno “Greta”, eroina della lotta per la difesa del clima mondiale ecc., la coglie all’età di 15 anni, durante una “spontanea” ed “improvvista” dalla “bambina”… Ebbene, ora a soli 19 anni, la indefessa sostenitrice “missionaria” in difesa del clima”, nel 2022, ancora non finito, ha raggiunto un fatturato di ben 82 milioni di dollari…!

In questa sua benemerita, per lei stessa, attività, sono compresi una serie di entrate e diritti diversi in vari settori, mentre il suo patrimonio è stimato intorno ai 245 milioni di dollari , tra investimenti vari, proprietà, contratti con la cosmetica CoverGirl, ed il lancio di un profumo per il mercato dei ragazzi denominato “Da Greta con Amore” ed una linea di Moda, la “Seduzione by Greta Thunberg”; diversi ristoranti e la catena “Le Pizze di mama Greta” ed una squadra di Calcio, gli “Angeli di Stoccolma”, quindi, un suo marchio di Vodka(“Pure Wonderthunberg – Svezia”) ed altro ancora!

 

AVVISO: seguite su canale youtube Mario Alizzi.  GRAZIE!

LINK:

https://www.youtube.com/channel/UCL2ITxpBVEpZsEd-422RXwQ

 

NOTA: al 28 febbraio 2024, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

VOTI: 147.165. PER LA STRAGRANDE MAGGIORANZA “ECCELLENTE”!

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I “MI PIACE”  36381. IL 62 PER CENTO DEL TOTALE  – 

*In questi dati non è compreso il numero di coloro che, sono l’ampia maggioranza, leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”.

SE I NOSTRI ARTICOLI E/O SERVIZI SONO DI VOSTRO GRADIMENTO VOTATE “ECCELLENTE” E/O “MI PIACE”! GRAZIE!!!

 

 

 

 

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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