4 Maggio 2024
FORZE ARMATE & NATO

In servizio dal 2009 la nuova portaerei «Conte di Cavour» di 27.000 tonn. potenziala sicurezza e dà prestigio alle nostre Forze Armate ma è pure un valido aiuto umanitario

di MARIO ALIZZI

Era da tempo l’urgenza di una portaerei italiana e per averla si sono dovute superare, come mai prima, le ufficiali ed ancora presenti, imposizioni degli USA e delle altre potenze vincitrici la II Guerra Mondiale.

Il cambiamento della Storia, la realtà dello scacchiere internazionale e la fine della «Guerra Fredda», hanno permesso che que-sto «miracolo» della tecnologia militare, tutta italiana, avvenisse con grande risalto internazionale.

Cavour_flight_deck-visto-da-poppa-1024x768Costruita dalla Fincantieri, alla quale era stata commissionata il 22 Novembre del 2000, ha uno scafo inserito il 17 Luglio del 2001 nel cantiere navale di Riva Trigoso, vicino Genova, dove un primo troncone è stato varato il 20 Luglio del 2004 e trasferito al Cantiere navale del Muggiano, a La Spezia, per l’aggiunta del secondo troncone e per i lavori di completamento della strumentazione.

Il 22 Dicembre del 2006, ha effettuato la prima prova di navigazione ed il 27 Marzo è stata consegnata alla Marina Militare Italiana per i collaudi finali e, quindi, il 10 Giugno del 2009 – paradossalmente, proprio la data dell’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 – e consegnata la bandiera di combattimento.

La portaerei «Cavour» svolge diverse funzioni, come efficiente azione aerea, con aerei V/STOL ed elicotteri, utilizzabili anche per impegnative operazioni anfibie, il trasporto di personale civile e militare e di veicoli pesanti di vario genere e tipo, ovvero come potente e, nello stesso tempo, agile strumento militare; ma, anche come Nave Ospedale, grazie ad modernissime apparecchiature che la rendono capace di o-perare in soccorso di popolazioni civili in caso di calamità naturali ed esigenze sanitarie, in qualsiasi situazione locle della Terra.

La portaerei «Conte di Cavour» è stata assegnata al COMFORAL, ovvero il Comando Forze d’Altura» con base a Taranto.

Per la verità, il nome prima ipotizzato era quello di «Andrea Doria», ma poi si preferì quello attuale, in omaggio al grande «Primo Ministro» piemontese e per marcare il senso della continuità dell’Unità d’Italia. Precedentemente, il nome del «Conte di Cavour» era stato dato ad una nave di trasporto nel 1885, ma tutti ricordano la corazzata Cavour, affondata dagli inglesi nella famigerata notte dell’attacco alla base di Taranto nel 1940; attacco, i cui danni, probabilmente, si sarebbero potuti molto limitare, per la pur potente e bellissima flotta militare italiana, allora tra le prime nel mondo.

Purtroppo, infatti, studi e documenti, hanno ampiamente dimostrato che la tragedia della nostra Marina durante la II Guerra Mondiale, fu causata, soprattutto da altri fattori non proprio e non sempre solo militari. E stato, per esempio, accertato lo scoordinamento dei comandi, superficialità e, finanche, in alcuni casi, vera e propria connivenza con il nemico di certi ambienti non solo militari italiani, come pure per altri eventi bellici di terra e di aria.

A tal proposito, proprio parlando di portaerei, l’allora «Duce d’Italia», Benito Mussolini, auspicò la costruzione di portaerei ma gli alti ranghi, non solo di parte della Marina, rispondevano sempre che sarebbero state risorse sperperate perché «l’Italia è già una grande portaerei proiettata nel Mediterraneo», rivelando così, una arretrata mentalità ed ottica militare ferma alla I Guerra Mondiale, e così era per la maggioranza dei diversi generali dell’Esercito, al contrario, di buona parte dell’ Arma Aerea che, invece ne auspicava, logicamante, il grande potenziamento ed ammodernamento ma, anche per questa, giocò l’anacronistica rivalità tra le armi, ed altro ancora, superata solo da qualche lu-stro!

Mussolini, infine, si rese conto dell’estrema necessità ed impose la costruzione di una prima portaerei ma, come per tante altre cose e cause, ormai era troppo tardi!

Tale razionale tesi venne confermata poi dal fatto che, negli anni ‘50, la Marina Italiana, «tornò sull’argomento» imbarcando – la prima in Europa! – elicotteri antisommergibili e sollecitando per dotarsi di portaerei, come la «Garibaldi».

La «Cavour», di oggi. Di 27 mila tonnellate, ha 244 metri di lunghezza e 39 di larghezza, pescaggio di 7,5 metri, ponte di volo di 220 per 34 metri; con sistemi e apparecchiature, appunto, veramente all’avanguardia, una centrale operativa con ben 150 postazioni, 7 mila miglia di autonomia potendo arrivare nel Golfo Persico, ad esempio, consumando il 50 per cento di carburante in meno; velocità 28 nodi pari a 52 km ora, con sistemi di sicurezza, armamenti, aerei e velivoli moderni e polivalenti con un costo, per la sua costruzione completa della piattaforma navale, di 900 milioni di euro, che con i sistemi missilistici ed elettronici ed altro arrivò a 1,5 miliardo, ovviamente al netto degli aerei e del relativo sistema di appoggio logistico, mentre l’equipaggio, ottimamente «ospitato» negli spazi e nei servizi, è composto da 1210 unità.

La Portaerei «Camillo Benso Conte di Cavour», oltre ad essere un grande orgoglio ed una identità italiana nel mondo, è una continua promozione per le nostre maestranze militari e civili ed, anche, un prezioso supporto sanitario e logistico durante il terremoto di Haiti , quale «Nave Ospedale», che, come sopraddetto, è stata una delle valenze per la quale essa è stata concepita e, quindi, non solo come forte ed efficiente unità per la difesa nazionale!

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