27 Aprile 2024
NELLE AULE dei TRIBUNALI

Sulla morte del muratore nell’ospedale di Barcellona sarà solo l’inchiesta giudiziaria a chiarire la verità

E’ ormai chiaro che da Nord a Sud, la malasanità non risparmia città, grandi e piccoli ospedali, cliniche e vari centri sanitari; molte infezioni e vere malattie, a volte, vengono prese proprio all’interno dei presidi sanitari ma il tutto fa parte di una certa casistica ed incidenza, anche e soprattutto, per gli interventi chirurgici. Spesso, da più parti e per motivi diversi, si enfatizzano i vari episodi ma sta obiettivamente il fatto che la malasanità esiste, eccome! Ed anche nelle nostre parti, si sono verificati dei casi gravissimi che, forse, avrebbero, meritato condanne più nette e pesanti.
La improvvisa ed insospettabile morte del giovane muratore di Barcellona Santi Caliri di 33 anni, ha, sicuramente, fatto molta impressione ed, ovviamente, merita una chiara e definitiva risposta e, per questo il Sostituto Procuratore Domenico Musto ha indagato tre medici, difesi dall’avv. Tommaso Calderone.
In sintesi, il 27 agosto scorso, Santino Caliri di 33 anni, è stato sottoposto ad un normale intervento di ernia inguinale, tecnicamente riuscito, dato che il paziente ha reagito regolarmente ai controlli e test di rito postoperatori, risultando vigile e mobile nei vari movimenti, ed anzi, ha chiesto di poter mangiare ed andare al bagno. Solo dopo sei, sette ore circa, verso le 20, improvvisamente, ha avuto una breve crisi epilettica ma a seguito di una replica verso le 22, i sanitari decisero di ricoverarlo nella più attrezzata, divisione di Neurologia dell’ospedale di Milazzo, ancora, chiaramente vigile. Da Milazzo, però, si è ritenuto necessario, dopo un attento esame del caso, di trasferire il muratore all’ospedale Papardo di Messina, dove Caliri è rimasto per circa venti giorni.
Da un primo resoconto dei fatti – comunque da confermare definitivamente – il deceduto avrebbe sofferto in passato di epilessia di cui si è, appunto, avuto manifestazione dopo molte ore dall’operazione, che, però, dall’anamnesi non è risultata.
Secondo una diversa versione dei fatti, invece, sarebbero state le presunte tre anestesie la causa del decesso del paziente che, quindi, non si sarebbe svegliato affatto.
Questa tesi, che sarebbe quella, in sostanza, sostenuta dall’avv. Maruzza Pino, rappresentante dei familiari del Caliri, però, contrasterebbe, fortemente, con la prima, sopra, ricostruita, sentendo anche altre voci interessate alla tragica vicenda, in questa iniziale fase giudiziaria.
In ogni caso, entrambe queste tesi potranno essere verificate sia dalle cartelle cliniche sia dall’autopsia. A margine della già triste vicenda, sarebbero avvenuti dei fatti incresciosi che non possono trovare alcuna giustificazione e di cui gli appositi uffici si stanno discretamente interessando.

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