9 Maggio 2024
Al Caffè

Al Caffè. I professionisti dell’Antimafia: chi li paga?

Il ritornello del razzismo

L’Opposizione è da capire. Sempre divisa nelle idee e nell’agire, fortemente frastornata dalla vittoria di Berlusconi che nelle ultime elezioni politiche ha ottenuto la maggioranza di voti più netta delle storia repubblicana, dalla chiara efficienza, già in questi pochi mesi, dimostrata dal governo di Centro-destra in vari settori e zone del Paese, non trova meglio che cercare di distrarre l’opinione pubblica con la «nuova ondata di razzismo crescente» in Italia. Ma, chi li ha fatti entrare, senza controllo, tutti gli immigrati? Quando la Sinistra e non solo, li invitava in Italia, «tanto qualche posto a tavola si troverà sempre…» si diceva. Ora, che anche i posti per gli Italiani si fanno sempre meno, quale può essere la soluzione.?

Che l’Opposizione si tolga dalle…sedie

 

I professionisti dell’Antimafia: chi li paga?

Magistrati, carabinieri, poliziotti, giornalisti, economisti ed altri, da decenni pagano con la morte fare il proprio dovere e, loro malgrado, diventando degli eroi in un Paese di pecore e sciacalli. Diversi familiari di vittime della mafia, non rassegnandosi a subire, hanno voluto, rinnovandone il ricordo, riprendere la battaglia dei loro cari uccisi, sia pubblico che in privato con grandi sacrifici personali, con dignità e serenità, affinchè la gente e, specie i giovani, non dimentichino. Poi, ci sono – come diceva Sciascia – «i professionisti dell’antimafia». Sono quelli che dal fenomeno mafioso traggono, concreto, guadagno politico, economico, protagonismo persona-le, visibilità mediatica, e, quindi, «prestigio» e «potere». Questi, girano, specie il Sud, organizzando conferenze, manifestazioni ed altro, ovviamente, per sensibilizzare la gente in senso antimafioso e, sicuramente, a proprie spese…o no?

 

La protesta nella scuola. «Ma tu perché potesti?»

Da più inchieste giornalistiche, uno studente su due non ne sa proprio niente. Cosa è l’educazione civica? Per il 7,8 % non c’entra niente con la Costituzione ed il 16 % pensa che sia il codice della strada. Ed il maestro unico? Il 14 %: «Un maestro unico per ogni scuola o per studente». Ed il ritorno al grembiule? Per il 15 % «Si vuole militarizzare la scuola» e, per molti altri, anche «una imposizione classista», mentre uno su tre è contro «perché costerebbe troppo». Due liceali su dieci hanno risposto che il decreto sulla scuola è autoritario perché la Gelmini è una autorità (ignoranza completa di termini e concetti!). Non basta. Molti contestatori sono sicuri che lo Stato non pagherà più i libri nemmeno agli alunni poveri (completamente al contrario!). Infine, molti studenti: «ma che è ‘sta Gelmini? e/o «Ma di quale riforma parla?». Gli studenti più sinceri sulla protesta: «E’ di venerdì e così ci facciamo un bel weekend». E la Cgil paga le trasferte a tutti, ovviamente,…per la democrazia nella scuola! Protestate, protestate, e gli asini aumenteranno…! Anche tra i docenti.

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