27 Aprile 2024
NELLE AULE dei TRIBUNALI

Operazione «TSUNAMI»: i tredici avvisi di garanzia per la Commissione Edilizia per abuso d’ufficio. La Procura di Barcellona interviene in tempo contro la prescrizione dei reati

SICILIA OCCIDENTE, si interrogava da mesi sul fatto che il processo contro l’assenteismo nel «Palazzo Santalco» riguardante 54 impiegati fosse solo un fatto isolato o che altre inchieste giudiziarie si sarebbero succedute. Lo si scriveva nel senso che le iniziative della Procura di Barcellona nell’ultimo anno facevano pensare ad una accelerazione ed approfondimento dell’azione di questa, anche nei confronti del Palazzo municipale ed, a quanto pare, i primi avvisi di garanzia, ben tredici, sono fioccati, per ora, solo sulla Commissione edilizia. Infatti, non è escluso l’allargamento di tale inchiesta o che, da questa, la Magistratura possa aprirne altre interessanti altre persone per altri reati. Al momento, però, gli attuali «avvisati» dovranno rispondere di abuso di ufficio in concorso tra loro, per aver rilasciato una concessione edilizia del 2005 molto sospetta.

Si tratta dei componenti la Commissione edilizia e funzionari apicali dell’Ufficio Tecnico del Comune: l’ormai in pensione maresciallo della Guardia di Finanza Santi Pino, l’ingegnere capo dell’Ufficio Tecnico Gaetano Calabrò, l’ing. Orazio Mazzeo, Caposervizio, l’impresario edile Giovanni Arlotta, il tecnico progettista e direttore dei lavori ing. Giuseppe Settineri ed, appunto, i membri pro-tempore della Commissione edilizia del Comune, l’ex assessore Luciano Antonino Genovese, come presidente ed i commissari Carmelo Genovese, Antonino D’Amico, Vincenzo La Scala, Carmelo Giannetto, Amedeo Gitto, Antonino Iannello, Franco Giunta.

Gli avvisi di garanzia, emessi dal Sostituto Procuratore Francesco Massara, sono la conclusione di una inchiesta proveniente dall’ «Operazione Tsunami» che, nello specifico, è relativa alla sopraddetta concessione edilizia, che avrebbe, tra l’altro, comportato un cambio di destinazione d’uso onde favorire l’imprenditore Arlotta, proprietario del complesso edile sorto in via Kennedy presso il torrente Idria a Pozzo di Gotto; l’altro favorito sarebbe l’amministratore del momento del gruppo commerciale «Fiorino snc» di Rocco Fiorino, già indagato ma, anche lui, oramai deceduto, il quale ha aperto, negli scantinati, un ipermercato rappresentante un marchio di notorietà nazionale.

Il proponentE l’ «affare», che sarebbe scaturito nel reato di abuso d’ufficio, sarebbe stato il Santi Pino, a suo tempo, maresciallo della Guardia di Finanza e comandante della Polizia Giudiziaria alla Procura di Barcellona. Davanti al Sostituto Procuratore Francesco Massara, gli indagati dovranno rispondere, ognuno per la loro funzione e parte di responsabilità, del reato ascritto ed, in particolare, per la violazione della legge e dei regolamenti edilizi, per aver permesso la totale difformità al piano di lottizzazione e del PRG, consistente in un aumento delle volumetrie e di una altezza superiore dell’edificio rispetto a quella consentita; con una falsa rappresentazione dei luoghi, mediante la quale veniva autorizzata anche la modifica del sottotetto del complesso permettendo, così, al proprietario di realizzare unità immobiliari con terrazzi, anche essi irregolari.

L’Operazione «Tsunami», come si ricorderà, venne portata avanti dell’Arma dei Carabinieri locale, comandata allora dal molto apprezzato, non solo localmente, Maggiore Domenico Cristaldi, – il quale, poi, venne trasferito in alta Italia – non solo con i metodi tradizionali ma anche con l’impiego di una vasta e significativa documentazione audio, video e fotografica, riguardante persone di vario genere ed importanza nei diversi ruoli, finanche istituzionali, da loro svolti. Infatti, da questa variegata documentazione, sono emersi fatti perfino clamorosi che porterebbero, quanto prima, a nuove svolte di indagini giudiziarie inerenti la Variante al PRG e lo stesso PRG.

Significativo, poi, il fatto che una parte dell’inchiesta «Tsunami» sia stata trasmessa a Reggio Calabria, facendo prevedere possibili altre clamorose situazioni, anche in alcune istituzioni messinesi.

Da sottolineare, inoltre, che la Procura di Barcellona PG, è riuscita ad intervenire prima che nell’immediato futuro avvenisse la prescrizione dei reati contestati agli imputati. In caso contrario, anche questa indagine sarebbe stata inutile e tutto il lavoro degli investigatori sarebbe divenuto i-nutile, come spesso sarebbe avvenuto per altre indagini nel passato.

Del resto, proprio per il Piano Regolatore Generale, non sarebbe esclusa una seria indagine parallela per individuare, eventuali, sospetti, altri casi di mutazione di uso, anche di terreni, da parcheggio, ad esempio, negli ultimi tempi, divenuti edificabili e simili, di costruzioni già in «convenzioni» e poi «ri-prese», compravendite e passaggi di terreni, magari con «prestanomi» sui cui non dovrebbe essere difficile saperne di più, in un certo periodo ed ulteriore approfondimento di indagine sull’attività di alcuni elementi in certi uffici strategici pubblici. Pare, pure, che a fronte, di ipotetiche «grandi» complicità e connivenze – perché, come molto spesso ripetiamo, saranno le aule dei tribunali a definire responsabilità e verità – ci sarebbe, allo stesso tempo, una certa rigidità nei confronti dei «semplici cittadini», che «escono pazzi» nell’ottenere concessioni edilizie ed altri diritti, se non dopo lustri e rassegnazione, costretti a soccombere per sfinimento e cedere alla volontà di qualche cavilloso o superficiale tecnico esterno, magari consigliato da qualche elemento interno.

Anche qui, le lamentele e le solite, da anni, «insistenti voci», meriterebbero essere comprovate. E’ chiaro, infatti, che queste voci rimangono sempre tali e, Noi, le riprendiamo, a volte, solo come registrazione giornalistica, almeno, appunto, fino a prova contraria.

Intanto, il Procuratore Capo Salvatore De Luca, da circa un anno e mezzo a Barcellona, obiettivamente, ha dato una scossa al territorio di sua competenza, colpendo oltre la criminalità in generale, le «intoccabili» ATO 2, GESENU, Fondazione Nicolaci-Bonomo ed, ora, ha «osato» entrare in Municipio, e chissà se qualcuno potrà più dire: «tanto a noi ce la possono…», intendendo riferirsi a qualche protezione politica particolare, sempre secondo le solite «insistenti voci» e da più parti, avrebbe permesso ad un «comitato politico-affaristico», dal 1997, di controllare tutto e tutti, o quasi, in Provincia di Messina.

 

FOTO. Il Procuratore di Barcellona PG. Salvatore De Luca

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