26 Aprile 2024
NOTE SUL DIRETTORE

Il manifesto di Gianfranco Barbera per la rivista Pietas!

A dieci anni dalla fondazione della rivista Pietas, organo ufficiale dell’omonima Associazione Tradizionale, riproponiamo l’intervento (così volle nominarlo il responsabile editoriale di allora) di Gianfranco Barbera pubblicato a pagina 39 del numero zero.

Questa rivista di studi classici nacque per volontà di Gianfranco Barbera e tutti noi di Pietas partecipammo a quello che, inizialmente, fu per noi un grande sforzo. Oggi siamo tanti e grazie ai numerosi nuovi soci ed ai nostri sostenitori quest’onere è diventato sempre meno difficoltoso.

Per non dimenticare lo spirito che ha animato tutti noi, e che continua ad essere il nostro motore interiore, onoriamo la memoria del fondatore della nostra realtà.

(Giuseppe Barbera, presidente Associazione Tradizione.Pietas)

L’ INTERVENTO 

di Gianfranco Barbera

Ciò che scrivo non è rivolto a semplici lettori, ma a chi ha fame di sapere e di conoscenza profonda. Non a chi giace supino dinanzi all’abisso dell’incoscienza e della serenità di Sant’Ermolao Beato e Pio come descrive Stecchetti nel suo poema. Solo chi ha nell’animo il fuoco di Filippo Tommaso Marinetti può intendere queste righe, menti come quelle di Giordano Bruno Guerri, Umberto Galimberti, gente sensibile al Pan Sovrano assoluto di questo mondo, e non imbecilli che si trastullano tra i dati della borsa e l’idiozia del Grande Fratello.

Oh Numi Santi! L’uomo ha negato il suo stesso vivere nell’idiozia del vivere consumistico e nell’assolvere il ruolo perfetto che questa religione gli ha assegnato: l’essere pecora guidata dal pastore della stupidità più profonda. Oh “negro toro de pena”! La più bella esclamazione di Garcia Lorca non sarebbe sufficiente a far comprendere il livello di stoltezza raggiunto dall’uomo di oggi dinanzi alle affermazioni dell’ovvio di uno dei più potenti esponenti delle religioni terrestri, come afferma la mente lucida di Eugenio Scalfari. Noi sì!

Fummo i Gattopardi, ma ci siamo mai chiesti perché non lo siamo più? Quali sono le forze malvagie che ci hanno spinto a diventare squallidi accattoni del sapere, iniqui mazzettari del nulla? La disamina che ci impegna a risolvere questo problema costa e costa molto, poiché quando ci si manifesta diventiamo dei coscritti criticati e malversati dagli stessi compagni di cordate oltre che dal gregge di pecore belanti lungo i viali di casa nostra.

Noi aspiriamo a diventare un riferimento per chi voglia partecipare alla costruzione di un ambiente sicuro ove esistono valori certi basati sulle sane virtù romane, dove la lealtà e il rispetto siano appannaggio di tutti e in tutti si infondano, dove l’etica pitagorica sia pienamente riconosciuta in modo che la nostra Weltenschaung sia affermata secondo i principi della sacra Res Publica Romana, in cui gli errori si paghino e non vengano perdonati in cambio di due “Ave Maria” e un “Gloria Pater”.

La società di oggi è un’offesa alla natura e a tutto ciò che rappresenta il suo equilibrio. È necessario tornare al simbolo e alla sostanza che esso rappresenta. Rifiutare il diabolos, rinunciare all’ipocrisia e alla falsità. Con il futurismo e D’Annunzio facemmo un passo in avanti eccezionale e tornare indietro fu un sacrificio enorme, in tutti i sensi, non solo in quello politico ma soprattutto in quello morale e sociale.

Il nostro non è un canto del cigno ma l’apertura ad un futuro migliore e il salto di qualità si può fare con l’impegno personale, indossando il costume da lottatore e accettando lo scontro sul ring con tutte le mediocrità che ci circondano, guardandosi bene a non avvelenarci al loro contatto. I nostri sono valori eterni. Noi siamo l’Ulisse che lungo le strade della vita affronta le prove più perigliose per giungere ad Itaca e distruggere i proci interni ed esterni.

Coloro i quali ci criticano sono già pervasi dai veleni di questa corrotta società, sono i mazzettari di sempre, gagliarda razza dei partiti politici della prima Repubblica ed esponenti eponimi della Seconda; persone riciclate a sinistra ed a destra capaci solo di praticare la recidiva ginnastica che tutti conoscono ma che nessuno ha il coraggio di esporre: compiere l’atto, confessare al prete di turno, essere assolti e perseverare. Ben vengano i madonnari col cuore infranto e le tasche gonfie tanto il Paradiso è assicurato, i figli sistemati e l’amante soddisfatta.

Noi preferiamo i campi Elisi all’ombra delle Termopili!

Questo è il nostro destino e lo perseguiamo fino in fondo.

Per maggiori informazioni su Pietas www.tradizioneromana.org

 

ATTENZIONE! A SEGUITO DI UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio. 

DI CONSEGUENZA, al 19 ottobre 2019, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

TOTALI  109.402 di cui: “terribile”: 3434 –  “insufficiente”: 3380 –  La stragrande maggioranza: ECCELLENTE”! –  “MI PIACE”:  25647 – “non mi piace”: 6795 – dal 30 Ottobre 2017 in diretta on line: 16765

NB. in questi dati non è compreso il numero di coloro che leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”.

SE I NOSTRI ARTICOLI E/O SERVIZI SONO DI VOSTRO GRADIMENTO, VOTATE “ECCELLENTE” E/O “MI PIACE”! GRAZIE!!!

 

 

 

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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