27 Aprile 2024
NOTE & NOTIZIE

Borsellino, l’icona di destra usata dalla sinistra

In occasione della scomparsa della sorella RITA, Pubblichiamo un interessante articolo di qualche anno fa, sul Magistrato palermitano ucciso, forse, non solo dalla mafia o da questa per conto magari di elementi e/o ambienti all’interno dello stesso Stato che, invece, lo doveva proteggere!

 

di Mariateresa Conti – Sab, 18/07/2015 – 07:00

Di «Mio padre di sinistra non lo era di certo». Era il 1994, due anni dopo la strage di via D’Amelio. E Manfredi Borsellino, il figlio del giudice Paolo trucidato in quell’eccidio, in un’intervista, smentiva lo zio Salvatore, fratello minore del padre, che tacciava di «sciacallaggio» chiunque osasse dire che Paolo era di destra. Corsi e ricorsi storici, la storia si ripete, 23 anni dopo: da un lato i figli, che quest’anno hanno voluto rimarcare la loro assenza alle celebrazioni del 19 luglio, domenica proprio come 23 anni fa, contro l’«antimafia di facciata» che, caso Crocetta docet, vuol fare del ricordo un proprio spot; dall’altro una sinistra che a dispetto delle simpatie di destra di Paolo Borsellino – da giovane studente si iscrisse al Fuan, l’organizzazione universitaria del Msi, e proprio il Msi, il 19 maggio del 1992, quattro giorni prima dell’uccisione di Giovanni Falcone, votò Borsellino come capo dello Stato di bandiera, tributandogli 47 voti – tenta in ogni modo di tirarlo per la giacca. Tuttora.


Povero Paolo Borsellino, icona di destra strattonata da una sinistra che continua a tentare di usare lui e che ha usato e buttato via alcuni dei suoi affetti più cari. Come Lucia, la figlia, bandiera della giunta guidata da Rosario Crocetta sino a qualche settimana fa, quando all’indomani dell’arresto dell’amico e medico personale del governatore Matteo Tutino si è dimessa, e ancora la notizia dell’intercettazione choc su di lei non era di dominio pubblico. O come la sorella Rita, eurodeputata del Pd dal 2009 al 2014 ma ormai fuori dalla politica e in rottura col Pd dal 2012, quando apertamente si rifiutò di sostenere alle Regionali proprio Crocetta. Corsi e ricorsi storici, ancora una volta. Nel 1994 Rita, certamente non di destra, non fece salire a casa sua in via D’Amelio l’allora premier Silvio Berlusconi, intervenuto alle commemorazioni, e parlò con lui solo al citofono. Adesso sempre Rita, come ha rivelato il fratello Salvatore a Radio24 , «ha mandato un sms a Crocetta, scrivendogli di non presentarsi alle manifestazioni di via D’Amelio perché non sarebbe una persona gradita».

Povero Paolo Borsellino, icona di destra strattonata dalla sinistra e anche dagli affetti più cari. Come il fratello Salvatore, che dal 2009 col movimento delle Agende rosse è in prima fila alle commemorazioni del fratello connotandole di un «rosso» che con le idee di Paolo c’entra ben poco. «Meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino», diceva uno slogan della destra coniato subito dopo la strage. E un anno fa il 19 luglio in via D’Amelio un Borsellino, Salvatore, ha abbracciato un Ciancimino, Massimo, il figlio del sindaco boss sotto accusa ma pur sempre testimone chiave del processo sulla trattativa Stato-mafia. Già, la trattativa, il processo dei processi su cui la Procura di Palermo si gioca tutto. I processi di Caltanissetta sono franati dopo 20 anni perché Vincenzo Scarantino era un falso pentito e si stanno rifacendo. In parallelo, a Palermo, c’è il processo sulla trattativa ideato da quell’Ingroia che Crocetta ha piazzato al vertice di una società regionale. Ha spaccato anche la sinistra, la trattativa. Una parte ha criticato l’impostazione del processo. Ricevendo di rimando l’accusa classica, quella del tentativo di delegittimazione. Povero Paolo Borsellino, icona di destra ostaggio della sinistra. Dopo 23 anni meriterebbe, almeno, verità e giustizia.

SICILIA OCCIDENTE, però, tornerà a scrivere su Paolo Borsellino e sulla speculazione della Sinistra e, non solo su questo grande Uomo che, insieme a Giovanni Falcone, si sono sacrificati per difendere uno Stato, quantomeno incapace, superficiale e distratto, all’interno del quale, verosimilmente, è maturato l’assassinio anche del Generale Dalla Chiesa e, tanto, tanto altro…!

ATTEZIONE!!! A SEGUITO DI UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio. 

DI CONSEGUENZA, all’1 agosto 2018, I VOTI,  EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

TOTALI  98501 di cui: “terribile” 1991 –  “insufficiente”: 2921 – La stragrande maggioranza: ECCELLENTE”!  “MI PIACE”:  21815– “non mi piace”: 6338

NB. in questi dati non è compreso il numero di coloro che leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”, che, ovviamente, sono la grande maggioranza!

SE I NOSTRI ARTICOLI E/O SERVIZI SONO DI VOSTRO GRADIMENTO, VOTATE “ECCELLENTE” E/O “MI PIACE”! GRAZIE!!!

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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