9 Maggio 2024
⨁ QUADRANTE INTERNAZIONALE

2010-2020, un decennio di vittorie per Viktor Orban e la sua“Nuova Ungheria» ed un esempio per l’ «Europa degli europei Cristiani»

Il 29 maggio il primo ministro ungherese Viktor Orban ha celebrato il decimo anniversario consecutivo della sua permanenza al potere, il leader più duratura, dopo la Merkel e già questo in Europa è un primato. Si deve, però, ricordare che Orban fu al governo, per la prima volta dal 1998 al 2002, fatto da considerare propedeutico ai successivi traguardi personali e politici col suo partito di “destra nazionalista e sovranista” FIDESZ.

Nel quadro di queste sempre più maturate idee, Orban ha ridisegnato il sistema economico-sociale del Paese, mediante una diversità di progetti ed attuazioni concrete che hanno portato ad un moderno e realistico controllo pubblico in diversi settori e campi sia produttivi, che, appunto, sociali. Nel 2011, sono stati rivisti i fondi pensione che, effettivamente, portando dei reali vantaggi alla gente; è stata attuata la Flat Tax al 15 per cento per le persone fisiche ed, addirittura, dal 2017, al 9 per cento, per le imprese. spingendo così i cittadini a pagare senza più remore il dovuto aumentando notevolmente le entrate nella casse dello Stato ed attirando, fortemente, aziende ed imprese e varie  società dai diversi paesi europei.

La realistica gestione dei “fondi di coesione europei” ha pure portato ad un deciso sviluppo delle infrastrutture ed industriale e grazie anche ad un nuova  politica monetaria, mediante una attenta gestione del fiorino, è stato possibile aumentare, significativamente, le esportazioni. Tutto ciò ed una accorta politica estera, hanno fatto sì che, diversi Paesi, specialmente, Russia e Cina,  abbiano portato molti miliardi di euro in investimenti ed affari vari di diverso genere e tipo.

Parallelamente allo sviluppo economico strutturale, è stata avviata anche una nuova politica sociale e di forte riguardo alle famiglie un-gheresi tendente allo sviluppo demografico del Paese. Come tende a precisare il Governo, questo ed altro: “per ovviare alla mancanza di forza lavoro nel settore manifatturiero, il governo non intende certo aprire le porte del Paese a lavoratori stranieri, ma anzi sta cercando di incentivare le famiglie a fare più figli per far crescere la popolazione ungherese. Le misure di Budapest a favore della natalità sono chiare ed evidenti: niente tasse a vita delle tasse a partire dal quarto figlio, prestito di 32mila euro per le donne sposate e altre agevolazioni varie sui mutui”.

A comprovare lo stato della crescente buona salute dell’Ungheria, vi è pure la chiara crescita del Pil ungherese, dal 2010 ad oggi del 18%, tanto che dai 130 miliardi di euro di Pil del 2010, è salita a 157 miliardi nel 2018, grazie alla continuità politica di Orban ed alla generale rapidità impressa al Paese dalla concezione della “nuova Ungheria” teorizzata, appunto, da Orban.

Di conseguenza a quanto sopra, il continuo rafforzarsi dello sviluppo economico-sociale e le varie iniziative del Governo, hanno portato all’evidenza del consenso popolare verso Orban  per cui non ci si meraviglia che le istituzioni rispondessero sempre più a questa “rivoluzione nazionale”. Del resto, lo stesso Orban, ha teorizzato il suo dire ed agire, sintetizzando il tutto nell’espressione “Democrazia illiberale”, che significa esprimere dei concetti pratici ed ideologici, nel senso della riscoperta dell’identità nazionale, ovvero della storia e delle tradizioni, della cultura e religiosa. Ciò trova logico il rilancio della Sovranità nazionale e dei relativi valori nella stessa Costituzione, valida dal Primo gennaio 2012. E’, quindi, naturale che si sia stata data, appunto, la centralità alla Famiglia, alla Tradizione, all’Etica ed alle Radici cristiane dell’Ungheria, ora, altro fatto emblematico, non più “Repubblica”.

In questa ottica politica, è stata ed è molto importante la lotta all’immigrazione clandestina, che assume una grande valenza, perché esprime chiaramente la difesa dei confini nazionali dal pericolo dell’invasione etnica e, specialmente, musulmana e dell’ordine pubblico interno. Orban, ha dalla sua, la grande esperienza negativa dei vari Paesi europei, con tutte le conseguenze sulla sicurezza interna ed esterna, costi economici e sociali e pericoli di ogni genere ormai ben presenti al loro interno, che hanno allarmato anche i cittadini di, fino a tempo, convinte democrazie, come i Paesi Scandinavi e prima l’Olanda, la Danimarca ed altre.

 

Orban e l’Ungheria esempi per altre nazioni dell’Europa

E’ inutile non riconoscerlo, piaccia o no, ma il Primo Ministro e la sua “Nuova Ungheria”, sono ormai da tempo dei punti di riferimento per buona parte dell’ opinione pubblica europea, di altri leader politici, imprenditori, economisti e, persino di altri Governi. Egli è ormai da anni uno dei primi ministri e leader politici a godere del maggior consenso in Europa e con sulle spalle una serie di vittorie personali e poli-tiche di grande risalto che, effettivamente, pochi suoi omologhi hanno: è riuscito indiscutibilmente vittorioso in sei elezioni, europee  nel 2009, 2014, e 2019 e per il rinnovo del Parlamento nel 2010, 2014, 2018 ed inoltre, il suo partito, il FIDESZ, ha mantenuto un invidiato minimo di voti di ben il 44% ed, addirittura, il 49 per cento, nelle elezioni politiche il 49 del 2014). Tale constante ed alta espressione di consenso popolare personale e politico, conferma l’ormai stabile sintonia di Viktor Orban col popolo ungherese. Pur ammettendo tale reale situazione, vi è chi sostiene che questo consenso sia stato anche favorito dalla nuova legge elettorale il cui quoziente dà un eccessivo premio di maggioranza, i due terzi del Parlamento, al partito vincente di Orban, ottenuto proprio  con le elezioni del 2014.

Intanto, nelle precedenti elezioni tale legge non esisteva ed Orban vinceva lo stesso e, comunque, questa teoria, dovrebbe, parimenti, valere per qualsiasi partito che, ovviamente, non è escluso a priori che possa vincere una o più elezioni.

A favorire ulteriormente Orban e la sua politica, pure la crisi creata dal Coronavirus, che ha portato il Primo Ministro a chiedere ed ottenere i poteri speciali dal Parlamemto, affrontatola con efficienza e soddisfazione della gente, aumentando ancora il suo gradimento e prestigio anche nei confronti di altre forze politiche e nei Paesi che a lui guardano.

Inoltre, tutte le speculazioni operate nei confronti del “dittatore” Orban, si sono rivelate un vero boomerang di figuracce per i suoi avversari in Europa, allorquando, alla fine di maggio, ha restituito i pieni poteri allo stesso Parlamento che, nel rispetto delle locali leggi, gli aveva concesso.

Per tutto ciò detto e per altro facilmente intuibile, non meraviglierebbe che Orban venisse riconfermato per un quinto mandato come Primo Ministro nel 2022-2026.

 

Quadrante Internazionale. SICILIA OCCIDENTE – Maggio 2020 . cartaceo

 

ATTENZIONE!IN SEGUITO DI UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio. 

DI CONSEGUENZA, al 20 giugno 2020, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

113607, PER LA STRAGRANDE MAGGIORANZA “ECCELLENTE”!

-Terribile 3627 – Insufficiente 3580

I “MI PIACE”  27300 IL 62 PER CENTO DEL TOTALE  E, dal 30 ottobre 2017, LETTORI IN ON LINE 23160

*In questi dati non è compreso il numero di coloro che, sono l’ampia maggioranza, leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”.

SE I NOSTRI ARTICOLI E/O SERVIZI SONO DI VOSTRO GRADIMENTO, VOTATE “ECCELLENTE” E/O “MI PIACE”! GRAZIE!!!

 

 

 

 

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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