6 Maggio 2024
FORZE ARMATE & NATO

Attacchi alle Forze dell’Ordine: è ormai emergenza nazionale per la sicurezza interna. Nel 2017, 2.695 casi, più 21,8% del 2016 ed un poliziotto ferito ogni 3 ore!

Ormai da troppi anni aumentano, sensibilmente, gli attacchi alle Forze dell’Ordine ed i numeri dell’ultimo rapporto dell’Osservatorio «Sbirri Pikkiati» dell’ Associazione sostenitori Polstrada (Asaps,) lo confermano chiaramente e sono sempre più allarmanti, tanto che il presidente Giordano Biserni, afferma senza tema di smentite che: «E’ incontestabile,  la violenza sulla strada non trova argine neppure nelle divise di chi rappresenta lo Stato. E questo deve preoccupare sia le istituzioni che gli stessi cittadini»! ed aggiunge che: «Un fenomeno quello delle aggressioni alle divise sempre più preoccupante e in forte incremento. 

Nel 2017, il nostro osservatorio «Sbirri Pikkiati» ha registrato 2.695 aggressioni nei confronti di poliziotti, carabinieri, agenti di polizia municipale, di operatori delle altre forze di polizia e in questo caso parliamo ovviamente solo delle aggressioni avvenute su strada durante i controlli delle forze di polizia con esclusione quindi di tutto ciò che riguarda la gestione dell’Ordine pubblico. Il numero è in forte aumento con 482 aggressioni  in più ed un incremento del 21,8% rispetto ai 2.213 attacchi del 2016. Nel 2015 le aggressioni da noi registrate furono 2.256. Nel 2014 erano stati 2.266 nel 2013 2.286, mentre nel 2012 si era arrivati a 2.290. In Italia, dunque siamo passati in 5 anni da una aggressione ogni 4 ore a una ogni 3 ore con almeno un operatore di polizia che finisce in ospedale, spesso con conseguenze invalidanti, fisiche e psicologiche, che lo accompagneranno per tutta la carriera». «Nel 2017 in 447 episodi (16,6%) l’aggressore ha fatto uso di armi proprie o improprie (bastoni, coltelli, crick, in molti casi la stessa vettura per travolgere il poliziotto o qualsiasi strumento idoneo ad aumentare le conse-guenze dell’aggressione). Nel 2016 in 412 casi, pari al 18,6% del totale (19,6% nel 2015). I più colpiti dalla violenza si confermano ancora una volta i carabinieri, che da soli hanno totalizzato il 46,5% delle aggressioni (in tutto 1.252), dato in aumento rispetto alle 1.091 del 2016, ma la percentuale è in calo in quanto era al 49,3%. Seguono la Polizia di Stato con 1.016 (37,7%) aggressioni  in netto incremento rispetto alle 799, (36,1%) del 2016 e la Po-lizia Locale con 283 attacchi (10,5%). Anche in questo caso l’incremento è netto rispetto ai 212 referti (9,6%) del 2016 e gli altri corpi con 189  attacchi, 7%». 

Infine, ma non certo in ultimo, in 1.231 casi, ovvero il 45,7%, si conferma un incremento di autori stranieri dei reati in questione, rispetto al 20 16, quando furono 947,  e cioè il 42,8%. E’ stato inoltre accertato che in 721 casi, pari al 26,8%, l’aggressore è risultato poi ubriaco o drogato. «I dati confermano ancora una volta che l’argine di contenimento delle divise rispetto alla violenza che si manifesta ogni giorno sulle strade è sempre più fragile. Allora ci ripetiamo fino allo sfinimento. Tutto questo avviene nell’indifferenza pressoché totale dell’opinione pubblica e  della stessa politica. Posizione pericolosa e ingenua. Del dilagare della violenza contro le divise sulla strada dovrebbero invece preoccuparsi per primi i cittadini ancor più degli agenti e carabinieri perché dopo l’argine ci sono loro come destinatari e vittime di una violenza sempre più tracotante e ormai di fatto quasi impunita. Fino a quando si potrà continuare in questo modo?». Particolare molto significativo – come sopra documentato da parte dei dati ufficiali – e che una certa stampa e certa parte politica, molto colpevolmente per demagogia, fanatismo ideologico ed altri interessi di affari nel fenomeno dell’immigrazione clandestina, hanno sempre cercato di nascondere o, comunque, sminuire l’oggettivo fatto che i protagonisti di molti di questi gravi attacchi sia opera di immigrati, in continuo crescendo all’aumento della loro presenza nel nostro territorio, per cui al numero dei reati da parte di italiani si aggiungono, ormai da molti anni, quelli compiuti, appunto, da stranieri, Infatti, documenti alla mano, il presidente Giordano Biserni significa che gli stranieri sono i più pericolosi perché più aggressivi – ed aggiungiamo Noi – hanno capito come vanno le cose in Italia e, quindi, si sentono impunibili anche per la protezione, materiale e psicologica, di certi ambienti politici della Sinistra, ufficiale e non, che hanno diversificati interessi politici ed economici per speculare su di loro!

 L’odio dei magistrati

Il problema è che le forze dell’ordine non possono nemmeno difendersi, perché a disarmarli c’è la magistratura. Per due evidenti motivi: il primo, perché grazia i malviventi catturati con fatica dalle volanti; il se-condo, perché sembra godere nel mettere alla gogna un carabiniere che spara (e magari uccide) un bandito durante un’azione di ordine pubblico. Volete due esempi recenti? A Ferrara il 5 ottobre il giudice ha rimesso in libertà il parcheggiatore abusivo nigeriano che aveva strattonato e sbattuto a terra una poliziotta- Ad Ancona, invece, il pm ha chiesto un anno e otto mesi di carcere per un carabiniere che un anno fa sparò (e uccise accidentalmente) un ladro albanese in fuga che con la sua auto stava per investire due colleghi dell’Arma.

Un episodio che ha fatto esplodere la rabbia dei sindacati. A ragione. «I poliziotti sono la categoria con le indennità più basse di tutto il pubblico impiego – dice Giuseppe Crupi, dirigente nazionale Siap – e manca pure la copertura legale per i fatti inerenti al servizio». «L’unica opzione disponibile per le Forze dell’ ordine che si trovano ad affrontare un criminale è uccidere o andare in carcere», ribatte il Coisp. In effetti non c’è alternativa. Perché si sa: in Itaia gli unici poliziotti buoni sono quelli morti. (da vari quotidiani, ndr)

Quando finirà tutto questo? E’ ora di reagire da parte della parte ancora sana dello Stato e delle sue istituzioni e dagli stessi Italiani!!!

 

 

 

FORZE ARMATE & NATO di SICILIA OCCIDENTE – Giugno 2018 – cartaceo

ATTENZIONE!!! A SEGUITO DI UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio. 

DI CONSEGUENZA, all’5 Dicembre 2018, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

TOTALI  102.090 di cui: “terribile”: 2363 –  “insufficiente”: 3068 – La stragrande maggioranza: ECCELLENTE”!  “MI PIACE”:  23051 – “non mi piace”: 6380 – dal 30 Ottobre 2017 in diretta on line: 8900

NB. in questi dati non è compreso il numero di coloro che leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”, che, ovviamente, sono la grande maggioranza!

SE I NOSTRI ARTICOLI E/O SERVIZI SONO DI VOSTRO GRADIMENTO, VOTATE “ECCELLENTE” E/O “MI PIACE”! GRAZIE!!!

 

 

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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