TANZANIA. Le sfide del nuovo presidente Magufuli: vuole fare la “Rivoluzione”, ammodernare il Paese e lottare la povertà, attirare capitali e dare dignità alla Nazione
La Tanzania, purtroppo, è uno dei Paesi più poveri ed arretrati del Mondo, con periodi di gravi instabilità politiche, sociali e razziali, con tornate elettorali piuttosto discutibili e regolarmente contestate da tutti i perdenti con accuse di brogli elettorali ed altro, oltre alla solita spina nel fianco dell’isola di Zanzibar, ancora oggi pesante problema per il Paese.
Si tratta di uno Stato, ex colonia tedesca fino alla Prima Guerra Mondiale, poi sotto l’amministrazione fiduciaria inglese e divenne indipendente nel 1961, estesa per 945.090 kmq e oggi con quasi 50 milioni di abitanti, repubblica presidenziale, nell’ Africa centro-orientale sbocca nell’oceano india-no con capitale Dodoma, una città di 250 mila abitanti che nel 1973 ha sostituito per la parte am-ministrativa la grande Dar es Salaam. Il 35 per cento della popolazione è di religione cristiana ed un altro 35% musulmani mentre il 30% professa religioni indigene varie.
Razzialmente è composto da 120 etnie diverse con attive presenze di arabi, pakistani, indiani e da comunità cinesi ed europee.
Politicamente, dal 1977 al 1995 il Paese è stato do-minato dal partito “Chama cha Mapinduzi”, CCM, il cosiddetto “Partito della Rivoluzione” del “Padre della Patria” di Julius Nyerere “socialista” e filosovietico, che nel 1985 decise di lasciare il potere nel 1985.
Finito, nel 1995 il periodo del partito unico, si succedettero altri governi e presidenti, assillati sempre con i soliti poteri, problemi e con una Opposizione fortemente divisa e confusa nelle idee e nell’ azione e, per questo, non andò mai al governo!
E’ però il 5 Novembre del 2015 che venne eletto il neo presidente Jhon Magufuli che sconfisse il precedente suo antagonista e governo, travolti da scandali ed accuse di incapacità ed, appunto, dall’eclatante sistematica di corruzione mentre il partito CCM continua ad avere la maggioranza nel Parlamento.
Jhon Magufuli è nato il 29 ottobre 1959, docente, è stato eletto deputato nel 1995 ed è pure stato più volte Ministro in diversi settori, soprattutto però del Lavoro per circa 16 anni, assumendo una grande esperienza che già in questi mesi dal suo inizio di mandato presidenziale cerca di mettere in atto.
L’indicazione della sua linea di condotta già si intravede in questo poco tempo dalla elezione, proprio dalle numerose e continue notizie che provengono dalla Tanzania per vari motivi e settori e, quindi, dall’interesse che già una certa stampa estera comincia ad avere per ciò che avviene nel Paese africano.
La diversità di interventi e richieste, sollecitazioni, contatti e direttive ben precise, appunto, già in questi pochi mesi del nuovo Governo, fanno capire una precisa volontà di agire di questo nuovo Presidente; il riscontro di risposte che sta avendo dall’estero in ogni campo, potrebbe portare ad una inaspettata sorpresa molto positiva nel continente africano.
Ecco, solo alcuni principali “eventi” ufficializzati negli ultimi messi di luglio, agosto e settembre di quest’anno:
la cinese Sepco III costruirà una moderna centrale elettrica; un protocollo firmato con la Banca Mondiale per un piano per la elettrificazione rurale; una Banca africana stanzia 2,2 miliardi di dollari per progetti idroelettrici; verranno importati dall’Etiopia 400 Mw di energia idroelettrica; pronto piano per la riduzione del 20& di gas serra entro il 2030; scelte sei regioni per creare nuove speciali aree economiche; destinati 30 milioni di dollari per impianto del gas nella zona di Lindi; la società ADB aumenterà i progetti idroelettrici; Banca africana destina 93 milioni di dollari per nuove infrastrutture stradali; Banca africana destina 200 milioni di euro per riammodernare i trasporti; nuovo piano per attirare investimenti “sostenibili”; la società Green Energy procura finanziamenti esteri per 800 milioni di dollari; altre simili iniziative ed accordi interni sono in corso o previsti:
E’ chiaro che la seguenza di tante e diverse notizie, ricordiameo, in meno di tre mesi da Noi presi in considerazione, danno il senso della chiarezza di idee e determinazione del neo Presidente.
L’altra “battaglia” che già ha annunciato di intraprendere è quella della lotta senza quartiere al sistema della corruzione a vari livelli, specie negli organi dello Stato e nella Politica. Magufuli, pare, quindi, che voglia dare una improvvisa ma ur-gente scossa all’intero Paese sotto tutti i punti di vista, quello organizzativo, infrastrutturale, di costume politico e tanto altro, in un disegno generale di ammodernamento per una “Nuova Tanzania” che, quantomeno, sia sempre meno povera ed attiva e che possa, finalmente, avere dignità e ri-spetto già in tutta l’Afriaca; probabilmente sulla scia della sana politica economico-sociale effettuata da qualche decina di anni in India, che prima, moriva, letteralmente, di fame e pur con la sua grande mole di popolazione e geografica, in sostanza, non contava niente nel mondo, cosa ormai completamente diversa!
Jhon Magufuli, verosimilmente, questa volta che ne ha i poteri, con la grande esperienza politica ed amministrativa, vorrà, finalmente fare la sua “Rivoluzione”, quella vera, per la sua Tanzania che, finora, di “rivoluzione” ne ha sentito tanto, tanto parlare a vuoto ed a sproposito. Certo, ripetiamo, è una grande sfida, ma
che sia, questa, la volta buona?