28 Aprile 2024
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Il nuovo quadro di De Francesco nella chiesa di San Vito

Ha lavorato per tre estati consecutive, il pittore Francesco De Francesco, per portare a termine la pala d’altare per la chiesetta delle Anime del Purgatorio di Pozzo di Gotto, commissionata dalla Confraternita delle Anime del Pur-gatorio. Domenica 23 Agosto è stato possibile ammirare la pala completa, raffigurante la Trinità e le Anime purganti, collocata sull’altare, nello spazio lasciato libero dalla tela di Pietro Cannata, del XVII secolo, rubata verso la fine del secolo scorso. L’opera è stata benedetta, nel corso di una cerimonia e di un momento di preghiera, da padre Santino Colosi, presenti anche il vicario foraneo padre Giuseppe Turrisi, il governatore della confraternita Saro Cutropia, l’assessore alla cultura Ilenia Torre in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, e un nutrito numero di fedeli.

De Francesco non ha voluto “copiare” l’antico quadro, ma realizzare un nuovo dipinto che in qualche modo lo richiamasse. L’olio su tela, di centimetri 240 di base per 300 di altezza, è suddiviso in tre fasce orizzontali. In alto la Trinità, con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (la colomba); al centro la Madonna del latte, un arcangelo e San Francesco di Paola (omaggio alle origini pozzogottesi della madre del santo calabrese); in basso le Anime purganti, con le figure dalle sembianze dell’artista, di suoi parenti e amici. Lo stile dell’opera rimanda al Rinascimento con qualche incursione nel Manierismo, per via dei panneggi mossi di alcune figure. La foto in bianco e nero dell’opera trafugata di Pietro Cannata si può vedere a pagina 18 del libro Il mosaico della memoria, GBM, 1999.

A questa sintetica ma esaustiva nota del noto architetto e studioso Marcello Crinò, è d’obbligo ricordare come l’artista Francesco De Francesco sia, anche l’autore, nel 1998, della “Fontana” di marmo rappresentante i “fiumi” del Longano e dell’Idria, sita in piazza Basilica di San Sebastiano. L’opera originaria molto più grande di quella poi edificata e dalle caratteristiche molto più logiche e morbide, venne, inopinatamente, “ridotta” alterandone così le logiche proporzioni e definizioni dei particolari.

Questa irrazionale modifica fu, a suo tempo, giustificata per la improvvisa mancanza di fondi!  Su tale giustificazi-one, nella creazione di una opera d’arte che poi non era tanto costosa, specie nel quadro della risistemazione dell’allora Piazza Duomo, rasenta il ridicolo! Francesco De Francesco, infatti, pur vivendo al Nord Italia, dove esercitava la professione di Medico, ora in pesnione, ma già maturo nel campo dell’arte e creatore di tante e diverse opere, non volle alcuna prebenda di qualsiasi genere intendendo, solamente, rendere omaggio alla sua terra natale! Sarebbe stato, quindi, cosa buona e giusta rispettare il “disegno” originario della Fontana, cosa che avrebbe, sicuramente, fatto molto meglio apprezzare l’opera in sé ma pure valorizzata maggiormente l’area dove essa ancora sorge. Seppoi, come per tante altre opere e zone, la Fontana venisse più curata e tenuta costantemente pulita, tutto sommato, non sarebbe male!

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