La Polizia di Stato esegue 12 misure cautelari verso imprenditori, intermediari ed il gestore di un patronato responsabili del reato di favoreggiamento della permanenza clandestina nel territorio nazionale
Come da troppo tempo e troppo spesso in Italia, il business sul traffico degli immigrati clandestini prospera in vari modi ed ambienti, magari anche “buonisti”, “assistenziali” e sindacali e con il sostanziale interesse politico di certi partiti e “parrocchie”, come, del resto, registrano le cronache e le stesse Forze dell’Ordine constatano.
E’ ovvio, che simile realtà esiste anche nella nostra provincia come, ancora una volta, dimostra l’operazione del Commissariato di Barcellona PG, con la collaborazione della Squadra Mobile di Messina, che ha portato il Tribunale di Barcellona PG ad emettere misure cautelari nei riguardi di dodici persone, per aver violato la normativa che regola il soggiorno sul territorio nazionale di cittadini stranieri e di averne favorito illegalmente la permanenza, al fine di trarne ingiusto guadagno.
Si tratta di imprenditori e datori di lavoro, di intermediari ed in modo particolare del responsabile di un Patronato che, grazie alle sue conoscenze della materia e relazioni personali, di fatto, gestiva il tutto.
Il periodo di rifermento della indagini è compreso dal giugno 2020 fino ad oggi e scaturiscono dai controllo dei documenti e circostanze del soggetto richiedente il permesso di soggiorno da parte di immigrati extraeuropei presso il Commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto diretto dal Vicequestore Antonio Rugolo.
Di conseguenza, dalle verifiche fatte, si è evinto come l’organizzazione del sistema illegale fosse da tempo in essere, tanto che gli autori dei reati si sentivano al sicuro, non curandosi delle illogicità dei documenti presentati e delle modalità da loro usate.
Attraverso l’ormai consolidata prassi della contraffazione della relativa documentazione necessaria, ovvero, con dei falsi contratti di lavoro e buste paga, contributi previdenziali e residenze, nelle quali, in effetti, gli immigrati in questione, non risiedevano affatto ed anche le dichiarazioni di ospitalità venivano fatte dalla stessa persona e per lo stesso immobile, nel quale, appunto, l’extracomunitario non aveva mai trascorso un giorno ed, addirittura, molti di questi extracomunitari non erano ancora arrivati in Italia, ma lo avrebbero fatto dopo la loro… “illegale regolarizzazione”.
Tutto questo ed altro, è stato accuratamente accertato mediante le intercettazioni telefoniche ed ambientali ed altri accorgimenti.
Sono, quindi, finiti in carcere il tunisino Hedi Ben Ameur di 62 anni, che gestiva nel Patronato “Inpas“ tutte le faccende” e senza il quale, pare, il sistema criminoso non avrebbe potuto funzionare. Giuseppe Salvatore Lo Presti di 60 anni, che sarebbe collaboratore del sindacalista nordafricano e responsabile di una impresa di pulizie, quindi, Carmelo Recupero, 61 anni, imprenditore agricolo e Giulia Calabrò, di 54 anni, amministratrice della Ditta “Germoglio Srl”.
Agli arrestati ai domiciliari sono Giuseppe Cicciari, 44 anni, vivaista e Biagio Triscari, 58 anni, di Tortorici; Domenica Muscainisi, 67 anni, imprenditrice ed Antonella Puglisi di 45 anni, responsabile di una azienda di Terme Vigliatore.
Gli obbligati a presentarsi ogni giorno al Commissariato sono per Carmelo Salamone, 37 anni, per fittizia assunzione di una badante e Giuseppe De Stefano, 70 anni, che, come già funzionario dell’Ufficio del Lavoro di Messina, avrebbe avuto la possibilità di agevolare la regolarizzazione degli immigrati inquisiti. Andrea Alizzi, 49 anni, avrebbe, invece, affittato appartamenti ad immigrati, in teoria, domiciliati a quegli indirizzi. L’altra arrestata è la tunisina Zhora Ghazouani, 49 anni, abitante a Milazzo, mentre gli altri destinatari delle misure cautelative sono di Barcellona PG.
Sempre, nell’ambito della lotta all’immigrazione clandestina, non è escluso, da parte delle Autorità competenti, prossimamente, l’avvio di un più generale ed attento controllo verso cooperative, società, centri di assistenza, circoli, sindacati, patronati, sedi ed addetti che ruotano intorno a questo losco affare di grandi guadagni, ma anche di controllo politico e sociale e contro la prostituzione straniera ed altro ancora.
Questa vicenda giudiziaria, si presenta piuttosto impegnativa per la Difesa – avvocati Sergio Alfano, Tonino Aliberti, Sebastiano Campanella, Fabio Catania, Giuseppe Lo Presti, Giampiero Picciolo, Paolo Pino e Carmelo Scillia – poichè essa potrebbe portare ad ulteriori sviluppi al momento imprevedibili.
ATTENZIONE! IN SEGUITO AD UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio.
DI CONSEGUENZA, all’8 gennaio 2022, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:
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