4 Maggio 2024
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L’impegno di Lombardo: non voglio essere il «Governatore» dei Siciliani ma il loro «Presidente», la Sicilia si rialzerà!

E’ questo il concetto base espresso più volte, soprattutto dopo le elezioni del 13 aprile, da Raffaele Lombardo ed il cui MPA, Movimento per l’Autonomia da lui fondato, è ormai un chiaro protagonista nel quadro politico dell’Isola.

Nato ed avviatosi rapidamente, parallelamente all’allora «Alleanza Siciliana» dell’eurodeputato Nello Musumeci – che deluso, come tantissimi, da AN di Fini, abbandonò quell’ormai partito senza colore né più di Destra – insieme risollevarono, dopo sessant’anni, il problema dell’Autonomia siciliana affinchè venisse, finalmente, attuata.

Raffale Lombardo, formatosi alla migliore scuola democristiana isolana, vuole ora dare un forte segnale di cambiamento nelle forme, nella prassi e nell’immagine della politica siciliana, a partire dal suo stesso MPA ed imponendolo anche agli alleati, perché sa benissimo, che se i Siciliani non vedranno questi conclamati cambiamenti positivi promessi ed una nuova atmosfera di speranza e moralità, fra cinque anni, la Sicilia sarà nel baratro. Per questo, avverte subito Lombardo, che doppi incarichi e mille prebende dovranno finire o comunque fortemente ridursi; basta, quindi, assessori e deputati pigliatutto e pseudoducetti di correnti e campanili ed il tutto con grande informazione ai cittadini perché questi comincino a riprendere fiducia nelle istituzioni locali. Lotta chiara alla mafia ed organizzazioni criminali, ma nello stesso tempo, pure a certi «professionisti dell’Antimafia», che mediante essa, di fatto, si sono creati un potere mediatico ed operato un protagonismo personale, a volte, anche con ritorno di interessi vari. Difesa, ribadiamo, dell’immagine della Sicilia, maggiore efficienza e trasparenza della macchina burocratica dell’ARS mediante, appunto, l’ informazione sulle attività ed iniziative di queste nel loro insieme con una particolare attenzione alle richieste della gente. Tutto ciò, si tradurrebbe in una generale od alme-no, inizio, di inversione di tendenza da parte del potere politico e dei singoli deputati, assessori ed uffici regionali, perché siano anche più morigerati, meno arroganti e più rispettosi dei cittadini, magari con la messa a punto di modalità e strumenti che, effettivamente, diano realtà a questa nuova linea che, pare, voglia determinare il nuovo Presidente della Sicilia; che, di conseguenza e significativamente, rigetta il termine di «governatore», avvisando, pure, che non ci sarà appiattimento, da parte sua, alle richieste di qualsiasi tipo e genere del potere centrale romano… E’ credibile, pertanto, che, per le parole molto significative, nette e di facile lettura rilanciate ancora in queste settimane, dal nuovo Presidente della Regione Siciliana, esse non possano essere intese come semplici formalità di rito, bensì come un deciso segnale di un impegno ed una volontà per cambiare rotta. Parole ed impegni, ufficialmente, presi e facilmente e, quindi, rinfacciabili allo stesso Lombardo in ogni momento, dato che con esse si è ormai troppo sbilanciato ed esposto in ogni senso.

Lo vedremo già fra qualche mese, ma, intanto, facciamo nostri gli auspici del neopresidente, perchè, finalmente, insieme a tutta l’Italia, anche e soprattutto, la Sicilia possa veramente, almeno, iniziare a rialzarsi!

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