7 Maggio 2024
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L’ALLUVIONE DEL 22 NOVEMBRE 2011. L’inchiesta della Procura di Barcellona voleva chiarire le responsabilità sulla mancata tutela del territorio nei dieci anni precedenti quel disastro

Nel decimo anniversario della pesantissima alluvione della Città di Barcellona Pozzo di Gotto, riteniamo opportuno ripubblicare quanto scritto nel numero di Gennaio 2012, nell’edizione, allora, solo cartacea di SICILIA OCCIDENTE.

 

L’alluvione del 22 novembre del 2011, segue quella del 2 dello stesso mese del 2010, e quella del 2009 e del dicembre del 2008, troppe coincidenze per ritenere che tutto sia nomale e prendere atto che il clima è cambiato, per mille cause vere ed altre molto meno. Noi siamo contro il catastrofismo più o meno interessato od, anche, in buona fede, credendo che vi siano molte speculazioni politiche, economiche, ma, è innegabile che la mano dell’Uomo abbia aggravato le cose, pure dalle nostre parti. S.O. anche in questo campo ha cercato di denunciare, documentare, interrogare su fatti, persone e conseguenze. A tal proposito, ripubblichiamo quanto «allarmato» nel numero scorso di S.O, prima dell’alluvione del 22 novembre scorso:

«E’ormai continuo l’allarme per le alluvioni nel nostro comprensorio dopo quella del 2008 ed il cedimento nel 2010 dell’argine della Saia «Bizzarro» a Barcellona.

E’ sempre con preoccupazione che i cittadini «attendono» le piogge dopo i danni e la tragedie di Giampilieri, i drammi di San Fratello, Falcone, Caronia ed altri luoghi, compresi Barcellona nel dicembre del 2008. L’’incuria dei territori ha aggravato, fortemente, i danni alle cose ed alle persone. Disboscamenti ed abbandono dell’agricoltura e, comunque, mancato monitoraggio di terreni e di saie, tombini e fogne e tanto altro. Colpe, queste, dell’uomo, in genere, ma pure delle diverse amministrazioni per menefreghismo, superficialità  od incapacità. E’ ormai chiaro che si deve rinnovare una vera e propria politica per il controllo del territorio, mediante una intesa tra le istituzioni locali che permettano una reale «fotografia» dello stato delle aree inerente il controllo delle acque piovane ed, ovviamente, la pulizia periodica degli impianti fognari.

A Barcellona Pozzo di Gotto, il 2 novembre del 2010, non vi sono stati grandi danni per l’acqua piovana bensì per il clamoroso crollo di una parte di argine della saia «Bizzarro», che ha prodotto una onda anomale investendo la zona da Pozzo Perla fino alla foce del torrente Idria in cui si è riversata, e non viceversa, per giorni, una grande massa di acqua arrivata fino ad erodere una parte della strada del ponte alla foce dell’Idria, i cui argini sono stati indeboliti e fatto crollare il ponte antistante oltre la strada – poi, per la verità, prontamente rifatto e risistemato insieme a quel tratto di lungomare – creando tanti altri e diversi danni a cose, case, terre coltivate, veicoli e mezzi vari nella zona; mentre, al di là dell’altro argine lato Palermo, non si è avuta alcuna alluvione ad ulteriore dimostrazione che se non avesse ceduto l’argine della grande Saia «Bizzaro», nulla di grave sarebbe successo. Le domande sorgono spontanee, ma, intanto, si spera che gli uffici competenti comunali e provinciali accelerino i lavori per gli argini dei torrenti ed altro,  prima di future altre  tragedie. Si aspetta di nuovo questo?». Facili profeti, ma non pensavamo così immediati!

 

Ed ecco il comunicato del CIVITAS, dopo l’ultima alluvione:

«Il CIVITAS EUROPA ricorda che già a proposito dell’altra alluvione del 2 Novembre del 2010, come altre associazioni, sindacati e cittadini anche dei Comuni vicini, abbia sottolineato come parte dei disastri sia dovuto alla mancata tutela del suolo pubblico da tantissimi anni;

– Il CIVITAS in particolare, in un suo comunicato, ebbe a significare come l’alluvione del 2 Novembre del 2010, della fascia tendente al mare, tra Pozzo Perla ed il Torrente Idria, si stata dovuta al crollo di un ampio argine della “solita” saia “Bizzarrro” causando gravissimi danni a cose, case e terreni, tanto che alla foce del torrente in questione era l’acqua dei terrenti invasi che, fortemente, si riversava nello stesso, e non viceversa, facendo crollare il ponte al di la della strada litoranea!

A dimostrazione di ciò, si rileva come dall’altro argine della foce dell’Idria, tale disastro non vi sia stato.

– Il CIVITAS, ma non solo questo, continuamente, ha sollecitato la messa in sicurezza della saia “Bizzarro” ed, in generale, la ricostruzione degli argini danneggiati non solo dell’Idria ed un monitoraggio del territorio comunale intervenendo almeno nelle zone più a rischio ottenendo solo assicurazioni verbali o scarichi di competenze;

-Il CIVITAS, pur riconoscendo che l’alluvione del 22 Novembre sia stata molto più grave di quella del 2010, deve però ribadire come sempre nella fascia tra Pozzo Perla e la foce del torrente Idria, i danni siano dovuti e maggiorati a causa del crollo dell’argine “ricostruito” nel mese di Settembre del 2011!

– Il CIVITAS, di conseguenza, appoggia la “petizione popolare” per l’immediata messa in sicurezza del territorio ed in particolare, appunto, della zona di Pozzo Perla, Cicerata, Caldà, del torrente Idria e la sua foce e, specialmente, si ribadisce, della saia “Bizzarro” che da due anni è fonte di disastro, di cui, ovviamente, anche il CIVITAS chiede chiarezza delle responsabilità per le quali, del resto, la stessa Procura di Barcellona ha avviato una indagine a vasto raggio riguardante tutte le opere fatte negli ultimi dieci anni a tutela del territorio comunale.

 

Il 30 novembre, la stampa ha dato grande spazio all’apertura di questa generale inchiesta da parte della Procura di Barcellona sul disastro alluvionale per far emergere precise responsabilità di enti, uffici, tecnici e non, ditte ed altri, che sono stati impegnati nei lavori di tutela del territorio,  specie di Barcellona, negli ultimi dieci anni da quella alluvione.

 

FOTO. L’allora Procuratore della Repubblica di Barcellona PG,

Salvatore De Luca

 

La domanda dei Cittadini: dopo ben altri dieci anni, cosa e come si è fatto…?!

 

 

ATTENZIONE! IN SEGUITO DI UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio. 

DI CONSEGUENZA, al 6 ottobre 2021, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

TOTALI: 120.072 PER LA STRAGRANDE MAGGIORANZA “ECCELLENTE”!

-Terribile 4386- Insufficiente 3853

I “MI PIACE”  30.051 IL 62 PER CENTO DEL TOTALE  E, dal 30 ottobre 2017, LETTORI IN ON LINE 28952

*In questi dati non è compreso il numero di coloro che, sono l’ampia maggioranza, leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”.

SE I NOSTRI ARTICOLI E/O SERVIZI SONO DI VOSTRO GRADIMENTO, VOTATE “ECCELLENTE” E/O “MI PIACE”! GRAZIE!!!

 

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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