La sentenza della Corte di Appello di Messina per la parte principale di Gotha 7
Il tutto nasce dal 24 gennaio del 2018, allorquando viene effettuata un’ampia azione dei Carabinieri del Comando di Provinciale di Messina e del ROS e la Polizia di Stato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura Distrettuale della Repubblica, nei confronti di 40 persone gravemente indiziate in provincia di Messina ed altre zone anche della Penisola, portando a numerosi indagati per diversi delitti di carattere mafioso, dall’associazione, all’estorsione, al trasferimento fraudolento di valori, all’uso di armi e altro, relativo a “Cosa Nostra”.
Grande attesa per gli interessati per la sentenza della Corte di Appello di Messina, presidente Alfredo Sicuro, inerente la parte principale del procedimento “Gotha 7”, La divisione in più parti del processo è stata dovuta anche per la richiesta del rito abbreviato scelta da vari imputati, ndr – che ha confermato l’assoluzione, “per non aver commesso il fatto”, dall’accusa di estorsione ai danni della ditta di profumerie “Principato&Bonanno” con sedi a a Barcellona e Milazzo. di Giovanni Rao, di Castroreale, a suo tempo, ai vertici del clan mafioso dei “barcellonesi”, già assolto in primo grado di giudizio il 22 luglio 2020 dal collegio giudicante del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, presidente Antonino Orifici, a latere Anna Elisa Murabito e Silvia Maria Spina, mentre la Procura Generale aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione per il reato di estorsione aggravato dal metodo mafioso.
La Corte di Appello, ha anche confermato la condanna a 13 anni di reclusione per Carmelo Giambò, sempre per il reato di estorsione verso il responsabile del centro commerciale “Milazzo” di contrada Faraone, Antonino Giordano. E’ andata meglio all’ex consigliere comunale di Milazzo, Santo Napoli, accusato di “concorso esterno in associazione mafiosa”, che, avendo riconosciute le attenuanti generiche, si è visto ridotta la penna da 8 a sei anni. A difendere Giovanni Rao, gli avvocati Tommaso Autru Ryolo e Antoniele Imbesi e per Santino Napoli Nino Favazzo ed Antonio Siracusa.
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