La grande paura della Sinistra per l’Emilia Romagna
Nella regione, insieme alla Toscana, più rossa d’Italia, la Sinistra resiste alla tentata “spallata” di Salvini e del Centrodestra e, per il momento, si salva. Il grande allarme ha ricompattato ovviamente, il sistema politico-amministrativo e tutte le forze possibili in mano alla Sinistra intorno al riconfermato presidente della regione Stefano Bonaccini, il vero vincitore che, logicamente, ha improntato la sua campagna in senso fortemente locale tanto da non voler mettere il simbolo del PD sui suoi manifesti ed a non voler, ufficialmente, intorno a sé, il segretario del partito Zingaretti ed altri papaveri, finanche nella serata finale della campagna.
Del resto, obbiettivamente, Bonaccini ha avuto buon gioco nel magnificare la positività in diversi settori e campi della Regione, ma tutto ciò, non sarebbe stato abbastanza per la sua vittoria e fermare Salvini ed il Centrodestra. Infatti, la vittoria di Bonaccini ed il buon risultato del PD con oltre il 34 per cento, è dovuto agli ex elettori dei 5 Stelle che vontandoli sono ritornati nella Sinistra, dando anche in gran parte il voto disgiunto a Bonaccini dal loro sconfortante 3,48 per cento. Altro fattore, è stata l’indovinata invenzione a tavolino delle “Sardine”, da parte del PD che, per questo, non hanno certo portato voti ma, fatto importante, hanno risvegliato dal torpore delle sconfitte il PD e la Sinistra in generale, di cui le piazze affollate, dopo anni, sono state il segno più manifesto.
A Destra, come detto, il principale obbiettivo di conquistare la roccaforte dell’Emilia Romagna, oltre alle ragioni di cui sopra, è venuto meno pure per il crollo di Forza Italia ridottasi al misero 2,6 dall’8.7 del 2014, mentre sarebbe bastata la conferma al 9 per cento o poco più, per far vincere il Centro-destra ed invece FI è stato il solo partito del Centro-destra a non avanzare, al contrario di “Fratelli D’Italia”, col suo quasi 9, ad esempio, dato che Bonaccini ha avuto il 51.42 per cento e la Borgonzoni il 43,65. Da sottolineare, che la Lega ha ottenuto il 32 % e che comunque il Centro-destra, se si fosse votato per le politiche, le avrebbe chiaramente vinto ed i voti ottenuti dalla Borgonzoni e dal Centro-destra sono un successo, proprio in una regione, specialmente rossa, come l’Emilia Romagna, dove fino a qualche anno fa, il PD e la Sinistra stravincevano tanto da non dare alcuna speranza a qualsiasi forza contrapposta a esse.
In ogni caso, il PD si è solo ripreso ciò che già aveva ed anzi, rispetto alle elezioni regionali del 2014, ha pure perso. Infatti, allora, il PD vantava ben il 44,5 %, ovvero meno 10 per cento di oggi, mentre la Lega era al 19,4 ed ora al 32 e Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, ora quasi al 9 per cento, era, addirittura, all’1.9, per cui hanno perso solo Forza Italia e drammaticamente, il Movimento 5 Stelle che dal 13.3 di quelle regionali, si è ridotta al 4.7 come partito. Per quanto riguarda i seggi, ora la situazione è la seguente: Partito Democratico 22, Bonaccini Presidente 3, Emilia Romagna Coraggiosa 2, Europa Verde 1, Lega 14, Fratelli d’Italia 3, Forza Italia 1, Movimento 5 Stelle 2.
In conclusione, l’affluenza al 67,6% dimostra il sentire tra le due parti dello scontro ma, è da dire, che se per Salvini e la Lega, la conquista della regione rossa è andata a vuoto, rimangono – con il Centrodestra che, fatto non trascurabile, ha ottenuto in tutto ben un milione di voti! – col fiato sul collo dei compagni dell’Emilia Romagna, avendo la Destra oggi più forza di agire e controllare ogni passo della riconfermata amministrazione locale, compreso verso lo stesso presidente Bonaccini. Di certo, situazioni mai immaginabili, appunto, fino a poco tempo fa!
Per quanto riguarda le elezioni in Calabria, vi è poco da dire: trionfo del Centro-Destra e del nuovo presidente della regione Jole Santelli, la prima donna in Italia eletta presidente di una regione.
Editoriale. SICILIA OCCIDENTE giugno 2020 – cartaceo
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