3 Maggio 2024
EDITORIALE

Il ruolo dell’Ungheria: dopo il trionfo di Viktor Orban e dell’ultradestra, altro forte scossone alla dittatura dell’UE e rinforzo ai partiti “sovranisti”

Il partito di «Fidesz» del premier Orban al 50 per cento, quello di estrema destra, «Jobbik», al 21% e solo il 12 per cento alla Sinistra umiliata, confermano, per la quarta volta e tre consecutive, la “rivoluzione nazional-cristiana” dell’Ungheria. Il partito socialista, oltre al fatto si essere politicamente fuori dalla realtà dell’Ungheria, paga, fortemente, i continui scandali e corruzione dei suoi membri e dell’intero partito, il quale ha criticato Orban di… corruzione: il bue che dice all’asino “cornuto”!

Con i Verdi al solo 7%, ed il 70 per cento di alta affluenza, Viktor Orbàn supera le più rosee previsioni rispetto a quattro anni fa, con una riconfermata maggioranza dei due terzi che gli permetterà di continuare le modifiche della Costituzione, aggiungendone altre, come, del resto, ripetuto, con chiarezza, in campagna elettorale. Da dire che il partito di estrema destra, “Jobbik”, pur avendo ottenuto, comunque, un buon risultato, avendo molti temi in comune con quello di Orban, – foto sopra – ha pensato, sbagliando, di spostarsi verso Bruexelles accettandone le linee, contando di intercettare tanti voti che, pur vedendo con simpatia Orban, non se la sentivano di uscire dall’ Unione Europea o ne te-mevano i ricatti.

Il fatto è, che a votare Orban ed il suo partito antieuropeista e di destra identitaria, sono stati anche i giovani ungheresi e solo nella capitale Budapest ed in qualche altra grossa città, la sua vittoria è stata più contenuta. Inoltre, le politiche economico-sociali di Orban hanno permesso all’Ungheria un grande balzo in avanti con tutte le positive conseguenze sulla popolazione, ormai da lustri, caratterizzando la sua svolta politica come, appunto, una vera “rivoluzione nazional-cristiana”, mediante l’attuazione di una “democrazia illiberale”; contro il “positivismo” di quella francese e del capitalismo selvaggio multinazionale e diverse lobby che vogliono snaturare l’ Europa, scristianizzandola, anche e soprattutto, con l’immigrazione di massa in modo da annacquare il sangue degli europei ed altri paralleli accorgimenti tendenti a dominare il Vecchio Continente, in favore di pochi “centri di poteri” specie finanziari, per, via via, dominare il resto del mondo, di cui già in parte ne hanno in mano le sorti!

Poiché si tratta di una vera controtendenza rivoluzionaria nella filosofia dei princìpi ed obiettivi ben precisi che Orban ed i suoi hanno chiari, il vecchio establishment interno all’Ungheria ed all’estero guidato dal supercapitalista Soros, – che pure se ebreo, di fatto, è un traditore della sua gente, pur non essendo nato in Israele – dato il suo sogno di, personale. ambizione al potere internazionale e spasmodica megalomania, agisce in modo spregiudicato sentendosi imbattibile – vuole fermare la “rivoluzione” di Orban, che sta diventando un modello per gli altri popoli europei e, ancora di più, con questa sua terza vittoria, rafforza tutte le altre componenti e partiti anti-Bruxelles, che, ormai da anni, si traducono in continue considerevoli loro affermazioni elettorali e già in diverse sconfitte per i tradizionali partiti dei vecchi poteri.

Per tutto ciò ed altro, è molto significativo il mantra di Orbàn, quando afferma che l’Europa «non è a Bruxelles, ma è a Budapest, a Parigi, a Berlino, a Varsavia: vogliamo un’Unione forte e di successo, ma non ci stancheremo di denunciare ciò che non ci piace»!

In conclusione, il fatto che i politicanti e burocrati di Bruxelles non si siano congratulati con Orban per la vittoria elettorale, almeno come sarebbe da protocollo, registra, palesemente, la loro ennesima, ma oggi, più forte delusione e rabbia, da aggiungere al già risultato delle elezioni italiane del 4 marzo  che, quindi, si somma alle altre sconfitte elettorali dei vecchi partiti od alle affermazioni dei partiti euroscettici, come sopraddetto.

Viktor Orban con Donald Trump

Al contrario, come è ovvio, esultano i partiti anti-UE e sovranisti europei, da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, alla francese Marine Le Pen e l’olandese Geert Wilders, solo per essere brevi. Inoltre, particolare significato, ha la dichiarazione del ministro dell’ Interno tedesco Horst Seehofer, della Csu bavarese, che si congratula con Orban condividendone i temi, prima tra tutti l’urgenza definitiva di fermare l’immigrazione e criticando, fortemente, l’UE per l’atteggiamento “arrogante e pretestuoso, soprattutto nei confronti dei piccoli Paesi membri come l’Ungheria”. Probabilmente, perché Bruxelles pensa di poterli ricattare riducendone i finanziamenti e con altre misure coercitive, innaturalmente puntando sempre sulla “forza dell’oro sul sangue”, ma la Storia è piena di fatti e di popoli che sono riusciti, proprio con la forza del sangue, a non farsi abbagliare dal luccichio dell’oro e dalla forza del denaro, grazie, proprio, alla vitalità del sangue non infetto…!

…E tutto questo, con buona pace dei soliti “esperti, opinionisti, tuttologi e giornalisti”, che avevano previsto un danno per Orban se l’affluenza fosse stata alta e che, alla fine, gli Ungheresi avrebbero temuto le ripercussioni di un voto anti-UE…! Come, ormai, quasi sempre, il risultato ha li ha sbeffeggiati tutti!!!

Soros e le sue Open Society lasciano l’Ungheria: un fatto di grande importanza anche per l’Europa

Qualche giorno fa, è avvenuto un fatto di grande importanza per l’Ungheria, ma anche di grande significato per l’intera Europa e, soprattutto per quella di Brux-elles, ma di cui la, solita stampa a guardia del vecchio establishment, non ha voluto dare la logica e giusta rilevanza, se non per ridurla ad un ennesimo atto di repressione della liberta da parte dell’estremista di destra, premier, Orban.

Il “filantropo” ungherese di origine ebrea ha, finalmente, deciso di chiudere la sua potente fondazione “Open Society” per spostarla da Budapest a Berlino, tramite l’ annuncio del presidente della stessa, Patric Gaspard: “Il governo ungherese ha diffamato e descritto in modo distorto la nostra attività, con tattiche e modi senza precedenti nell´Unione europea”. La situazione dei diritti civili – attacca ancora Patric Gaspard:  in Ungheria è stata definita “sempre più repressiva”.

In verità, nel programma ribadito agli ungheresi anche nelle recentissime elezioni, Viktor Orban ha rinnovato le sue accuse al disinvolto capitalista Soros per aver creato una serie di istituti, uffici, aziende e “centri studi” per condizionare, fortemente, la vita dell’Ungheria, mediante l’eliminazione dell’identità nazionale, tradizioni e cultura, anche e soprattutto, attraverso l’invasione dell’immigrazione, metodo allargato nel resto dell’Europa, per indebolire i popoli e meglio assoggettarli al potere di un capitalismo selvaggio da parte di una “èlite” mondiale di cui Soros sarebbe, almeno, uno dei vertici”!

In questo quadro, Soros, appunto, agirebbe da tempo per fare del Paese magiaro, la principale base dei suoi ambiziosi progetti, facilmente controllabile dato il poco numero di abitanti, circa dieci milioni ed estensione territoriale, circa 93 mila kmq. Questo modello di Stato, una volta ridotto senza spirito nazionale e scristianizzato, servirebbe da modello, da plastico da replicare in varie parti del mondo, specialmente in Europa, attraverso una ragnatela di attività, ufficialmente, filantropiche ed umanitarie, di “principi democratici” e, quindi, finanziando enti privati, partiti, sindacati, pseudo centri culturali e sociali, esponenti della politica, dell’economia, della giustizia, associazioni nazionali ed internazionali ed, ovviamente, ong ed onlus in varie parti del mondo.

Soros, si è sempre opposto ad ogni controllo governativo sulle sue di-versificate attività ed in particolare sui fiumi di soldi da lui distribuiti e sulle sue finanze in generale e, finora, aveva avuto il sopravvento sullo Stato ed i vari governi che si sono succeduti ma, con l’arrivo di Victor Orban che ormai da otto consecutivi anni – i quattro anni precedenti gli sono serviti per “prepararsi” e fare esperienza – domina la politica ungherese riuscendo ad ottenere, con un linguaggio semplice ed azioni chiare, a lanciare il suo messaggio per il rafforzamento dell’Identità nazionale ed anzi, oggi più che mai, Viktor Orban tende a fortificare questa sua strada, appellandola come “Rivoluzione Nazional-cristiana”!

Questa, eccezionale prima grande sconfitta di Soros, è, senza alcun dubbio, una vittoria della piccola Ungheria che ci potrebbe ricordare l’ altra “piccola Grecia”, che nella sua gloriosa storia, sconfisse più volte gli immensi imperi orientali  e diede il pri-mo scossone all’impero ottomano dal 25 marzo 1971 in poi.

Da qui, la grande paura di Bruxelles, che Budapest possa rafforzarsi e diventare un modello al contrario di quello di Soros, e, quindi, di ulteriore spinta di libertà per altri popoli europei, contro l’ “USSE” – Unione degli Stati Sudditi d’Europa – che già molti anni orsono, definemmo, tra i primissimi, la Nuova Unione Sovietica!

 

QUADRANTE INTERNAZIONALE di SICILIA OCCIDENTE – Giugno 2018 – cartaceo

ATTENZIONE!!! A SEGUITO DI UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio. 

DI CONSEGUENZA, all’5 Dicembre 2018, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

TOTALI  102.090 di cui: “terribile”: 2363 –  “insufficiente”: 3068 – La stragrande maggioranza: ECCELLENTE”!  “MI PIACE”:  23051 – “non mi piace”: 6380 – dal 30 Ottobre 2017 in diretta on line: 8900

NB. in questi dati non è compreso il numero di coloro che leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”, che, ovviamente, sono la grande maggioranza!

SE I NOSTRI ARTICOLI E/O SERVIZI SONO DI VOSTRO GRADIMENTO, VOTATE “ECCELLENTE” E/O “MI PIACE”! GRAZIE!!!

 

 

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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