Il “25 Aprile”, una sbiadita e forzata ricorrenza non sentita dagli Italiani
Ormai da decenni, questa festa è sempre meno celebrata ed, in effetti, essa non ha mai fatto parte del bagaglio storico e morale del popolo italiano. Sono passati settantasette anni dal dopoguerra mondiale e, di fatto, tale ricorrenza è stata sempre dominata ed appannaggio del PCI ed suoi affluenti, che ne hanno fatto uno delle punte di grande propaganda.
Intanto, al Sud, a parte qualche isolato caso, con motivazioni più personali ed ambientali che politiche, il fenomeno della “resistenza” non è affatto esistito; si parla della famose “4 giornate di Napoli”, ma in questa città sanno tutti che non vi fu affatto insurrezione bensì, una sequenza di episodi, per crearsi delle zone di controllo e “ruffianarsi” con il nemico ormai vittorioso, mentre i tedeschi si stavano ritirando, si cercò di sparar loro alle spalle mentre la Camorra, repressa duramente dal Fascismo, cercò l’ottima occasione per risorgere, come, infatti, poi avvenne.
Al Nord, il PCI, fu la più organizzata opposizione, anche se fortemente, minoritaria ed avulsa dallo stato d’animo di consenso della stragrande maggioranza degli Italiani, che approfittando del caos della Guerra e della conseguente perdita di controllo del territorio, in certe zone, riuscì ad, effettivamente, creare danni al “nemico italiano” della RSI ed ai tedeschi ed alla RSI.
In ogni caso, non fu, di certo, militarmente determinante, per l’Italia, se non “correndo” dietro le armate degli Alleati. Il disegno del PCI e dei “suoi partigiani”, era quello di creare non una democrazia di libertà ecc., ma di portare sotto il controllo sovietico l’Italia mediante una Repubblica popolare”, oppure, comunque, cercare che di avere un crescente ruolo sul futuro dell’Italia sconfitta!
Del resto, quando Usa ed Urss decisero come spartirsi il mondo, l’Italia “toccò” ai primi, ma venne, di fatto, riconosciuto al PCI un ruolo attivo ma, sempre, nell’ambito della NATO.
Il primo articolo della Costituzione della Repubblica doveva essere, secondo la volontà del PCI e suoi alleati: “La repubblica è fondata sui Lavoratori”. significando l’assonanza ai principi ufficiali delle Repubbliche comuniste orientali filo-sovietiche…
Dopo snervanti discussioni, si stabilì l’attuale versione: ”La repubblica Italiana è fondata sul Lavoro”…definizione, volendo, ridicola perché la domanda viene spontanea: “perché, gli altri Stati su cosa si fondano, sullo sciopero e la pigrizia, tanto per dirne una?!
Inoltre, è ampiamente documentato, che i “partigiani” erano poche migliaia ed al Nord: ebbene, dopo la guerra erano diventati oltre 200 mila tesserati! UNICO CASO AL MONDO…!!
In logica conclusione, senza l’entrata in guerra degli USA ed in ogni caso, senza gli Alleati, sapendo che ormai l’Italia avrebbe perso la guerra, è facile immaginare che l’apporto della tanto osannata “resistenza” che, per altro, svolgeva azione di sabotaggio e non di vero scontro contro il “nemico”, nulla avrebbe potuto, tanto che essa si sviluppò solo dopo lo sbarco degli Anglo-americani in Sicilia nel 1943, appunto, quando i destini della guerra erano chiari!
Al contrario, lo si voglia o no, nella RSI, furono ben 800 mila i militari e molti di questi volontari, in gran parte, sapendo che, nonostante le speranze e la propaganda di guerra, la fine fosse stata vicina.
Ed è questa, la vera riflessione da fare, il resto, specialmente oggi, sono chiacchiere , vecchie bugie e propaganda alle quali non crede più alcuno.
Al Caffè
11 Maggio 2009 siciliaoccidente
Napolitano ed i partigiani…
Fermo restando il rispetto istituzionale dovuto, il Presidente della Repubblica, alcuni giorni prima del 25 aprile, ha affermato che «piaccia o no, i partigiani sono stati decisivi alla liberazione». Ciò significa che senza l’azione di qualche migliaio di partigiani di varia estrazione, concentrati soprattutto in alcune zone del Nord e foraggiate dagli Anglo-americani, questi ultimi, avrebbero perso la guerra in Italia contro i tedeschi?
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