Contro il pericolo delle alluvioni anche nella nostra Provincia è necessario cambiare mentalità e far emergere le responsabilità
In questi incontri e dibattiti, quelli a cui si dà molto meno spazio sono proprio agli specialisti, i “capaci”, i tecnici e veri professionisti del settore che, praticamente, vengono posti da contorno invece di apprendere e prenderli in seria considerazione. Passato il momento, se ne parlerà al-la prossima alluvione od altro disastro per sentire sempre le stesse “cose”. L’analisi delle colpe e dei fenomeni calamitose in Italia sono ormai chiare e si debbono considerare come un improvviso “attacco di guerra” da parte della Natura che, poco rispettata, si vendica rioccupando i propri spazi dato che un’alta percentuale dei danni e, certamente, è causata dall’incuria dell’uomo, dalla volontà di arricchimento immediato, dall’incompetenza, dalla negligenza, dalla demagogia politica, dalla “Corruzione organizzata” troppo diffusa da troppi anni.
Cosa fare allora? Semplice, lo Stato, le sue istituzioni ed il Cittadino debbono cambiare mentalità ed atteggiamento, tenendo conto che un’alluvione od un terremoto debbono essere affrontati, come sopraddetto, una guerra per cui bisogna vigilare continuamente e destinare, finalmente, risorse economiche ed organizzarsi in questo senso. Per far cambiare mentalità, specie in certe zone, le Istituzioni debbono far capire che la “pacchia” è finita e, quindi, dare un forte e simbolico messaggio chiaro e netto: individuare a ritroso fatti e responsabili della cattiva tutela dei territorio e le cor-ruzioni legati a chi ha arbitrariamente operato illegalmente per cui “da oggi, non si scherza più!”.
Dalle nostre parti vi è già stato un segnale che potrebbe dare inizio ad invertire la rotta: all’indomani dell’alluvione del 22 Novembre del 2011, la Procura di Barcellona (Me), ha aperto una inchiesta su ditte, tecnici, funzionari, società, uffici pubblici ed altro che almeno negli ultimi dieci anni abbiano avuto relazione, in vari modi e tempi, nella gestione del territorio per accertare la logica dello svolgimento di quei lavori e possibili diverse responsabilità.
Un riassuntivo, chiaro ed emblematico esempio potrebe essere quello avvenuto a Barcellona PG (Me), dove una parte dell’argine della grande “Saia Bizzarro” era crollato causando una onda anomale nell’alluvione del 2 Novembre del 2010, per poi essere ricostruito nel settembre del 2011 e crollare, nuovamente, la mattina dell’altra al-luvione del 22 Novembre del 2011! E’ probabile che, quanto prima, la stessa Procura locale chiarirà fatti e circostante ed, eventuali, responsabilità, ed anche questo potrebbe essere un serio segnale, che spinge-rà, già nell’immediato futuro, ad affrontare meglio e con seria attenzione, la tutela del territorio non solo localmente…