9 Maggio 2024
NOTE & NOTIZIE

“CIVITAS Europa”: le motivazioni per i Premiati del 2022

ANDREA SPOSARI

Andrea Sposari, è un artista messinese, di Pace del Mela, che si è via via affermato in un settore che fino a poco tempo fa era poco apprezzato perché confuso con l’imbrattamento caotico e spesso, finanche, vandalico che, purtroppo, c’era e ed esiste ancora.

Ebbene, è vero, invece, che esiste una vera arte dei “Murales”, ad alto livello, che è molto seguita e, non raramente, “pregiata” ed, infatti, è in questa che ormai si colloca l’artista messinese.

Inizialmente, si dedica al disegno dei fumetti e cartoni animati, partendo proprio dalla suo territorio, ma poi, maturando e raffinando sempre più la sua potenziale capacità, diventa un autentico artista che si distingue per il suo stile originale.

Si laurea in Ingegneria al Politecnico di Milano, ma continua la sua passione, anche elaborando progetti e murales nella sua provincia, ma, per sintetizzare, in altre parti, come a Milano, nelle stazioni di Porta Garibaldi, Porta Genova ed anche eseguito diversi lavori per dei privati e, particolare significativo, i questi sono serviti e servono a “risvegliare” vari borghi e comunità.

Le sue creazioni ed attività sono sintetizzate nel suo ormai ben conosciuto e richiesto marchio “SPOSART” e la peculiarità del sue opere è la continua  ricerca dell’identità dell’Uomo ed il rapporto positivo tra questi e la Natura, del quale, appunto, i suoi “Murales” rappresentano dei gradevoli messaggi a chi li guarda.

L’artista siciliano, è riuscito ad avere anche un dimensione internazionale in varie parti ed occasioni come a Bombay, nel dicembre del 2019, il solo italiano presente, dove si è cimentato, con colleghi di vari parti del mondo, con grande soddisfazione ed onore per la nostra Sicilia!

 

ETTORE GIULIO RESTA

Capitano Superiore di Lungo Corso. Nato a Milazzo, vive e lavora a Santa Teresa di Riva (Me) spesso si reca a Milazzo dove risiede in via Risorgimento 142.

Autore di saggi critici e poeta di forte tempra. In passato è stato Redattore di Radio Programmi Letterari e critici a Radio Montetrino e del mensile“ Radiofon”, oltre che Redattore e conduttore della rubrica “I1 Giro dei Mondo in 120 minuti ” a Radio Mediterraneo del programma” Radio Milazzo Operistica” a Radio Milazzo International. Tra le sue opere annoveriamo il quadro “Il Cinico”, il libro “Angeli senza speranza “, i versi implacabíli della raccolta di poesie ‘’Nexum’’.

La stampa si è occupata più volte di lui. Le sue opere sia pittoriche che di scultura, si trovano in collezioni pubbliche e private.

L’artista milazzese è stato premiato a Montecarlo con l’Oscar della creatività 2021con il Premio Biennale per le arti visive “OSCAR delle Creatività” con la seguente motivazione: “Per il contributo professionale della sua creatività artistica”: L’opera premiata si chiama: “Me stesso”.

 L’artista è, ovviamente, apprezzato nella sua Milazzo per aver realizzato la fontana del “Dio Mela” in Piazza Caio Duilio e per aver ricevuto il “Trofeo Leone d’oro”, con la seguente motivazione: “Per la sua professionalità, affermata dalla ricerca continui e creativa”. L’opera si chiama “Il sorriso della vita”.

Sotto il profilo artistico-letterario, molte sono i riferimenti verso il poliedrico famoso personaggio, unico nel suo genere.

 “Nel suo vivere si trastulla a fare il Poeta, il Pittore, lo Scrittore, lo Scultore e quant’altro gli offre l’esistenza”.

“Nel suo vivere si trastulla a fare il Poeta, il Pittore, lo Scrittore, lo Scultore e quant’altro gli offre l’esistenza.”.

Brano tratto da “ I Protagoinisti “

« … La sua ricca tavolozza denota come sappia interpretare i momenti dell’anima allorché la pennellata descrittiva cede al colore, senza cedimenti accademici di comodo … ». Tuttavia pur invasato di tanto colore e di tanto paesaggio, il cuore di Resta, forse nel ricordo di un Sud trascurato, che lungo ì secoli ha dovuto pagare uno scotto pesante di atarassia da parte della Patria più industrializzata e privilegiata, il cuore dei Pittore, dicevamo, è malinconico.  (G. Massarelli).

 

GIUSEPPE SIRACUSA

E’ un giovane pittore nato a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1986. Sebbene abbia terminato studi economici, fin da giovane si è cimentato con assiduità alla pittura, studiando non solo la parte tecnica e pratica (che maneggia alla perfezione, come i pittori antichi) ma anche quella teorica, con incursioni profonde nella storia dell’arte occidentale e viaggi di studio nelle maggiori capitali europee. Ciò gli ha permesso di dotarsi di uno stile colto e raffinato, molto curato ed attento nella resa formale delle figure umane, con predilezione per i ritratti, condotti alla maniera classica ed ufficiale. Autore di quadri ricercati, molto calibrati, eleganti e misteriosi, Siracusa è altresì persona dal carattere schivo e riservato ed è per questo che la sua presenza sul palcoscenico artistico locale e nazionale è centellinata e selezionata con cura; tuttavia il suo nome è già presente in numerose collezioni private italiane e le sue opere hanno meritato importanti mostre a Barcellona, Milazzo e Messina. E’ stato insignito del “Premio Leotti”, indetto nel 2019 per ricordare il centenario della nascita del pittore barcellonese Nino Leotti. Il premio che adesso meritatamente gli si consegna è un riconoscimento alla sua bravura ed al contempo un incoraggiamento ed un augurio affinchè raggiunga il successo in platee sempre più importanti.

 

ANTONINO GENOVESE

Oltre che affidabile  Medico Anestesista e Rianimatore, Antonino Genovese, si distingue per la sua passione di scrittore e l’azione quale attento direttore artistico del “Gioiosa book festival”. La caratteristica del suo scrivere è quella di sapersi rivolgere ai ragazzi, per la quale è necessario, anche e soprattutto,  di un appropriato senso pedagogico per trasmettere e fari capire da un particolare mondo come è quello dei ragazzi.

Da questa sua capacità ed attenzione verso questo particolare tipo di lettori, si è fatto valere e riconoscere per aver scritto la saga, “Il nono è un pirata! Il diadema, la lancia e l’uncino”, presentato al “Premio Strega Jr” nel 2017.

La validità del suo impegno è stata ed è tale che alcuni suoi romanzi sono stati pubblicati dalle “Edizioni Il Foglio”, come il “Teste”, 2004; “Questioni d’onore”, 2005; “Il Principe Marrone” 2007 e dalla Smasher, “Il Dottor Maus e il settimo piano”.

Da sottolineare, che lo scrittore ha ottenuto il secondo posto al prestigioso premio letterario per i racconti inediti  “I Sapori del Giallo”, in collaborazione con il settore “Giallo Mondadori, diretto da Luigi Notari, con il romanzo “La morte in uno specchio”.

Nino Genovese, è nato a Barcellona P.G. (Messina) nel 1947, vive e lavora a Messina. Critico e storico del cinema, giornalista, saggista, relatore in numerosi Convegni, già docente di Storia e critica del cinema presso l’Università di Messina e ora presso l’Unitre. È autore di numerosissimi articoli e saggi e di diversi libri, tra cui Febo Mari (1998), L’Orfanella di Messina. Cinema e terremoto (2008), Cineolie. Le Isole Eolie e il cinema (2010).

Si è occupato e si occupa di ricerche nell’ambito del cinema in Sicilia, di cui ha ricostruito la nascita e i primi tempi, di rapporti fra letteratura e cinema, fra cinema e storia, ecc. È inoltre Presidente del Cineforum “Don Orione” di Messina, aderente alla FICC (Federazione Italiana Circoli del Cinema), di cui è anche il Segretario Regionale per la Sicilia, socio dell’AIRSC (Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema), del SNGCI (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici) e del SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici).

 

ANTONELLO  PICCIONE

Maestro orafo–argentiere, che per la particolare abilità creativa e cura dei  dettagli, grazie alla sua attività di ricerca e studio dei materiali, ha realizzato oggetti in argento e oro di gran  pregio per privati, Enti civili, Militari ed  Ecclesiastici.  Apprezzato  per la sua sensibilità  estetica  e religiosa, ha eseguito importanti lavori per la Santa Sede, consegnando di persona le proprie opere  agli ultimi tre Pontefici.  Artigiano ed  artista eclettico, nonché versatile, vanta al suo attivo opere monumentali installate nel contesto urbano mamertino. Famosa a questo proposito, l’opera Mylax (grosso masso in greco, etimo di Milazzo) collocata al centro della rotatoria del porto di Milazzo, che accoglie un altorilievo in fusione di bronzo, che rappresenta l’emblematico fregio , che si staglia sulle mura del Castello: uno “scarabeo” secondo alcuni, gli occhi di Milazzo secondo altri, una figura astronomica per altri ancora.

Antonello Piccione, è un orafo di doti creative non comuni, forgiate con la gentilezza e disponibilità di un artigiano di vecchio stampo; egli ci consegna dalle sue mani non dei semplici regali in serie, ma opere d’arte orafa d’altri tempi.

 

FRANCESCO BERTÈ

Orafo, ricercatore, inventore, realizzatore di desideri preziosi, si è:

Diplomato alla scuola d’arte, da subito si dedica alla formazione orafa da sempre tradizione di famiglia. La madre Antonietta Cataldo, prima di undici figli, creava gioielli con suo padre Don’Antonio, specializzato nella lavorazione di coralli, cammei e conchiglie , proprietario di una fabbrica a Torre del Greco. Dal nonno ha appreso le prime tecniche di lavorazione e quei piccoli segreti che si tramandano da generazioni, segreti che nessuna scuola ti può dare. Il padre Angelo, pioniere nel commercio alle Isole Eolie, ricordato anche per il suo giro dell’isola di Vulcano ancora oggi trasmesso dalla RAI, aprì uno dei primi negozi sull’isola che poi negli anni e grazie anche alla conoscenza con la madre divenne una gioielleria.

Francesco Bertè si specializzò a Napoli in disegno del gioiello, oreficeria, gemmologia, incastonatura e taglio di pietre preziose. Durante i tre anni di specializzazione, ha avuto la fortuna di frequentare un laboratorio di alta gioielleria, dove il gioiello veniva realizzato con le tecniche più tradizionali e con quelle rifiniture che hanno caratterizzato il percorso della sua formazione.

La  propensione alla ricerca e all’inventiva sono state due caratteristiche che lo hanno portato a creare nuove tecniche orafe  e la passione per la storia dell’arte lo hanno accompagnato in un percorso creativo, la mia plurima competenza nel settore mi permette di realizzare gioielli esclusivi.

 

PADRE ALESSIO

Il monaco ortodosso che vive in un eremo a Santa Lucia del Mela.

Per rendersi conto del personaggio di cui ci occupiamo, basti pensare che gli è stato concesso il “Sacro angelico abito”.

Si tratta di sicuro del più grande apprezzato riconoscimento della Chiesa Ortodossa, per fedeltà e molto significativa attiva testimonianza verso un suo rappresentante, specie se si pensa che è il primo dopo ben cinque secoli che viene assegnato in occidente dal rappresentante del patriarca di Costantinopoli. A consegnarlo è stato il Monsignor Policarpo, quale, appunto, rappresentante del Patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli..

Per rendersi conto dell’importanza del particolare evento, è da significare come il crisma donato a padre Alessio, sia un “unicum” in Italia ed estremamente raro non solo nella millenaria sede del sacro monte Athos, ma anche nelle giurisdizioni ecclesiastiche di Russia, Serbia e Grecia.

La biblioteca dell’eremo di Santa Lucia del Mela, eremo di padre Alessio,  in provincia di Messina, è tra le più importanti e complete d’Italia, e meta continua di fedeli alla luce d’Oriente e di studiosi di antiche religioni.

 A tal proposito, una breve, ma significativa, del dott. Nino Gentile, ginecologo, che segue da molti anni la strada di Padre Alessio:

Per lui, Padre Alessio è: Un uomo, un Prete, un Santo e di lui scrive:

“Padre Alessio, fin da bambino, colto, grazie alla sua fervida intelligenza ed alla sua curiosità fonte di sapere, ha voluto conoscere le sue origini sia genetiche che culturali, tanto da innamorarsene e a dispetto di tutto e di tutti, a seguire il suo istinto e la sua passione , fino a diventare l’ultimo, unico e vero testimone di una fede cristiana ortodossa, fondamento  e pilastro della nostra cultura siciliana, che specialmente nella nostra provincia stava scomparendo dopo il terribile cataclisma che colpì Messina nel 1908, e che lui con il suo esempio e il suo sacrificio, fino ad oggi, tiene forte e viva.

Padre Alessio, pur  venendo da una agiata famiglia di professionisti, richiamato dall’eco delle nostre origini e dalla necessità di trovare il vero spirito cristiano, è diventato prete ortodosso, ultimo Archimandrita eremita in una società e nella sua terra che spesso lo isola e lo disdegna, ma fiero di portare la sua lunga veste nera e forte delle sue scelte, resiste, ed elargisce a questa stessa società, la sua immensa cultura, la sua generosità spesso privandosi del necessario a favore di chi, secondo lui, ne ha più bisogno, elargisce a piene mani la sua comprensione ascoltando tutti anche chi un momento prima magari lo aveva deriso o guardato con indifferenza.

Attraverso il suo esempio, nella concezione ortodossa della santità, Alessio, è sostanzialmente un SANTO moderno, una persona da imitare, magari non in tutte le sue scelte, che ai più potrebbero sembrare estreme, e spesso molto personali, ma nella misura della vita,nel rispetto del bioritmo della natura, e nell’aspetto di simbiosi fra vita terrena e spirituale, che si può raggiungere vivendo in armonia con la natura, non in competizione o fruttandola più di quanto ce ne fosse bisogno.

Aver avuto la fortuna di conoscere e frequentare Alessio, mi ha insegnato che la solitudine, tanto denigrata da una società caotica e confusionaria, è compagna di chi vuole ritrovare se stesso nel rapporto del mondo che lo circonda e nel tentativo di un rapporto più intimo con il soprannaturale CON DIO, che essere eremita non vuol dire staccarsi totalmente dalla società, ma convivere, seppur in modo diverso, con essa, che con il proprio esempio, si può dare al prossimo la conoscenza che si può vivere e svolgere la propria vita anche in maniera difforme da quella dettata dai canoni della società moderna e non per questo meno interessante e meno redditizia soprattutto in rapporto al proprio stato spirituale”.

 

BARTOLO CATTAFI, il Grande poeta barcellonese

Riportiamo una sintetica ma significativa nota del noto ed attento storico dell’Arte Andrea Italiano, del 28 febbraio 2021, in relazione della celebrazione del “Centenario della nascita del Poeta”, che cade quest’anno 2022,  ad uso della Regione Siciliana proprio per tale importante evento.

La società civile di Barcellona Pozzo di Gotto e in particolare il circolo degli artisti e degli intellettuali della ridente cittadina del messinese, può salutare con soddisfazione la recente uscita dell’opera letteraria integrale del poeta concittadino Bartolo Cattafi. Finalmente ne abbiamo in quasi 1000 pagine la raccolta di testi editi e inediti, grazie alla cura di Diego Bertelli, che redige tutti gli apparati con perizia: un’accurata biografia, le ampie notizie sui testi, la bibliografia delle opere e della critica.

Il volume è introdotto da Raoul Bruni. Il Cattafi, artista sottovalutato ingiustamente nel suo tempo, anche per la scarsa attitudine autopromozionale e la sua assoluta refrattarietà a ogni programma poetico condiviso, ha goduto di una decisa rivalutazione dai primi anni Duemila grazie alla ristampa di alcune raccolte: Spalle al muro (2003) e Da un intervallo del buio (2007). Gli anni Sessanta sono il momento in cui si ha un cambiamento di registro e di stile epocale per la poesia italiana del tempo; per Cattafi, nello specifico, in quegli anni si compie una maturazione dei temi e dello stile personalissima. Cattafi eluse ogni engagement politico-ideologico tanto diffuso nel mondo intellettuale italiano degli anni Sessanta-Settanta.

Egli rifiuta con nettezza il mandato sociale e culturale di cui allora i poeti erano considerati i depositari. La tensione è dalla nuda descrizione superficiale all’attrazione verso un enigma profondo, inciso dentro la realtà, sempre però a partire dall’oggetto. Lo sguardo tende a muoversi non dentro l’oggetto in se stesso, ma dentro il suo senso metaforico.

La poesia cattafiana è tesa verso il mistero del reale e coincide – come lui stesso dichiara – con la sua storia umana.

Ne L’ allodola ottobrina l’enigma del mondo è dichiarato e il lato tombale ribaltato in una splendida poesia, insieme concreta, sonora e visiva, dal titolo «Costrizione»: Siamo ora costretti al concreto / a una crosta di terra / a una sosta d’insetto / nel divampante segreto del papavero.

In questi versi scarni quanto densi, Cattafi sembra definire la condizione umana come «costrizione» al concreto. La forza di tale costrizione non è da intendersi come «condanna», ma come legame insuperabile e imprescindibile. La «terra» non è opzionale per l’uomo: è lo spazio in cui egli deve affondare le proprie radici e la propria precarietà.

Ma non basta. Subentra un’altra immagine: quella del tempo. L’uomo è costretto alla terra per la durata di una sosta d’insetto. Il tempo dell’uomo sulla terra non è né l’eternità né lo svolazzare di una farfalla o di un uccello, ma l’infimo e stordito poggiarsi di un insetto. Ma la crosta della terra e la sosta d’insetto sono circoscritti in un mistero in cui la parola del poeta affonda sonoramente la lama: il «divampante segreto del papavero». L’enigma del mondo è tutto affidato a questa immagine rossa, aperta, solare.

È questa apertura che fa approdare alla fede e alla preghiera a un Tu: Tu che mi scorri accanto / come un’acqua fedele nel cammino / di volta in volta raddrizzi paesaggi / storte visioni / alle cose imponi / una dolce chiarezza / e l’enigma è sciolto / tutto in un filo / il cammino allungato («Cammino»).

Intanto Cattafi nel 1977 si riavvicina con maggiore forza ed esplicitamente alla fede.
il 2 gennaio del 1978, aveva sposato, in forma religiosa, Ada, la figlia Elisabetta era nata nel 1975: erano all’Ignatianum di Messina, Vanni Scheiwiller tra i suoi testimoni, si legge una sua poesia, «Oggi»: Oggi ignorando tutto/ di questo giorno,/ se d’Avvento o Passione,/ ignorando i colori, le pianete,/ m’inginocchio nella tua casa/ sotto la tenda che portiamo ovunque/ per aprirla per chiuderla a tua offesa,/ aprirla ancora, nei boschi/ in fuga, su secche, su frangenti,/ dal capolinea a un punto della corsa.

Quella poesia, Oggi, appartiene a una delle raccolte più grandi del poeta, L’osso, l’anima.
Alla fine dell’aprile del 1978 scopre di avere un tumore ai polmoni. Dedica gli ultimi suoi giorni alla definizione di raccolte, nelle quali la tensione interiore va oltre ogni metro, ogni alfabeto, come ha scritto in «Oltre», della raccolta SegniL’ alfa e la beta per cominciare / e va oltre / troppo oltre l’omega / l’anima inquieta.

Il poeta muore a Milano il 13 marzo del 1979.

Un mese prima aveva scritto: In te in te confido / tutto ho rubato al mondo / sei il Cubo la Sfera il Centro / me ne sto tranquillo/ tutto t’è stato ammonticchiato dentro («In te».

 

GIUSEPPE DE FRANCESCO

Vive da molti anni in Bulgaria, originario di Barcellona Pozzo di Gotto (me) in Sicilia, dove è nato il 29 Luglio del 1975 – dal padre Sebastiano De Francesco, farmacista, e dalla madre Maria La Malfa, già dipendente della pubblica amministrazione, di origine greca da parte della madre Pighi Samotà – ha studiato presso il Liceo Classico, «Luigi Valli», in quel tempo, ancora ambito per la riconosciuta qualità degli studi – come ammesso da docenti dell’Università  e Politecnico di Milano ed altre -. Laureatosi poi a Perugia in Scienze Politiche, indirizzo Sociale, si è, da subito, distinto  nelle sue attività, grazie alla sua capacità di  valorizzazione  le esperienze ed i viaggi di studio e formazione per poi trasferirsi, nel 2004, in Bulgaria, come dirigente di un importante gruppo italiano agroalimentare, leader nel settore dei prodotti biologici.  .

Dopo qualche anno, è diventato CEO, – Amministratore delegato, ndr – del medesimo gruppo e per due anni fa, quando ha deciso, nell’ambito del suo percorso di crescita professionale, di costituire una sua società ,che si occupa di internazionalizzazione di impresa, a supporto degli investimenti esteri in Bulgaria e, più in generale, nella penisola balcanica.

Il trasferimento in Bulgaria è dunque strettamente legato all’ambito lavorativo, anche se nel corso di diciotto anni di permanenza ha anche sviluppato altre esperienze. In particolare, è stato eletto per due volte nel Consiglio Direttivo di Confindustria Bulgaria e nel 2010 è stato insignito del ruolo di Console Onorario d’Italia a Plovdiv, seconda città del Paese, centro industriale e culturale, città dove vive ed opera.

Tra i diversi riconoscimenti ricevuti negli anni, quello più recente e particolarmente significativo, è quello del 2 giugno 2002, della Presidenza della Repubblica, in occasione della Festa della Repubblica, presso l’Ambasciata d’Italia a Sofia.  E’ stata l’Ambasciatrice in Bulgaria, Sua eccellenza  Giuseppina Zarra,  a conferire  l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia al Console Onorario a Plovdiv e Consigliere di Confindustria Bulgaria Giuseppe De Francesco e al Console Onorario a Varna e Probiviro di Confindustria Bulgaria Antonio Tarquinio.

L’ordine della Stella d’Italia, rappresenta un particolare attestato in favore di tutti coloro che, italiani all’estero o stranieri, abbiano acquisito valide benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e collaborazione tra l’Italia e altri Paesi. E’ stato istituito nel 2011, in sostituzione del preesistente “Ordine della Stella della solidarietà italiana”, che riguardava invece chi aveva contribuito alla ricostruzione postbellica dell’Italia.

 “Sono onorato e emozionato per l’onorificenza ricevuta e lo considero un riconoscimento alla mia attività a favore della comunità italiana all’estero e, allo stesso tempo, un ulteriore stimolo a continuare l’opera di promozione dell’Italia. Da oggi, se possibile, mi impegnerò ancora di più per favorire la conoscenza reciproca tra popoli, favorendo il dialogo e la comprensione tra culture ed etnie diverse”.

 Queste, le poche e semplici parole, senza enfasi, ma che significano l’assenza di alcuna supponenza ed, anzi, al contrario, una non comune umiltà, specie in simili occasioni, che, onorano il Console Giuseppe De Francesco,  che, allo stesso tempo, onora la sua Città di Barcellona Pozzo di Gotto e non solo.

 

CLAUDIO CUTUGNO

Per capire a chi ci stiamo riferendo, basti dire che sarebbe stato l’artista e stilista barcellonese, a disegnare  per le loro nozze dei Windsor, gli abiti  di Harry e Megahan, anche se, per la verità, l’interessato non lo ha mai ammesso.

Già a 25 anni nel 2018, era famoso a livello internazionale, per la sua particolare creatività, ciononostante, ha sempre avuto un atteggiamento piuttosto umile, al contrario di quanto avviene, proprio in certi ambienti, dove, una volta affermati, molti protagonisti diventano arroganti e presuntuosi, “troppo presi di sé”, fin quando le loro storie non finiscono, finanche nella cronaca nera, fatti avvenuti ieri ed oggi.

E’, questo, un altro merito da riconoscere al “creatore” barcellonese, la cui ascesa è frutto della sua positivamente ostinazione, forza e coraggio, che la sua passione, sin da giovanissimo, ha spinto, ad osare sempre per andare avanti, maturando, via via, grande esperienza di vita e sull’impegnativo lavoro.

Vincitore del concorso “Next Generatione 2015”, a ventidue anni, entrò nel mondo degli stilisti di talento, aprendo, con una propria collezione, la “Milano Moda Donna Fashion Week 2015”, un anno, per lui, veramente positivo ed augurante. E’ da ricordare, che la sua capacità era già apprezzata a conclusione dei suoi studi presso lo “IED Moda Milano” e la sua tesi di laurea venne pubblicata nei Paesi nei quali è presente questo prestigioso Istituto. Inoltre, la sua laurea ebbe la menzione d’onore dell’Accademia, dando meritato prestigio al nostro concittadino.

Per aver una ulteriore, chiara conferma, della caratura del Peronaggio, si  pensi che i suoi abiti sono esposti in diversi Paesi, da Palazzo Pitti, alla Russia ed al Giappone.

Non possiamo non ritornare sulla personalità dell’Artista siciliano, garbato nei modi, riflessivo e, forse, un pò timido, caratteristiche che lo rendono ancora più gradevole a chi ha avuto ed ha l’occasione di poterlo conoscere e, quindi, di sicuro, apprezzare e del quale, non solo la nostra Città di Barcellona Pozzo di Gotto, ne è, ovviamente, orgogliosa.

 

SALVATORE CILONA

Regista, attore teatrale e cinematografico, autore di opere teatrali. Un talento innato, coltivato sin dall’infanzia che affina con gli studi all’Accademia delle Belle Arti, dove si laurea, e con l’esperienza su campo a Roma dove segue il corso di doppiaggio con Rossella Celindano, assistente di Giorgio Lopez. In Sicilia fonda l’Associazione Teatrale “Testuggine”, di cui è direttore artistico, e propone drammi di difficile interpretazione, scegliendo un ritmo dinamico e denso di suspense che cattura l’attenzione dello spettatore.

Ricordiamo: “Sebastiano”, di cui è anche autore, ispirato alla vita del martire romano e per il quale è stato recensito ed intervistato dal un seguitissimo quotidiano cattolico “CristianiToday”. Ha ultimamente portato in scena opere liberamente ispirate ai drammi scespiariani quali “Cesare” e il “Riccardo III”, apprezzati dalla critica, proponendo, soprattutto in quest’ultimo, una lettura metaforica che punta sull’intelligibilità, il ritmo e il movimento, scegliendo così di “comunicare Shakespeare” in modo originale e innovativo.

Attore di notevole spessore interpreta ruoli altamente impegnativi riuscendo a tenere da solo la scena con intensi monologhi. Regista dinamico e creativo, riesce a sfruttare ogni spazio scenico rendendo l’azione fluida e mai statica. Delle sue opere è anche valente costumista e fedele scenografo. Nell’ambito del “Tindarys Augustea, un viaggio itinerante” con “La leggenda di Donna Villa, la maga del Tindari” – drammaturgia di Anna Ricciardi prende parte agli spettacoli teatrali e al teatro Greco del Tindari in “Dal mito greco alla commedia, la Donna di Samo” Traduzione e adattamento di Rocco Mortelliti.

Diretto dal regista Sasà Neri debutta al Teatro Mandanici nei panni dell’Inquisitore, ruolo di coprotagonista nello spettacolo “D’Artagnan e i tre moschettieri”. Partecipa a note fiction Rai e Mediaset di successo, dirette da registi quali Beniamino Catena e Daniele Vicari, e da concorrente, come attore, su TV8 a Italia’s Got Talent. Debutta inoltre in corto e lungometraggi diretto dai registi Salvo Bonaffini e Giuseppe Lo Conti, nel film “Giostra  – Donna, cavallo e re” di Antonello Piccione, nel film “L’ultimo Buddha” di Roberto Filmaker. Tra il 2016 e 2017 collabora con “Radio Blu Italia” ideato da Paolo Puglia, con sede in Australia, estraendo alcuni pezzi storici cinematografici e imitazioni. Vanta masterclass con importanti registi italiani. È stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti quale eccellenza siciliana.

 

SANTINO FRANCHINA

 Dal dicembre 2017, Componente della Commissione ricorsi dell’Ordine nazionale per giornalisti; dal giugno 2004,  Consigliere Nazionale dell’Odg; dal giugno 2013, Vicepresidente nazionale dei Giornalisti; dal marzo all’aprile 2017, Presidente nazionale ad interim Odg; dal luglio 2004 al 2007, Componente Vicepresidente e presidente nazionale della Commissione Amministrativa dell’Odg.

E’, però già dal lontano novembre 1994, al giugno 2004 che, come Consigliere Regionale dell’Odg di Sicilia, assume il primo ufficiale ed importante ruolo, per poi, dal giugno 1995 al giugno 2004, diventare Vicepresidente Regionale dell’Odg di Sicilia. Particolare importante, è la sua lunga collaborazione dal 1997 al 2018,  alla “Gazzetta del Sud”, quale giornalista per carica istituzionale nel Consiglio nazionale. Dal novembre 2005, Direttore Responsabile rivista “Sanità in Rete” edita dall’Azienda USL 5 di Messina; dal marzo 1989, Direttore responsabile “Sanità Oggi” edita dall’ex Usl, n.46 di Patti; Collaboratore  con il “Giornale di Sicilia” e, quindi, al suo attivo una intensa attività giornalistica con centinaia di articoli. Servizi e ricerche vari e significative competenze informatiche di vasto raggio.

L’amico Santino Franchina, però, non può essere premiato solo per la sua presenza ed attività giornalistica istituzionale sia livello regionale e nazionale, mediante le  quale si è sempre distinto per capacità propositiva ed organizzativa ed equilibrio.

Il suo ruolo, infatti, è stato sempre caratterizzato dalla disponibilità professionale e personale nei confronti dei colleghi, venendo, appunto, sempre incontro alle loro esigenze, trovando soluzioni logiche ed appropriate e, quindi, non attenendosi, sempre e comunque, all’applicazione burocratica delle missive dell’Odg, verso il quale ha sempre suggerito equilibrate e razionali proposte e soluzioni. Né si è fatto influenzare da possibili speculazioni ed interessi politici e di gruppi di “potere” all’interno dell’Odg regionale e nazionale.

Di conseguenza, per sintetizzare, si spiega facilmente il suo crescente apprezzamento professionale e personale nei rapporti con i colleghi, che lo hanno voluto, ormai da decenni e con sempre crescenti preferenze, ad ogni occasione di elezioni dell’Ordine, quale  loro amato e rispettato rappresentante.

Infine, ma non certo in ultimo, Santino Franchina, si è sempre distinto nella sua professione come  un giornalista attento, chiaro ed efficiente, ma che non ha mai “speculato” sulle disgrazie altrui e/o approfittare del suo ruolo, come mezzo per esercitare un eventuale mania di protagonismo personale.

Fatti e situazioni che, purtroppo, in Italia esistono da molti anni ed in modo ossessivo in tante redazioni della stampa scritta e radiotelevisiva, specie nei cosiddetti “salotti buoni” e Talk giornalieri, diventati solo dei “Ciarlatoi”, condotti, spesso, non da “veri”giornalisti, ma da ormai arruolati e semplici “attivisti di partiti e fazioni”… per voler essere troppo buoni…!

 

LUCIANO GIANNONE

Nasce a Messina nel 1996. Ottenuta la maturità scientifica, nel 2014 si trasferisce a Firenze, iscrivendosi alla facoltà di architettura. Durante gli studi, si appassiona alle tematiche relative alle moderne tecnologie di rappresentazione ed alla loro integrazione nell’ambito della scoperta e valorizzazione del patrimonio culturale, interessi scaturiti nel progetto trattato del presente testo, iniziato a partire dal 2019. Dopo aver conseguito la laurea magistrale, nel 2022 si iscrive all’albo degli Architetti di Messia, esercitando la professione.

Questo lavoro di Luciano Giannone, “Messina nel 1780 – Viaggio in una capitale scomparsa”, si è rivelato una seria fonte per “rivedere e rivivere” uno de tempi più fortunati della storia di una città che fu, spesso, in tutti gli aspetti e senso, una tra le più ricche del Mediterraneo.

Di seguito, presentiamo un tratto della prefazione dell’insigne Architetto Nino Principato, del quale ci permettiamo di affermare, che, a giusto merito, sia ritenuto uno dei più qualificati ricercatori della Storia, della Cultura e della ricostruzione architettonica di Messina, una impegnativa opera tanto preziosa anche alle nuove generazioni.

“Dieci  anni dopo la visita di Brydone a Messina, Luciano Giannone, con questo libro “Messina nel 1780 Viaggio in una capitale scomparsa”, da viaggiatore del 2000, fa rivivere le stesse emozioni provate dallo scienziato, militare e viaggiatore, scozzese e lo fa con ricostruzioni grafiche struggenti e, direi, commoventi, che oltre a coinvolgere a 360 gradi il lettore, conducendolo per mano fra strade e monumenti, ci restituiscono la poesia ma anche il rimpianto per una splendida città che non c’è più.

Un progetto di restituzione della memoria, di realtà virtuale cui Giannone lavora da tanti anni, quasi una missione per questo giovane architetto che utilizza con immensa perizia in maniera del tutto personale e, soprattutto, originale, i mezzi della moderna tecnologia software, attingendo però, con scrupolo scientifico, alle stampe,alle cartografie, ai disegni, alle incisioni ed a tutto quel materiala grafico prodotto dagli artisti prima dell’epocale sisma del 5 febbraio 1783. Ma dove gli artisti del passato presentavano una città accademica, fredda, impersonale, badando solo a riprodurre il più possibile fedelmente gli edifici ed i monumenti da loro rappresentati, Luciano Giannone va molto oltre e le ricostruzioni, oltre ad essere fedelissime agli originali, hanno la capacità di suscitare una intensa emozione ed una totale partecipazione sul piano estetico ed affettivo.

Direi che nelle tavole dell’Autore, si riconosce il “genius loci” di una città, cioè “quello spirito del luogo”! che sovraintende alla ‘identità, al senso di appartenenza. E così, supportata da corposi ed approfonditi testi, che indagano fonti grafiche, cartografiche ed aspetti storici, la ricostruzione virtuale dei diversi quartieri annulla spazio e tempo, consentendo di calpestare quel “sacro suolo”, di respirare quell’aria antica di una città unica, di tastarne gli umori, di vivere, in una parola, quel tempo”.

 

MARIANO PIETRINI

una Nota del  sito parco-museo JALARI

Nasce a Barcellona P.G. il 12/03/45, si diploma geometra nel 1964 e successivamente nel 1970 si laurea in Economia e Commercio all’Università di Messina. Ha insegnato matematica applicata negli istituti tecnici della Provincia di Messina ed in pari tempo ha esercitato la libera professione di commercialista. E’ cresciuto in un quartiere fra i più antichi di Barcellona trascorrendo tutta la sua fanciullezza e giovinezza tra vie e viuzze a contatto con una miriade di botteghe artigianali, ha militato per anni nelle squadre di calcio della propria città. La sua vita è stata una continua corsa giocando e studiando.

La sua famiglia ha svolto di generazione in generazione l’attività di commerciante di agrumi. Sposatosi nel 1973, con Gisella Chiofalo ed i figli Ada, Veralisa e Nino.

Nel campo artistico, autodidatta, assertore del principio che l’uomo ha delle potenzialità infinite quando s’immerge nella “Luce” per cui è stato creato concependo il concepibile.

Il suo percorso artistico è stato ed è fondato sull’elaborazione di pensieri trasferiti successivamente nell’arte con l’invenzione di tecniche sfruttanti la tecnologia del momento.

Parlare di Mariano , significa voler fermare lo scirocco infuocato della sua terra, si autodefinisce “Figlio del vento“, ciò che pensa, l’attimo successivo diventa realtà visiva. La sua visione creativa è particolarmente espressa dalla sua pittura tridimensionale a colore su colore, alla scultura, alla cartapesta, ai restauri di opere d’arte, all’allestimento di un ParcoMuseo, alla raccolta di quindicimila oggetti dell’etnografia e tutto ciò che immagina e realizza. Parlare delle sue teorie, è come immergersi in un fiume in tempesta, come voler fermare l’eco o come inseguire la “Luce” sulle onde nella Baia di Tindari.

Le principali sue intuizioni che diventano dei princìpi-base: “l’ordine nel disordine“, “l’equazione che l’errore non esiste“, “la legge sui contrasti“, “la teoria del bello“, mediante lo studio sistematico sull’energia delle pietre e della natura ed altro, che sono stati un suo impegno costante.

Ha al suo attivo numerose mostre di pittura, scultura nazionali ed estere, libri già pubblicati e sta lavorando alla stesura di alcuni testi sull’energia delle pietre dal titolo: “L’Universo energetico del bello”; “La Memoria della storia” e “L’Universo infinito infinitamente infinito della Luce” (la Piramide di Luce).

Da sottolineare come, significativamente e non a caso, i suoi testi in via di pubblicazione sono contemporaneamente già scolpiti sulle pietre nella montagna parlante di Jalari.

Chi è Mariano? Egli, si può cogliere la sua multiforme creatività visitando il ParcoMuseo Jalari. Un percorso mistico, filosofico, artistico, energetico, che Egli suole definire “La montagna parlante, la Piramide di Luce del terzo millennio“, per visitarlo si impiega al primo impatto circa tre ore, ma chi entra in questa stupenda, meravigliosa realtà, ne rimane affascinato per sempre.

Il ParcoMuseo Jalari è opera di Mariano e del fratello Salvatore, eminente artista, creatore di tutte le architetture del mondo di Jalari. Di solito Mariano, parlando del fratello Salvatore dice che “comunemente dal niente non si concepisce niente, nelle mani di Salvatore anche il niente diventa opera d’arte”. Ma Jalari è la creazione eccelsa di una famiglia, poiché sono coinvolti in venticinque, figli, nipoti, figli dei figli, ed è una grande scuola creativa e di pensiero, dove ruotano settanta giovani ed è sempre in continua evoluzione.

Cosa dire di Mariano, della montagna parlante, del sogno dei sogni? Egli ama la sua terra con la forza e la passione dei suoi vulcani, si immerge nei tramonti infuocati sulla Baia di Tindari per dare “Luce” alla sua essenza. Rinasce, riscopre la forza del Guerriero per continuare a creare, dialogare con il bello, con le pietre, con l’eco.

Le pietre parlanti di Jalari, infinite, provenienti dai torrenti dei Nebrodi e Peloritani, suole dire che sono la minima parte della potenzialità della forza creativa di un uomo quando s’immerge nella “Luce”, per cui siamo stati creati, danno la dimensione dell’uomo creativo di nome Mariano.

Noi, non solo barcellonesi, ringraziamo il poeta, lo scrittore, lo studioso ed il socievole e sempre sorridente, per molti che lo hanno conosciuto, amico e concittadino Mariano Pietrini, per aver onorato la sua Città e la Sicilia con la sua visione del concepimento del Bello e lo affidiamo a Colui che E’, il nostro “Dio Cristiano!

 

NICHOLAS  ARTUSO

E’  nato a Milazzo il 03-05-1998. Ha giocato  al calcio  per 6 anni come  portiere ed  anche a beach soccer  nella squadra  di Pace  del Mela, dove risiede attualmente.

Nel Maggio 2015 senza essere ancora tesserato partecipa alle gare scolastiche, arrivando a partecipare alla finale B della rassegna nazionale ed è così che si  appassiona allo sprint. Al ritorno dalle finali studentesche si tessera con l’Atletica Villafranca, società di atletica leggera del nostro comprensorio, a cui resterà legato fino al  2018. Il primo allenamento con il tecnico federale Franco Ripa sulla pista di Villafranca T. risale all’Agosto del 2015 e  già nel 2016 conquista la  maglia tricolore  sui 60 m. indoor: un titolo che manterrà per cinque stagioni consecutive: due juniores  e tre da promessa. Nel 2019 passa alla società Fiamme Gialle arruolandosi nella guardia di Finanza. Studia Scienze Motorie all’Università di Messina.

Puo’ vantare un  record personale sui 100 mt  di 10 sec. e  42 cent. raggiunto nella pista di Savona, mentre nei 200 mt ha un record di 21 sec. e 92 cent. raggiunto nella  pista di Palermo; ha inoltre  un record personale nel salto in lungo di mt.6 e 39 cm. E’ stato convocato piu’  volte nella Nazionale Italiana di Atletica leggera , disputando sia i 100 che i  200 mt in vari Campionati

internazionali oltre alla partecipazione alla 4×100 con la staffetta azzurra con i migliori velocisti..

 

GIUSEPPE FOTI CAMPIONE D’ITALIA

Dopo l’argento ai campionati italiani del novembre del 2021, quando era stato costretto a ritirarsi in finale a causa di un infortunio che lo ha bloccato per oltre 4 mesi, il giovane talento barcellonese della “Tiger’s Den Barcellona”, diretta dai fratelli Giuseppe e Fabio Sottile, conquista il gradino più alto del podio di una delle due competizioni più importanti della stagione sportiva, la “Coppa Italia a Squadre Regionali”, nel mese di giugno scorso, che anche quest’anno si è svolta nella splendida cornice del Foro Italico, come appendice del “Grand Prix”, una delle più blasonate competizioni europee per nazionali, finalizzate alle qualificazioni olimpiche. 

Sicuro e concentrato sin dal primo incontro, il brillante studente dell’Istituto Tecnico Tecnologico Ettore Majorana di Milazzo, supera ben quattro avversari, tra cui il bravissimo Nicolas Legari, ex campione italiano, vincendo agevolmente la finale contro l’atleta campano Di Palma con il risultato di 31 a 14, in un incontro dove l’esito non è stato mai in discussione.

Il risultato dell’atleta barcellonese ha contribuito al medagliere della squadra regionale che con 7 ori, 9 argenti e 8 bronzi si è piazzata al secondo posto a soli 3 punti dalla prima, la fortissima Puglia. L’eccellente campione oggi è in raduno permanente con la Nazionale italiana ed ha partecipato ai Giochi del Mediterraneo.

L’ennesima soddisfazione del Maestro Giuseppe Sottile: “Come in ogni sport, nel Taekwondo ci sono atleti bravi e poi ci sono i fuoriclasse. Giuseppe Foti è un talento naturale che ben allenato e consapevole dei suoi straordinari mezzi, può raggiungere qualsiasi risultato. Va inoltre considerato che il ragazzo ha appena 19 anni e dunque solo all’inizio della maturità agonistica. Dalla sua, peraltro, ha una famiglia che lo segue e lo supporta con sacrifici non indifferenti”.

 

GRETA D’AMICO

Sempre della Società “Tiger’s Den Barcellona”, TAEKWONDO,  un altro eccellente traguardo per l’atleta Greta D’Amico.

La “Tiger’s Den” ha partecipato con due atleti ai Campionati Italiani per cinture rosse, che si sono svolti nella splendida cornice del PalaFlorio di Bari. La quattordicenne Greta D’Amico, studentessa dell’Istituto D’Alcontres di Barcellona, ha conquistato la piazza d’onore nella categoria Cadetti -47 kg ed è vicecampionessa italiana  per cinture rosse.

 

NOUHAILA AMMOUR

Per lei, è invece arrivata la medaglia d’oro ai campionati nazionali del Marocco. Nouhaila Ammour, giovane atleta marocchina, trasferitasi in Italia e tesserata con la “Tiger’s Den Barcellona”, già campionessa nazionale juniores, da qualche anno studia e si allena a Barcellona Pozzo di Gotto ed è volata nel suo paese per partecipare alla competizione nella categoria meno 62 kg.

 

MAZZU’ MASSIMO

Anche, della Società “Tiger’s Den Barcellona”, TAEKWONDO, il Campione nazionale Cadetti 2022.

 

“IL PANE QUOTIDIANO ODV”

 L’Associazione Nasce nel marzo 2021 dall’esperienza maturata in oltre 15 anni di attività svolta al servizio della comunità da parte di alcuni Soci fondatori. L’Associazione, come recita lo Statuto, persegue finalità solidaristiche nel settore dell’assistenza sociale, nonché della beneficenza per il soccorso ai poveri, agli emarginati e, in generale, a tutte le persone in stato di bisogno secondo il principio della sussidiarietà.

E’ impegnata nell’organizzazione e gestione di attività di raccolta e distribuzione gratuita, in favore delle fasce più bisognose della popolazione residente, di beni di primaria necessità personale, quali farmaci, articoli sanitari, beni per l’igiene personale, generi alimentari, prodotti per l’infanzia, e in particolare nell’attività di coordinamento della Rete degli Enti convenzionati con il Banco Alimentare della Sicilia per garantire il flusso costante di prodotti alimentari e per dare continuità al servizio reso in favore delle famiglie indigenti.

L’Associazione ha avviato una interlocuzione con imprese della grande distribuzione, della ristorazione e con piccoli esercizi commerciali, per la stipula di accordi volti a regolare la raccolta di prodotti, alimentari in particolare, invenduti o in prossimità di scadenza da distribuire alle famiglie indigenti direttamente o anche attraverso la Rete degli Enti caritativi del territorio con i quali sono stati formalizzati appositi protocolli di intesa. Ad oggi hanno già stipulato il Protocollo di intesa con l’Associazione:

Parrocchia Santa Maria Assunta; la Parrocchia San Giovanni Paolo II; l’Oratorio Salesiano San Michele Arcangelo; l’Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice; l’Associazione “La Casa di Francesco OdV”; la Croce Rossa Italiana Comitato di Barcellona P.G. e l’Associazione ANPAS “Club Radio CB OdV – Volontariato di Protezione Civile e la Parrocchia Santa Venera. Inoltre l’Associazione ha formalizzato protocolli di intesa anche con la Parrocchia di Rodì Milici, con la Parrocchia di San Pier Niceto e con l’Associazione Centro Massimiliano Kolbe di Patti.

Ha realizzato una piattaforma informatica unica per l’anagrafe dei soggetti fruitori dei servizi, oggi in fase di test finale, che sarà messa a disposizione di tutte le realtà associative che hanno stipulato con l’Associazione “Il Pane Quotidiano OdV” il citato Protocollo di intesa.

Ha in progetto la realizzazione di una mensa/dispensa/emporio sociale ove sia possibile distribuire un pasto alle famiglie indigenti

E’ Partner dell’ “Associazione Salus C. D’Agostino” di Taormina per il servizio di trasporto gratuito dei malati oncologici per i trattamenti chemioterapici e per i controlli specialistici, nonché per la donazione gratuita di parrucche e protesi al seno ai soggetti affetti da patologie tumorali. Il servizio, grazie all’accordo firmato, è attivo per i Comuni di Barcellona P.G. Merì e San Filippo del Mela.

E’, assegnataria di un automezzo di Progetto Mobilità Garantita Società Benefit per il trasporto di persone diversamente abili, anziane e comunque di soggetti svantaggiati in ragione delle loro condizioni fisiche, psichiche, sociali o familiari. E’ in corso di perfezionamento il regolamento per l’accesso al servizio.

L’Associazione, inoltre, è stata individuata da Progetto Mobilità Garantita Società Benefit come partner per la realizzazione di un progetto di assegnazione di un mezzo refrigerato da utilizzare per raccogliere o ricevere le eccedenze alimentari dagli operatori del settore alimentare così come definiti dall’art. 2 comma 1 lett. a) della Legge 19 agosto 2016 n. 166 (Legge Gadda) con i quali saranno stipulati appositi protocolli di intesa.

L’associazione ha in cantiere un progetto per la realizzazione di un Orto – Sociale e di un Giardino Terapeutico per il quale ha già richiesto ad Enti Pubblici l’assegnazione di terreni da utilizzare allo scopo. Due modi diversi di mettere le risorse della Terra al servizio di persone in stato di bisogno (materiale ed assistenziale).

Il Direttivo della Associazione è composto: dal Presidente, avv. Antonio Raimondo, dal Vicepresidente, Anna Ciccolo, dal  Segretario, Francesco Borgia, dall’avv.  Ivan Orifici e  dal dott. Antonio Chianese.

 

 

AVVISO: iscrivetevi al canale youtube di Mario Alizzi. GRAZIE!

LINK:

https://www.youtube.com/channel/UCL2ITxpBVEpZsEd-422RXwQ

 

ATTENZIONEIN SEGUITO AD UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8

novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio. 

 DI CONSEGUENZA, al 2 novembre 2022, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

TOTALI: 124.630 PER LA STRAGRANDE MAGGIORANZA “ECCELLENTE”!

-Terribile 4824 – Insufficiente 4189

I “MI PIACE”  31.690 IL 62 PER CENTO DEL TOTALE  e LETTORI  ON LINE 34.851

*In questi dati non è compreso il numero di coloro che, sono l’ampia maggioranza, leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”.

SE I NOSTRI ARTICOLI E/O SERVIZI SONO DI VOSTRO GRADIMENTO

VOTATE “ECCELLENTE” E/O “MI PIACE”! GRAZIE!!!

 

 

 

 

 

 

 

/ 5
Grazie per aver votato!

 

Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial

Iscriviti sul mio canale facebook

RSS
Follow by Email
TWITTER
Youtube
Youtube
INSTAGRAM