Musumeci con logica chiarezza contro petrolieri e Sicindustria
Ormai si va sempre più delineando l’azione politica del Presidente Nello Musumeci nei princìpi e nelle conseguenti applicazioni nei vari settori ed ambienti ed è stato proprio a Catania in un interessante convegno organizzato dalla Regione, che Musumeci si espresso in modo netto e chiaro, partendo da un aneddoto-episodio all’età di sei anni a Militello, raccontato dallo stesso.
«Io che sono figlio di operaio credo alla saggezza del contadino. Uno di ottant’anni, quando mise una pianta d’ulivo davanti alla casa, mi disse: “Caro Nelluzzo, questa pianta è per fare ombra”. Ma io gli risposi: “’Zu Ciccinu, ma visto che vossia ha ottant’anni, quest’ombra a chi servirà?”. E lui mi rispose: “Ai miei figli e ai miei nipoti”». Quella di Nelluzzo e ’Zu Ciccinu è una favola che ha una morale: «La lungimiranza della politica dev’essere quella di immaginare le cose non per raccogliere un immediato consenso, ma per raccoglierne i frutti a medio-lungo termine». Per poi puntare l’attenzione sul suo “progetto green” per la Sicilia: «Se noi avvertiamo oggi l’esigenza di una riconversione industriale dei poli petrolchimici di Siracusa e di Milazzo, che potrà durare pure 10-15 anni, lo facciamo perché i figli dei morti per tumore possano dire: ne valeva la pena» e precisa: «La raffinazione è un’attività con innegabili ricadute economiche, ma chi doveva vigilare sulla corretta gestione degli impianti non l’ha fatto e ancora oggi decine di milioni di euro messi dall’Ue e dallo Stato per le bonifiche inspiegabilmente non sono stati spesi» ma sottolineando che:
«Non sono ostile né all’industrializzazione, né a Confindustria». Nello Musumeci, ricorda quindi come la Sicindustria “abbia attaccato più volte il mio governo” e significa, anche ai “i nipotini di Montalto”, che: «Non dimenticate che, prima di me, per dieci anni avete governato la Sicilia con altre forme». Il Presidente ha pure ricordato come prima di lui, vi era Rosario Crocetta che, tra l’altro «ha abituato i siciliani a un presidente in costume da bagno in spiaggia, mentre io lavoro in silenzio e poi in costume offrirei uno spettacolo disarmante e indecoroso…».
Rivolgendosi, poi, ai vertici regionali dell’ANAS e della RFI presenti tra i relatori del convegno Musumeci, ha qualificato i due “enti” come «un cancro per la Sicilia». Ma precisando ironicamente che: «Non ce l’ho con l’Anas. Non mi ha fatto niente. Forse proprio questo è il problema: se avesse fatto qualcosa…». Per meglio significare il suo dire, il Presidente ha posto il paragone fra il ponte Morandi che sarà pronto in un anno ed il viadotto Himera, in riparazione da quattro anni. «Perché? Ho il dubbio che l’Anas abbia un tempo per i cantieri del Nord e un altro per quelli del Sud»,
In conclusione, Musumeci, nel prendere atto da tempo che: «mi sono fatto qualche nemico in più in Anas, per non parlare di Rfi…», si appella affinchè si investino, in tempi rapidi,in Sicilia 1,7 miliardi sull’asfalto e 3,7 sulle rotaie.
Musumeci, non si dimentica della “dittatura” dells burocrazia regionale: «Ci sono tanti lentocrati, che misurano il tempo in ere e non in ore o minuti, ma per fortuna anche dirigenti che dobbiamo frenare, come D’Urso (- Tuccio, responsabile del dipartimento Energia e Vincenzo Falgares, della Programmazione, questi al tavolo come moderatore del convegno, ndr)…».
Nello Musumeci non dimentica il 5 Stelle: «Con tutti questi no, alla Tav, al Ponte e a tutte le grandi opere, frutto di pregiudizio ideologico, vogliono farci tornare all’uomo primitivo». Per poi ricordare che «la Sicilia ha un ruolo nel Mediterraneo. è nella geografia più che nella storia: l’Isola è una cerniera fra la ricca e opulenta Europa e un continente che arranca fra mille difficoltà e insidie persino legate al legittimo diritto alla sopravvivenza, che è quello africano».
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