5 Maggio 2024
EDITORIALE

L’Italia politica e l’Italia reale, quella che blatera e dei privilegi e quella che soffre e lavora

di MARIO ALIZZI

Mille volte lo si è detto, da tanto tempo da più parti ed occasioni, ma mai se ne è tenuto, seriamente, conto ed oggi più che mai. Vi è quasi sempre stato questo distacco tra il Paese legale e quello reale, ma oggi, ripetiamo, esso ha raggiunto una distanza preoccupante perché le istituzioni ed i vari organi dello Stato agiscono fuori dalla concretezza in cui ormai si trova il Paese.
Ti fa impazzire il potere irrazionale della burocrazia che ti impone cento documenti per aprire una azienda, che ti invia il pagamento di trenta centesimi e pure meno o per ottenere un passo carrabile, che si attiene alle cartelle ed ai freddi numeri e ti risponde: «mi dispiace ma non ci posso fare niente!» e via dicendo: uno Stato ormai in generale confusione, illogicità, incapacità, che, tra l’altro, ha consegnato alla criminalità organizzata gran parte del territorio nazionale mentre, ai «bei tempi», questa era forte «solo» in Sicilia, Calabria e Campania… Oltre, però, alla distanza tra il Cittadino e lo Stato, esiste anche quella della politica dalla gente, la politica dei ciarlieri, parolai di professione che cercano di giustificare tutto, cambiare le carte in tavola come giornalmente registrano le cronache politiche e giudiziarie, la gente è, logicamente, convinta che «tutti i partiti siano uguali»; politici che non hanno più ritegno, sfacciati che hanno imposto, da anni, ai cittadini tanti sacrifici mentre la spesa della politica si è ridotta, appena, dell’uno per cento!
La politica è anche lontana dalla Società italiana, quella reale! L’imposizione di determinati comportamenti, mediante leggi e provvedimenti vari ed una martellante «propaganda» che dovrebbero portare gli Italiani a pensarla come loro politici in tutto sta imponendo una «dittatura del pensiero omologato» anche in delicati temi.
Un cittadino qualunque non può più pensarla a modo suo sulla religione, perchè sarebbe accusato di essere un «bigotto», sull’immigrazione o sui rom un «razzista», sui gay un «omofobo», contro la droga un «retrogrado», il ritorno alla serietà e meritocrazia della Scuola un classista, che fosse per il potenziamento e l’ammodernamento delle Forze del’Ordine e delle Forze Armate, ed in generale per l’ordine, la disciplina, la pulizia, la trasparenza negli uffici e nella Nazione, ovviamente, un «fascista
Di conseguenza, la gente, su certi temi, quando viene coinvolta in interviste, inchieste od anche sondaggi vari, spesso non risponde sinceramente per non essere «additato» ed avere problemi alcun genere e così, di fatto, esistono, appunto, due Paesi, uno politico, «legale», ufficiale e l’altro, in gran parte, diverso ed i politici, nel loro delirio di onnipotenza, per il piacere di comandare, distratti dalle loro beghe, piccole o grandi ambizioni, per difendere i loro privilegi di denaro e di tanto altro, non si rendono conto di essere, loro, fuori dalla realtà della Nazione e dei concreti problemi ed esigenze di questa.
In sostanza, alla politica, che non capisce, non interessa che gli Italiani la possano pensare diversamente su molti problemi e situazioni e, quindi, emette «bandi» dai quali la gente si sente assolutamente estranea e se, ribadiamo, interpellata risponde secondo le occasioni senza «scoprirsi», anche per timore di essere giudicati, «puntati» od, addirittura, accusati. Questo conferma come l’Italia vera non è affatto quelle che i politici, le istituzioni e vari intellettualoidi o certi giornalisti attivisti di partito e personaggi dello spettacolo, per moda o protagonismo, magari fingono di pensare: forse, sono appositi uffici dei Carabinieri, Polizia, Finanza ed i Servizi Segreti a sapere molto bene che l’Italia sta per scoppiare e che gli Italiani, ormai stanchi di tutti e di tutto potrebbero dare all’assalto al Palazzo…Chi di dovere, ci pensi già!

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