3 Maggio 2024
FORZE ARMATE & NATONOTE & NOTIZIE

Per la “Strage di Nassiriya” in Irak, la condanna dello Stato a risarcire i parenti dei 19 morti italiani, dodici Carabinieri, cinque Soldati e due Civili, un giusto riconoscimento al sacrificio per l’Italia

Nel 18.mo anniversario della “Strage di Nassiriya” in Irak, riproponiamo quanto scritto, nella II pagina dedicata alle FORZE ARMATE & NATO”, nel numero di Ottobre 2013 di SICILIA OCCIDENTE – cartaceo –

 

di MARIO ALIZZI

 

I feretri delle vittime dell’attentato di Nassiriya (Iraq), durante il funerale di Stato, nella basilica di San Paolo a Roma, il 18 novembre 2003.

Il 12 Novembre del 2003, alle 8,40 italiane corrispondenti alle 10.40 di Nassiriya, città irachena a maggioranza sciita e capoluogo della provincia di DhiQar, un camion ed una auto imbottiti di esplosivo distrussero la base italiana «Maestrale» situata in quella città, causando la morte tra i militari impegnati nell’operazione Antica Babilonia.

 

I morti furono dodici Carabinieri della Msu (Multinational Specialized Unit) e cinque militari dell’Esercito che facevano da scorta alla troupe del regista Stefano Rolla intenta a girare a Nassiriya uno sceneggiato sulla azione di ricostruzione ed assistenza dei soldati italiani in Irak. Due componenti della stessa troupe e nove iracheni rimasero uccisi nella stessa esplosione, oltre ad una ventina di feriti tra militari, compresa una donna carabiniere ed altri civili italiani. La strage poteva essere ancora più pesante se il Carabiniere di guardia all’ingresso della base, Andrea Filippa, poi morto nell’attentato, non fosse riuscito a fermare uccidendo i due terroristi musulmani sul camion che, quindi, rallentò la sua corsa, esplodendo «solo» sbattendo nel cancello d’entrata; al contrario dell’auto che, invece, riuscì a proseguire, essendo nascosta dal camion che la precedeva. L’esplosione fu così potente che fece crollare parte dell’edificio e sventrandolo in più parti.

I caduti appartenevano a reparti dell’Arma dei Carabinieri Territoriale: 13° Reggimento di Gorizia, 7° Reggimento Trentino-Alto Adige di Laives, Reggimento San Marco, brigata Folgore, 66° Reggimento fanteria aeromobile «Trieste», reggimento Savoia cavalleria, reggimento Trasimeno. Morti anche appartenenti alla Brigata Sassari dell’Esercito che stavano scortando la troupe cinematografica e 3 militari del 6° Reggimento trasporti della Brigata logistica di proiezione. Nel – allora. ndr – decimo anniversario –  della strage, nella cappella della caserma «Montebello» dei Carabinieri di Milano si è svolta una messa in onore dei caduti in tutte le missioni internazionali di pace.

 

OGGI – 2013.ndr – I RESPONSABILI DELLA STRAGE sono certi, a cominciare dall’allora leader di al Qaeda in Iraq, Abu Mussab Al Zarqawi e dal suo organizzato Haraz Abdelaziz Mahmoud Saio, alias Abu Omar Al Kurdi verso il quale il GIP di Roma emise un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ma il terrorista nel settembre del 200, venne giustiziato dalle autorità di Baghdad che gli addebitavano altri 35 attentati, fatto che impedì di essere processato in Italia. Gli altri terroristi Haji Tanther ed Al Kurdi avrebbero invece materialmente preparato il camion-bomba mentre i due terroristi suicidi sul camion erano Abu Zubeir Al Saudi e Bellil Belgacem. Purtroppo, tutti questi terroristi impegnati nella strage di Nassiriya del 12 Novembre 2003 sono morti per cui l’inchiesta che era stata aperta dalla Procura di Roma è stata archiviata.

Dopo inchieste, processi ed altro, finalmente, il 30 Gennaio 2013 la Cassazione ha condannato lo Stato italiano al risarcimento per i familiari delle vittime, accogliendo così il ricorso dei parenti inerente le misure di sicurezza della base «Maestrale» che, se adeguate come si sarebbe dovuto logicamente prevedere, avrebbero potuto fortemente ridimensionare gli effetti dell’attentato. Di conseguenza, nelle aule giudiziarie erano finiti il generale Bruno Stano ed il colonnello De Pauli, di cui il primo è stato condannato in primo grado a due anni di reclusione dal Gip di Roma il 20 dicembre 2008 per poi essere assolto in appello, il 24 novembre 2009; anche De Pauli è stato pe-nalmente assolto dalle accuse ma non avendo adottato le logiche ed opportune fortificazioni attorno alla base, per la parte civile, è stato condannato dal Ministero della Difesa, al risarcimento mentre il generale Vito Lops è stato immediatamente prosciolto non essendo, già dall’ ottobre del 2003, più responsabile del contingente italiano in Iraq.

Il caso di Adele Parrillo, compagna di Stefano Rolla, regista morto nell’attentato, per la quale non c’era stato nessun riconoscimento, nessun indennizzo e, perfino, esclusa dalle commemorazioni ufficiali!

Fortunatamente, quest’anno, il Tribunale Civile di Roma le ha dato ragione con tutte le conseguenze, dato che la sentenza afferma la condanna per il Ministero della Difesa al ri-sarcimento del danno, in separata sede, in suo favore in quanto ‘’compagna di vita’ di Stefano Rolla’.

La strage di Nassiriya di diciotto anni fa è il più grave attacco alle truppe italiane dalla fine della Seconda Guerra mondiale con i suoi 19 morti italiani, tra civili e militari e 9 iracheni, mentre tutte le inchieste sono state archiviate. A loro il premier – nel 2013. ndr – Enrico Letta ha dedicato il primo tweet del giorno: «Oggi la memoria tragica di Nassiriya. Il pensiero per le famiglie dei 19 italiani e 9 iracheni che perirono, la vicinanza alle Forze Armate».

Doveroso riconoscimento ed omaggio per chi muore per la nostra Patria ma, purtroppo, sinificativa resta l’amarezza del superstite maresciallo dei Carabinieri Riccardo Saccotelli che nell’attacco ha riportato ferite e per questo ora è in congedo.

Lui non ha voluto la medaglia: «E’ un’offesa alla mia dignità», ha – giustamente – spiegato: «Quella medaglia non vale niente, perché lo Stato si è comportato in modo ambiguo» e  «Paradossalmente, i tre Generali indagati e poi assolti, hanno ricevuto la più alta onorificenza, ovvero l’Ordine militare e il Cavalierato della Repubblica, – (SIC) – a processo ancora in corso», ha ricordato il militare Saccotelli che, ancora, sottolinea: «E hanno ricevuto le onorificenze per eventi bellici, anche se nei processi i reati erano stati derubricati a tempo di pace». Saccotelli ha, inoltre, ricordato che: «Prima dell’attentato, a maggio 2003, dovevo andare in avanzamento ed invece non ci sono mai andato, mentre gli indagati sì» e, quindi, esasperato, Saccotelli ora si lascia andare al completo e comprensibile sfogo: «Mi sento abbandonato dallo Stato…Lo Stato non ha fatto nulla per noi… Oggi capisco chi diceva 10, 100, 1.000 Nassirya». Inizialmente mi rattristavo, ora li capisco, perché lo Stato mi ha ab-bandonato, nessun premier ha mai voluto incontrare i feriti», ha, ancora, significato, l’amareggiato e, profondamente, deluso Carabiniere scampato alla morte.

Riguardo alla sicurezza della base, al centro del processo, Saccotelli ricorda che: «La sera prima dell’attentato, una delle vittime aveva previsto che i prossimi saremmo stati noi: noi eravamo lì a difendere i nostri politici! E mi fa ridere che si dica che non si possano dare medaglie perché non era in tempo di guerra», ha molto. ancora, amaramente osservato  Saccotelli.

 

GLI ITALIANI  NON 

DIMENTICANO 

I CADUTI DI NASSIRIYA!

 

Appuntato Domenico INTRAVAIA, 44 anni; Maresciallo Alfio RAGAZZI, 39 anni; Maresciallo Giovanni CAVALLARO, 47 anni; Maresciallo Daniele GHIONE, 31 anni; Luogotenente Enzo FREGOSI, 56 anni; Sottufficiale Alfonso TRINCONE, 44 anni; Maresciallo Massimiliano BRUNO, 40 anni; Vicebrigadiere Giuseppe COLETTA, 39 anni; Vicebrigadiere Ivan GHITTI, 30 anni; Carabiniere Orazio MAIORANA, 29 anni; Carabiniere Andrea FILIPPA, 33 anni; Maresciallo Filippo MERLINO, 45 anni; Tenente Massimo FICUCIELLO, 35 anni; Maresciallo Silvio OLLA, anni 32; Carabiniere Emanuele FERARO, anni 28; Militare Alessandro CARRISI, 23 anni; Funzionario civile Marco BECI, anni 43; Aiuto Regi-sta Stefano ROLLA, anni 65; Caporal Maggiore Pi-etro PETRUCCI, anni 22.  

 

 

 

ATTENZIONE! IN SEGUITO AD UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio. 

DI CONSEGUENZA, al 2 maggio 2022, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

TOTALI: 122.130 PER LA STRAGRANDE MAGGIORANZA “ECCELLENTE”!

-Terribile 4694 – Insufficiente 3954

I “MI PIACE”  30.890 IL 62 PER CENTO DEL TOTALE  E, dal 30 ottobre 2017, LETTORI IN ON LINE 32651

*In questi dati non è compreso il numero di coloro che, sono l’ampia maggioranza, leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”.

SE I NOSTRI ARTICOLI E/O SERVIZI SONO DI VOSTRO GRADIMENTO

VOTATE “ECCELLENTE” E/O “MI PIACE”! GRAZIE!!!

 

 

 

Forze Armate. SICILIA OCCIDENTE –ottobre 2021 – cartaceo

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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