A Barcellona, gli arresti dei tre indagati per l’esplosione nella fabbrica dei fuochi d’artificio
La tragica vicenda dell’esplosione della “fabbrica” di fuochi artificiali in contrada Pezze Cavalieri, avvenuta il 20 novembre 2019, causando la morte di cinque persone ed il ferimemto di altre due e che tanta impressione ebbe nella città del Longano e non solo, ha ora avuto una pesante svolta. Infatti, il Comando Provinciale di Messina dell’Arma dei Carabinieri, ha eseguito l’ordinanza degli arresti domiciliari per i tre indagati, Costa Vito, 73 anni, titolare della ditta in questione, “Costa Vito e Figli” di Barcellona PG, Bagnato Corrado, 65 anni, ed il figlio di questi, Antonino di 38 anni, titolari della ditta locale “Bottega del ferro”. Alle due ditte, sono state pure sequestrati diversi beni ed agli indagati anche l’interdizione della attività imprenditoriale per 12 mesi.
I tre indagati sono accusati di pesanti reati di quali disastro colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali, nonché di violazioni concernenti le norme di prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro, con la mancata valutazione dei rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive, la mancata informazione, formazione e addestramento dei lavoratori sui rischi cui erano specificamente esposti ovvero la mancata consegna dei dispositivi di protezione individuale.
Ad emettere il provvedimento degli arresti domiciliari è stati il GIP di Barcellona PG, su richiesta dei Pubblici Ministeri Rita Barbieri, Matteo De Micheli ed Emanuela Scali., coordinati dal Capo della Procura della Repubblica Emanuele Crescenti.
La Commissione Tecnica Territoriale per le Sostanze Esplodenti che stabilisce i parametri di sicurezza, avrebbe trovato non a norma i lavori effettuati dalla ditta “Bottega del ferro”, cosiccome, gli accertamenti dei Vigili del Fuoco e del “Nucleo Investigativo Antincendio Territoriale” di Palermo, che, tra l’altro hanno escluso la cause dell’incendio per una eventuale origine elettrico. Del resto, la logica dei fatti è stata, anche, chiaramente, stabilita dalla “Sezione Chimica, Esplosivi ed Infiammabilità” dei Carabinieri del RIS. Ovviamente, l’azione di della locale compagnia dei Carabinieri di Barcellona PG è stata basilare per lo sviluppo delle indagini. Una sua parte l’hanno avuta il “Nucleo specialistico dei Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Messina e del Dipartimento di Prevenzione U.O.C. Spresal.
Come si nota, la ricostruzione dell’intera vicenda giudiziaria, dei singoli fatti e dettagli, reperti di ogni genere e testimonianze, controlli e “riverifiche”, hanno impegnato l’intervento e la competenza di nuclei investigativi, sezioni e comandi diversi della Benemerita e della stessa Procura, la quale, data anche la tragedia delle persone coinvolte, ha dovuto agire con il dovuto sensibile tatto e prudenze, ma, alla fine, con il serio contributo degli Uffici, ha accertato, per la sua competenza, l’intero difficile e penoso avvenimento.
Ricordiamo le vittime: Giovanni Testaverde, Mohamed Tahar Mannal, Fortunato Porcino, Vito Mazzeo e Venera Mazzeo, moglie di Costa. Feriti.
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