100 ANNI ORSONO NASCEVA L’AERONAUTICA MILITARE ITALIANA: era il 28 marzo del 1923, una storia di avventure, eroismi, di vittorie e di tragedie, di invenzioni e ricerca, sviluppo tecnologico e forte senso del dovere verso la Patria. Tra le prime nel mondo con tanti record
L’importanza dell’aeronautica crebbe sempre più anche dopo la fine del primo conflitto – durante il quale perirono quasi 2000 aviatori – fino alla decisione di scorporare l’arma dall’esercito, elevandola a forza armata indipendente il 28 marzo 1923. Il suo primo nome fu, Arma Azzurra, divenuta poi ufficialmente Regia Aeronautica su decisione del re Vittorio Emanuele III. Il Fascismo la tenne sempre nella massima importanza e con la nomina di Italo Balbo a ministro dell’Aviazione raggiunse la sua massima espansione, presentata dai gerarchi del tempo come un fiore all’occhiello, grazie ai numerosi record conquistati in fatto di lunghi raid – Italia-Brasile e ritorno, Italia-USA e ritorno, ed altri -, di velocità media, di velocità massima e di altitudini raggiunte. Il record mondiale di velocità raggiunta con idrovolante con motore a pistoni risale infatti agli anni trenta ad opera appunto del pilota italiano Francesco Agello. Questi il 23 ottobre 1934, su di un Macchi MC72 raggiunse l’enorme velocità di 709, 202 km orari. L’Italia e gli Italiani ne andavano e ne vanno fieri, visto che il record è tuttora imbattuto.
La seconda guerra mondiale
Insieme alle altre armi, anche l’Aeronautica diede il suo contributo: importante per quantità di aeromezzi, fu l’invio di caccia verso il Nord a combattere la battaglia d’Inghilterra insieme agli avieri tedeschi, questo per precisa volontà di Mussolini; in seguito, l’Arma fu utilizzata in tutto lo scacchiere mediterraneo per bombardare città lungo la costa, come in Francia, oppure per azioni a difesa della Marina.
La scarsissima coordinazione delle due Armi, provocò i grandi insuccessi di cui furono protagonisti avieri e marinai italiani, e capo Matapan ne è un esempio. E’ da ricordare, che lo Stato Maggiore della Marina italiana, prigioniero di una concezione di guerra poco dinamica e volta alla difesa più che all’attacco, consigliò a Mussolini – infatti, spesso, mal consigliato e vittima di manovre tendenti spesso a far raggiungere vantaggi personali a chi preposto a suggerire, quando non, addirittura in combutta col nemico! – di non costruire portaerei, invece, sicuramente, utili per un mare vasto come il Mediterraneo. Mussolini, ormai a guerra iniziata, se ne rese conto e mise subito i cantieri navali al lavoro, tanto che solo verso la fine della guerra stavano per essere varate le prime due portaerei italiana.
Il secondo dopoguerra
Una delle prime modifiche sostanziali dell’arma aeronautica, fu il cambio di de-nominazione, ed infatti, dopo il contestato referendum del 2 giugno 1946, prese il nome, ancora attuale. di Aeronautica Militare. Un motivo di vanto dell’Arma Aeronautica, è la sua pattuglia acrobatica, famosa in tutto il mondo, – e, probabilmente, con quella inglese, la migliore! – le Frecce Tricolori. L’Aeronautica Militare si è anche occupata, fino al 1982, del controllo del traffico aereo nello spazio aereo nazionale. Dopo la smilitarizzazione del settore, continua a svolgere la funzione di fornitore dei servizi del traffico aereo – Air Navigation Service Provider – sugli aeroporti militari aperti al traffico civile e nelle relative zone di controllo.
I controllori del traffico aereo dell’Arma Azzurra sono presenti anche nei centri di controllo d’area di ENAV SpA per la gestione del traffico militare in volo negli spazi aerei civili.
Gli Aerosoccorritori, inoltre, continuano a prestare servizio attivo portando in salvo le persone in pericolo.
FOTO. 1) Il Macchi MC 200, un aereo molto conosciuto perchè impiegato su quasi tutti i fronti della II guerra Mondiale sia per la difesa metropolitana che oltre, nel Mediterraneo, in Africa ed in Russia
2) Il Macchi MC 205, uno dei più veloci ed efficienti aerei italiani. Purtroppo, molti aerei, carri armati ed altre moderne armi, arrivarono solo negli ultimi mesi guerra, quando ormai tutto era perduto
3) Il Campini-Caproni, uno dei primi aerei italiani a reazione al mondo
Il radar, gli aerosiluranti e tanto altro inventato in Italia od anche dagli Italiani, purtroppo, per vari motivi, non vennero mai sviluppati come altri prototipi di armi, congegni e studi e ricerche vennero interrotti…
4) «Il Predator» una delle ultime valide tecnologie della nostra aviazione militare, aereo senza pilota dalle diverse prestazioni.
«L’Italia potè impegnare nel conflitto un totale di poco più 10.000 aeroplani tra quelli che aveva prima e quelli che riuscì a costruire dopo il 1940.
I termini di paragone sono spaventosi.
Si stima che la Germania abbia perso 57.000 aeroplani ed il Giappone 50.000. La Gran Bretagna costruì più di 150.000 aerei e gli Stati Uniti l’incredible cifra di 294.000.
Non occorre dire altro per giustificare l’affermazione che gli aviatori italiani hanno compiuto un miracolo a combattere per tre anni».
Bastano queste poche parole dell’esperto militare americano M.W McFarlane, per significare il grande eroismo dell’Aviazione italiana nella II Guerra Mondiale!
– A cui, obiettivamente, si debbono aggiungere gli altri due anni, ’43 e ‘45 di eroica difesa da parte dell’Aviazione Militare della Repubblica Sociale Italiana – RSI – contro l’ancora, di gran lunga, accresciuto strapotere del nemico anglo-americano nei cieli del Nord Italia!!!”
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