La conferma del sequestro di oltre 28 milioni di euro all’imprenditore Santalucia legato al clan Santapaola e alla mafia barcellonese
Alla lunga, si è comunque conclusa una importante vicenda giudiziaria che ha permesso la ricostruzione di un puzzle dell’attività criminosa dell’imprenditore Salvatore Santalucia, di Roccella Valdemone (me). Questi, è stato da tempo ben individuato dagli inquirenti negli anni, quale avente un preciso ruolo malavitoso nel campo delle energie delle fonti rinnovabili, del movimento terra e della produzione del cemento, nel quadro del suo agire in collaborazione e come elemento di riferimento tra i clan di Santapaola e della “famiglia barcellonese”, nelle province di Messina e Catania, come, del resto, è più volte emerso dalle indagini degli investigatori e dalle stesse dichiarazioni del “pentito” Carmelo Bisognano”
In particolare, “Turi più”, il Santalucia, ha avuto, in pochi anni, un crescente rapido successo, ottenendo numerosi e diversi appalti e conseguenti arricchimenti tali da accumulare ingenti patrimoni di immobili e mobili, grazie anche all’ “alleanza operativa” con altre importanti imprese come la “Eolo Costruzioni SRL” del “gruppo Nicastri”, appunto, apicale società nell’operare, indisturbato, nel settore nei parchi eolici, mentre sarebbe significativo il fatto che, secondo ormai gli organismi d’investigazioni, il Vito Nicastri sarebbe in contatto con il superlatitante Matteo Messina Denaro, con il quale, quindi, agirebbe di concerto. In questo quadro, la DIA di Palermo e Messina, al Nicastri, ha confiscato un patrimonio complessivo di ben 1.5 miliardi di euro.
La DIA, nelle sue lunghe ed impegnative, annose indagini, nel ricostruire le attività criminose del Santalucia, ha, logicamente, accertato le discrepanze tra i redditi ufficialmente dichiarati e le invece, concrete, attività economico-finanziarie e numero e qualità di immobili e mobili, compresa la vasta e diversificata catena agricola e dell’allevamento del bestiame, di fatto, posseduti dal Santalucia, concludendone il chiaro indebito ed l’illegale arricchimento.
Ora, la Corte ha confermata le confisca del patrimonio totale del Santalucia, già effettuati tra il 2015 ed 2016 ed emessa nella sentenza di primo grado del maggio 2017. Si tratta di un patrimonio vastissimo e molto diverso, come 4 aziende del settore agricolo, dell’allevamento, del movimento terra, della produzione del calcestruzzo ed opere edilizie, ben 326 terreni a Roccella Valdemone, in provincia di Messina, a Gaggi e Castiglione di Sicilia in quella di Catania, per un totale di 220 ettari, più 23 fabbricati, 26 veicoli ed, ovviamente, tanti e diversi conti e titoli bancari, per un totale generale di 28 milioni di euro e mezzo.
ATTENZIONE!!! A SEGUITO DI UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio.
DI CONSEGUENZA, al 2 maggio 2019, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:
TOTALI 106.050 di cui: “terribile”: 3194 – “insufficiente”: 3239 (a correzione del dato precedente) – La stragrande maggioranza: “ECCELLENTE”! “MI PIACE”: 24546 “non mi piace”: 6566 – dal 30 Ottobre 2017 in diretta on line: 12502
NB. in questi dati non è compreso il numero di coloro che leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”, che, ovviamente, sono la grande maggioranza!
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