4 Maggio 2024
AltroSTORIA & DOCUMENTI

Una generazione di studenti della Provincia di Messina si formò politicamente e culturalmente nella nostra Città dando vita ad una «Destra nazional-rivoluzionaria» Quarantasei anni fa esplodeva in modo autonomo e controcorrente: «IL ‘68 BARCELLONESE», «mito» di ideali, di azione, coraggio, fantasia e scontri. Gli avversari di ieri diventati oggi amici. Gli Scontri!

Dato il grandissimo ed ancora crescente interesse suscitato, specialmente in Provincia di Messina, riproponiamo quello che è ampiamente riconosciuto come lo spazio più significativo dedicato finora al ” ’68 Barcellonese” da SICILIA OCCIDENTE!

La rivolta studentesca contro il comunismo ed il «sistema» che fece della Città del Longano un vero proprio laboratorio di idee e di azione di notorietà nazionale. I sogni, le speranze e l’entusiasmo di una intera generazione che intendeva creare una Nuova Destra non più ferma alla nostalgia ed alla sola testimonianza storica bensì tesa all’evoluzione culturale, politica ed attivistica, moderna nell’approccio con la società della quale, localmente, riuscì a coinvolgerne gran parte.

Il motore propulsore di tutto fu la fondazione del «Centro Studi di Ordine Nuovo» –  da non confondere  con altri nuclei omonimi del resto d’Italia – nel marzo del 1968 ad opera di tre giovani con 50 lire in tasca!

La conquista sociale, della simpatia e della solidarietà della Città              

Il fatto che a Barcellona Pozzo di Gotto il polivalente attivismo del Centro «Ordine Nuovo» avesse fortemente non solo influenzato questa città, ma anche gran parte della Provincia di Messina e che si fosse sempre più diffusa la simpatia e la sostanziale solidarietà di una evidente gran parte dei cittadini e dell’opinione pubblica locale verso gli ordinovisti, allarmò al massimo la Sinistra che, di fatto, ormai si trovò ristretta in un angolo di azione e psicologicamente debole, tanto che essa chiese aiuto alla Sinistra regionale e nazionale.

Infatti, il fenomeno Ordine Nuovo di Barcellona era assurto ad attenzione nazionale e, quindi, una grande e pesante campagna quasi quotidiana da parte della Stampa socialcomunista si scatenò contro Barcellona e la provincia di Messina «nera» per eccellenza!

Sopraffatta dalla capacità di proselitismo e diffusione delle idee di Ordine Nuovo non solo nelle scuole e dal continuo, diversificato e capillare attivismo di questo Movimento culturale, ideologico e di azione, le «forze antifasciste», sulla scia della sopraddetta campagna politica e di stampa contro «il pericolo del Fascismo barcellonese», organizzarono diverse manifestazioni provocatorie ed azioni «di contrattacco» che portarono a continui scontri tra «comunisti e fascisti», manifesti e volantinaggi antifascisti ed altro, facendo salire la tensione nella Città del Longano, la quale divenne protagonista nella stampa locale, regionale e spesso anche nazionale e della RAI, attraverso i vari TG e «speciali».

La situazione divenne così incandescente che la città di Barcellona venne spesso presidiata da Forze dell’ Ordine, provenienti da altre caserme siciliane, come per l’Università di Messina punto di forza del Fuan e di altre organizzazioni di destra, come l’attivo Ordine Nuovo locale – guidato dal «reggente» Antonio Ragusa, persona di grande intelligenza e cultura, di autentica umiltà, fervido cattolico tradizionalista, scomparso alcuni anni fa, tantissimo compianto ma non solo dagli ambienti della Destra messinese –  ed Oscar Marino, anche questi Uomo di somma cultura ed ottimo organizzatore – alla cui azione spesso dava man forte l’Ordine Nuovo di Barcellona PG

La spedizione punitiva dei portuale della CGIL di Genova contro l’Università  «nera» di Messina

Si pensi che vennero organizzate delle vere spedizioni punitive da parte del PCI, PSIUP ed altre movimenti di sinistra per «finalmente, spazzare i fascisti dall’Università di Messina!».

La punta di diamante di questa spedizione al Sud era costituita dai «forti e formidabili portuali di Genova» che arrivarono baldanzosi al canto di «Bandiera Rossa e «Bella Ciao», con fare minaccioso già dallo sbarco dai traghetti e subito dandosi alla caccia dei «vili  fascisti».

Arrivati all’Università, vennero affrontati dai militanti di Ordine Nuovo, Fuan, associazione «Aquila» e studenti greci anticomunisti,  che misero, dopo duri scontri all’interno ed adiacente l’Università, in fuga i compagni di Genova, gli stessi che: «daremo una sonora lezione ai fascisti siciliani!!!».

Fu così che «coloro che con  orgogliosa e baldanzosa sicurezza erano scesi in Sicilia, dovettero risalire al Nord con molti acciacchi e tante ferite nel corpo e, soprattutto, nello spirito!».

La stampa di sinistra dopo aver suonato la carica dei portuali di Genova, specie la CGIL, ebbe a dire che i «portuali di Genova erano scesi «solo» per una  manifestazione pacifica ed affatto provocatoria mentre hanno trovato la feccia fascista organizzata ed appoggiata di fatto da certi apparati locali…», insinuando sulla presunta complicità delle Forze dell’Ordine e della stessa dirigenza universitaria..!

In una seconda occasione, si sparse la voce che sarebbe «sceso dal Nord» lo stesso Mario Capanna, capo del Movimento Studentesco di sinistra che, si racconta, in quei momenti, volesse «incontrare Mario Alizzi per dagli una  sonora ed indimenticabile lezione anti-fascista…!».

Per fortuna, Mario Capanna non riuscì a trovare Mario Alizzi, che…stava a Barcellona!

Persino all’Università di Milano, venne dedicata una giornata anti-fascista contro il Fascismo barcellonese e, per l’occasione, venne esposta una foto di Mario Alizzi, con slogan di dilegio contro di lui e quale esempio nefasto del Fascismo, appunto, della Provincia di Messina da eliminare, l’uno e l’altro!!!

Questo e tanto altro si diceva, sosteneva ed accadeva in quei momenti di grandi scontri in cui il PCI dominava ed indirizzava la strada, direttamente ed indirettamente, suonando la grancassa antifascista, secondo la quale era fascista chi non fosse comunista e di sinistra, in un clima di intimidazione totale verso chi fosse anticomunista o comunque non si assoggettasse ai voleri del PCI e del Movimento Studentesco del 1968 o della CGIL!

Di conseguenza, erano considerati fascisti i democristiani non di sinistra, i socialdemocratici, i liberali ed in genere chi non seguisse la Sinistra.

In questo clima generale a livello nazionale, con morti e feriti soprattutto tra i giovani di Destra e del MSI – ormai traditi in tutto e per tutto da «badogliani» come Fini – Barcellona era diventata per l’attivismo e la penetrazione nella società locale, un «laboratorio di idee e di azione» della Destra di allora, dalla quale si sperava nascesse una Destra moderna e capace di farsi capire, che potesse approcciarsi con la gente in modi più concreti e trasparenti: per questo ed altro ancora, una intera generazione di Destra si formò passando dalle fila di Ordine Nuovo e dal suo FAS, Fronte di Azione Studentesco il cui presidente era l’allora giovanissimo ed oggi noto avvocato Guglielmo D’Anna; gente che, pur nella diaspora dovuta anche a tante delusioni da chi tutto ad essa deve, tuttora rimane orgogliosa di quella pregnante esperienza politica, culturale ed umana, di quella che, dal Marzo del 1968 al 1974 – con strascichi anche per alcuni anni successivi, perchè, nel rientro nel MSI e nel relativo Fronte della Gioventù, lo spirito rinnovatore di Ordine Nuovo continuò – fu come una «epopea» fortemente intensa ed un sogno e fonte di tanta speranza ed entusiasmo per tanti!

 Sogno tradito, ripetiamo, dai soliti parassiti e pezzi di… mediocrità che, forse, quando sono soli con se stessi, capiscono che le tante  prebende ed apparente successo ottenuti in mille modi e senza scrupoli, non li fanno mai degni della stima della gente e mai veramente sereni: questi individui, giornalmente, recitano solo una parte, perchè è solamente ottenendo il potere che sono riusciti a «non penare, ad avere qualche donna… e passarsi  sfizi vari. Dalle nostre parti, tutto ciò ed altro, lo sanno in tantissimi e che non lo hanno fatto mai diemticare!

 Lo scontro tra «Maoisti” e “fascisti” del 2 Ottobre 1969

Nell’esasperato clima poitico generale, quello di Barcellona Pozzo di Gotto, si è accentuato per delle gravissime novità che si aggiungevano ai continui scontri tra fazioni, comizi infuocati e manifestazioni con concentramenti antifascisti provenienti dal resto della provincia di Messina, proprio per «liberare la città dal Fascismo».

Nel 1969, nel centro messinese viene creata una sede di «Maosti» ovvero Marxisti-leninisti», filo-cinesi da cui si sviluppò una crescente azione «anti-fascista», comprendente la ricerca dello scontro fisico tendente a spazzare i fascisti da Barcellona, per sostituirli con un polo sessantottino di estrema sinistra, al cui interno – si vociferò – avrebbe dovuto agire in modo autonomo e molto discreto, un nucleo di ancora sconosciute chiamato BR, «Brigate Rosse»!

I «Maosti» cominciarono a reclutare elementi della piccola criminalità locale e cercare di «indottrinarli», da usare come «carne da macello» negli scontri. Ovviamente, accanto a questi «elementi del popolo costretti dalla società borghese e fascista, a delinquere», vi erano dei gruppi di giovani dei partiti di sinistra che aderivano ad essi, anche se alcuni con discrezione.

Una volta ottenuto un certo numero di questi «tipi», iniziarono a minacciare ed aggredire singoli attivisti di Destra avvalendosi pure di una «spia», all’interno di Ordine Nuovo locale. Questa spia, guarda caso, venne poi arrestata per una rapina…ma svolse un ruolo importante specie nel momento più opportuno. Infatti, susseguendosi le aggressioni verso gli ordinovisti o simpatizzanti e gli scontri, si arrivò al culmine quando i vertici di Ordine Nuovo decisero di affrontare definitivamente i «Maoisti preferendo però che il primo attacco lo facessero i «Maoisti» stessi; sempre, di fatto, spalleggiati dai social-comunisti, i quali, ripresero forza e speranza proprio grazie all’apporto «fisico» dei «Marxisti-leninisti filo-cinesi, i quali, effettivamente, fronteggiavano od attaccavano ad ogni occasione possibile gli aderenti ad Ordine Nuovo e simpatizzanti.

La stampa antifascista intanto spalleggiava l’azione dei Maoisti dei quali pur, ufficialmente, non condividendone le idee e certi loro estremismi, «riconosceva che la violenza era stata scatenata dai soliti squadristi fascisti e, quindi, giustificabile la reazione di tutte le forze antifasciste».

Una sera, venne tentata un’aggressione ad un giovane di Ordine Nuovo, rifugiatosi in una macelleria ed il cui titolare – di Sinistra! – vedendo un nutrito gruppo di persone attaccarlo, minacciò con un coltellaccio i «coraggiosi  maoisti» che se la diedero a gambe!

Questo episodio, ovviamente, nel clima ormai accesissimo esistente nelle strade e piazze della città, che quasi ogni giorno o sera erano teatro di scontri verbali e soprattutto fisici, fu la classica goccia che fece traboccare il vaso, perché gli ordinovisti capirono che se non avessero reagito, i Maoisti, accompagnati dagli elementi degli altri partiti di sinistra, avrebbero, finalmente, ribaltato la situazione, venendo meno anche la sicurezza fisica personale dei giovani di destra.

Il Primo Ottobre del 1969, ovvero il giorno dopo il tentativo di aggressione, fu molto «caldo» perché gli ordinovisti ed altri loro simpatizzanti erano allerta e preparati a qualsiasi scontro: «O Noi o Loro!», non vi era più al-ternativa! La sera del’ 1° Ottobre, un gruppo di «compagni», davanti al noto Bar-Pasticceria Freni, in via Garibaldi, presso l’allora Cinema Maya, credettero di sorprendere un nucleo di Ordine Nuovo e subito l’attaccarono! Avvenne, però, che altri Ordinovisti scesero da alcune auto – si disse, con  bastoni e manganelli foderati di gomma per non fare troppo danno – ed al grido di «Allarmi! Allarmi..!» contrattaccarono i pure armati con legni ed altro, «social-comunisti» che, sorpresi, dovettero subito battere in ritirata con  le ossa rotte!

Il 2 Ottobre, l’indomani, ormai lo scontro più forte era nell’aria, pattuglie delle Forze dell’Ordine giravano per la Città e la gente «sentiva» che qualcosa sarebbe successo.

Arrivarono da Messina militanti di Ordine Nuovo mentre gruppi della Sinistra si notavano in alcuni punti del centro cittadino. Nella sede barcellonese di Ordine Nuovo si rifletteva sul punto della situazione cogli at-tivisti pronti all’azione, mentre non venivano fatti entrare in sede i non militanti, i semplici simpatizzanti: ormai si era alla cernita! Durante il discutere sul da farsi, si fecero diverse proposte e considerazioni, quindi, si decise di agire.

Il Piano era semplice: recarsi alla sede dei Maosti, apparentemente non in forze, cercando però di discutere in modo da creare delle indecisioni tra gli avversari per dividerne gli intenti e la compattezza, per poi «fare un accordo di massima» che evitasse lo scontro, anche perché si sapeva che da fuori stavano arrivando rinforzi alle Forze dell’Ordine locali, per cui «tutti abbiamo da perdere»!

A questo, punto, entra in campo la «famosa spia» all’interno di Ordine Nuovo, la quale in quei giorni e, soprattutto, in quella giornata, riferiva le sue impressioni ai Maoisti, inducendoli a credere loro che gli Ordinovisti fossero molto perplessi e confusi sul da farsi.

Questo fatto generò nei vertici maoisti la convinzione che «siccome quelli di Ordine Nuovo erano quasi tutti studenti, non se la sarebbero «sentita» di battersi contro dei forzuti lavoratori e malavitosi», per cui, in uno scontro frontale, avrebbero avuto la meglio su quelli di Ordine Nuovo e, quindi, definitivamente, avrebbero potuto prendere «possesso» della Città!

L’impressione sbagliata della spia, stava nel fatto che non era riuscito a sentire ciò che alla fine il Direttivo di Ordine Nuovo aveva deciso, mentre lo spione era «aggiornato» a qualche ora prima!

 Appena arrivati davanti alla sede dei Maoisti – in via Immacolata – Mario Alizzi tentò un primo approccio verbale, conciliante, ma i maoisti risposero subito cantando a squarciagola «Bandiera Rossa», «Bella ciao!», «Viva Mao!» e «Fascisti, carogne tornate nelle fogne!» attaccando con lunghi bastoni e quanto poteva essere un’arma, segno che erano preparati allo scontro, respingendo rovinosamente Mario Alizzi ed i pochi vicini a lui.

A quel punto, i giovani di Ordine Nuovo – ai quali, intanto, saputo dei fatti in corso, si erano aggiunti, come in altre occasioni, elementi di Destra non «ufficialmente» aderenti a Ordine  Nuovo ma, di fatto, simpatizzanti e sostenitori del Movimento – si ritirarono velocemente per riorganizzarsi ed in pochi minuti, incitando tutti ad intervenire in massa, Mario Alizzi diede il segnale di attacco di: «Allarmi Allarmi..!», ma i Maoisti contrattaccavano anche se ora con minore entusiasmo. Ad un tratto, Cettino Imbesi – compianto amico scomparso da anni – e Carmelino Maggio, presero un carrettino vicino alla sede e lo scagliarono contro i Maoisti che erano fuori dalla porta di essa, facendoli rotolare a terra, mentre gli altri anticomunisti raccolsero delle lunghe tavole – lì per la ristrutturazione di una casa accanto – con le quali colpirono ripetutamente i «nemici», ormai in forte difficoltà e indietreggianti dentro la loro sede.

A questo punto, gli attacchi dei giovani di Destra si ripeterono con più determinazione conciando in malo modo gli occupanti la sede, dalla quale alcuni riuscirono a scappare mentre altri erano rimasti imbottigliati.

A quel punto, gli Ordinovisti «dovevano» dare una «santa lezione ai Maoisti e finirla!».

E così fu! Intervennero poi i Carabinieri, la Polizia e gli Agenti del Manicomio «Vittorio Madia», ma fu l’allora Commissario di polizia che ordinò ai suoi  di «prendere più fascisti possibili» e per questo disegno, vennero arrestati il Capo di Ordine Nuovo di Barcellona Mario Alizzi – di cui ancora molti barcellonesi ricordano quando, con le manette ai polsi, per tutto il percorso, si mise a cantare una significativa canzone della Destra di allora: «Me me frego della Galera» – il capo di Ordine Nuovo di Messina Antonio Ragusa e l’altro giovane Santino Fugazzotto.

In quell’occasione, venne pure arrestato un attivista di Sinistra, Fedele Dai-notti, che pare non abbia partecipato agli scontri, e che Mario Alizzi, essendo suo amico personale, scagionò contro le proteste e la forte contrarietà di Mimmo Nania. Questi, in verità, non ebbe nessun ruolo negli scontri, es-sendo stato arrestato in via Umberto I, ad alcune centinaia di metri dagli scontri, a riprova del pesante clima di persecuzione che esisteva nei confronti di chi fosse di Destra ed anticomunista, ma il tutto rispondeva alla logica del momento: la ragione alla Sinistra, il torto alla Destra!

Per questo, Mario Alizzi, Antonio Ragusa, Domenico Nania e Santino Fugazzotto scontarono dieci giorni nel carcere di Gazzi a Messina e, quindi, poi processati e condannati per rissa, – ad eccezione di Fugazzotto poiché la sua posizine venne archiviata – mentre dei Maoisti, nessun arrestato o colpevole! Si spiega così l’azione di quel discutibile  Commissario di Barcellona di allora, che, secondo certe insistenti voci, si sarebbe costruita la propria carriera «cercando di dimostrare la pericolosità dei fascisti barcellonesi e la loro azione paramilitare in Provincia».

 Con questo preciso disegno portò ben 79 giovani di Destra, clamorosamente, in tribunale; l’80.mo era, anch’egli, il compianto da tanti amici, Elio Buzzanca, scomparso il 26 dicembre del 1972, a diciassette anni e fratello dell’ex Sindaco di Messina ed ex deputato regionale Giuseppe Buzzanca.

In primo grado, venne condannato solo il Capo di Ordine Nuovo, Mario Alizzi, venendo così meno le accuse di «tentativo di ricostruzione del Partito Nazionale Fascista in Provincia di Messina, in modo paramilitare, con   armi e piani chiaramente eversivi ed associazione a delinquere»!

Ovvio che Mario Alizzi in appello venne assolto con formula piena, dimostrandosi l’assoluta infondatezza della teoria dell’allora «strano» Commissario locale Questi, divenne alto responsabile dell’«Ufficio Politico» di Catania, per… «meriti antifascisti», ma, sei mesi dopo, un grave, rapidissimo male lo colpì, portandolo davanti al giudizio di Dio!

Da sottolineare, data l’atmosfera pesante per chi era di destra, la coraggiosa e difficilissima difesa degli avvocati, in questa ed altre occasioni, Luigi Autru Ryolo, Antonio Restuccia, Giuseppe Santalco, Giovanni Carrozza  Gaetano Catalano, L’on. Orazio Santagati, Gaetano La Terza, Nino Sodano e Giuseppe Toscano  di diversi fori e soprattutto, poi, in generale,  dell’On. avv. Enzo Trantino che, assistette non solo Mario Alizzi, verso il quale le denunce e la continua diffamazione della Sinistra si sprecavano, tanto da subire numerosi processi: grazie a Trantino, che smantellò le tante accuse infondate, infine il giovane Mario Alizzi venne reso «libero e riabilitato completamente!

Da SICILIA OCCIDENTE  febbraio 2016 – cartaceo

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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