3 Maggio 2024
FORZE ARMATE & NATONOTE & NOTIZIE

Come Folgore dal cielo… Come Nembo di tempesta”! I Paracatutisti italiani, una grande storia di orgoglio ed esempio di grandi combattenti

L’Italia fu la prima nazione al mondo ad impiegare l’ “arma” dei paracatutisti già nel 1918, lanciandoli dietro le linee austriache per raccogliere informazioni preziose sul fronte di Vittorio Veneto, con dei paracaduti piuttosto “pioneristici” e, quindi, non affidabilissimi ed, infatti, anche il primo paracadutista della storia è stato il Tenente degli Arditi Alessandro Tandura. Questi, si lanciò da 1600 metri nella notte dell’ 8 e 9 agosto del 1918. Da allora, a parte qualche, ancora, raro appassionato, l’idea del paraca-dutismo non venne abbastanza considerata, se non solo nel 1938 ad opera del, sempre brillante ed intraprendente nelle idee e nell’azione, Italo Balbo. Questi, costituisce, a Castel Benito, in Libia, il I ° Reggimento “Fanti dell’aria“, con ascari locali, ufficiali e sottufficiali dell’esercito e dell’aeronautica, mentre, sempre nel 1938, anche la “Regia Scuola Paracadutisti” dove, dal 1940, si addestrano i primi due battaglioni. Nel 1941 nasce la “Divisione paracadutisti 185° CACCIATORI D’AFRICA, che nel luglio 1942 diventerà la Divisione “FOLGORE“ e, quindi, mandata in Africa settentrionale come unità di fanteria leggera. La notte del 24 ottobre 1942 gli inglesi, come sempre, di molto, superiori per uomini e mezzi, iniziano l’offensiva per la conquista della Libia, in quella che passerà alla storia come la “Battaglia di El Alamein” in cui soldati italiani si coprirono di gloria! I fanti delle divisioni “Trento, Bologna, Brescia, Pavia, Trieste, Littorio” e dei paracadutisti della “Folgore”  resistettero fino allo spasimo e con eroica determinazione, finchè non fu loro ordinato di cessare il combattimento. Altra degna menzione di onore meritano per il loro eroismo, in Africa settentrionale, il famoso “reparto paracadutisti libici” ed il battaglione comandato del Maggiore Edoardo Alessi e “Fedelissima” e composto da Carabinieri formatisi alla Scuola di Tarquinia.

Nel novembre 1941, dopo che gli inglesi avevano sferrato una seconda pesante offensiva nell’ampia area di Eluet El Azei e Lamuda a sud di Berta. il nemico, ancora una vola, forte di una grandissima superiorità generale e la violenza della battaglia fu così marcata che 70% dei suoi effettivi, del I° Battaglione paracadutisti CC. RR. di Tarquinia, fu perso, ad evidente prova del grande eroismo dei Carabinieri italiani e degli stessi parà libici!. La maggioranza dei 6450 paracadutisti, della “Folgore” si immolarono, nelle dune di El Alamein, dimostrando eccezionale coraggio e riuscendo ad infliggere notevoli perdite al nemico. Un giorno i soldati della “Folgore” costringono le truppe britanniche di colore da una strategica posizione, catturando tonnellate di munizioni, viveri, vestiari ed impermeabili di gomma, tanto da, fortemente, impressionare lo stesso generale Erwin Rommel, “la Volpe del deserto”, che, si rivolse al Col. BECHI con le ormai famose parole: “Con simile gente si va in capo al mondo. Occorrerà frenarli, anziché sospingerli in battaglia!“. In condizioni ambientali eccezionalmente precarie per tutto, il Col. BECHI sottolineava: “me li vedo deperire senza un lamento, né un brontolio, e mi si stringe il cuore nello scorgere le giacchette già stinte che pendono flosce sui toraci smagriti“.

“All’alba del 23 ottobre si scatenava la battaglia di EL ALAMEIN, in cui i soldati italiani scrissero una delle più belle pagine della storia della guerra africana. Alle fanterie ita-liane erano stati aggiunti reparti tedeschi e, verso le 22, iniziò la battaglia e fu un inferno. La lotta proseguì violenta per tutta la giornata del 24 e la notte successiva. Ad un certo punto i paracadutisti della 6°, 24° e 19° compagnia si trovarono privi di munizioni. Al grido di “VIVA L’ITALIA“ e “LA FOLGORE MUORE MA NON SI ARRENDE!“ scattarono come molle dalle loro buche combattendo in un impari corpo a corpo. La lotta si svolse ad alterne vicende. Il 4 novembre 1942 la Folgore è isolata nel deserto ed accerchiata dal nemico. La sua sorte è segnata ma è ormai leggenda!”

L’onore ed il riconoscimento nei bollettini di guerra dei nemici: “La Resistenza opposta dalla Divisione Paracatutisti Folgore è invero mirabile!” e: “I resti della divisione italiana Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle umane possibilità!”. Dei 6450 ne restano, solo, 340, inclusi ufficiali, ma nessuno ha mai alzato bandiera bianca. Lo stesso Primo Ministro inglese di allora, Wiston CHURCHILL, ebbe a dire: “Dobbiamo inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore!”. Dopo questa campagna alla Folgore venne conferita la medaglia d’oro al valor milita-re. Sia di monito ai giovani che, non conoscendo la storia dei nostri eroi, si ritrovano senza valori alcuni e senza amor di Patria, con tutte le negative conseguenze!

Ormai ridotti di un terzo dei suoi effettivi, la Folgore aveva affrontato un intero corpo d’armata nemico, al quale aveva inflitto perdite enormi, per poi ritirarsi in buon ordi-ne fino alla Tunisia. “Gli ultimi superstiti della Folgore sono stati raccolti esanimi nel deserto. La Folgore è caduta con le armi in pugno!”, comunicava la BBC da Londra alla fine del 1942.

Con l’ignominioso armistizio dell’8 Settembre 1943 – come gli stessi vincitori lo definirono e rimasto ancora tale nell’immaginario collettivo anche a livello internazionale! – le unità dei paracatutisti confluirono parte nell’Esercito del Sud ed altri in quello della RSI. Anche in questi caotici frangenti, i paracadutisti a fianco degli Anglo-Americani confermarono il loro valore in epici combattimenti come quelli di Filottrano, Poggio Rusco e Case Grizzano. Del resto, la maggiorparte dei paracatutisti della “Folgore” preferì arruolarsi nella RSI, confermando il loro grande valore e subendo sanguinose perdite durante lo di sbarco americano ad Anzio, sulla linea Gotica e nel Goriziano, dove molti morirono nel tentativo di difendere l’Istria ed il Friuli dai disegni di annessione di Tito.

Premesso il rispetto per le convinzioni e le conseguenti scelte dei militari italiani, in buona fede, dopo l’8 Settembre 1943, è, però, da porsi una, significativa, domanda: che differenza passa tra chi ha scelto gli ex nemici ormai vittoriosi e coloro che, invece, si schierarono con la RSI, consapevoli della loro inevitabile sconfitta?

 

Nel dopoguerra, il 18 gennaio 1947, nacque a Roma per poi essere trasferito a Viterbo, il “Centro Militare di Paracadutismo”, al comando del Ten.Colonnello e Medaglia d’Oro, Giuseppe Izzo.  Oggi, la Brigata «Folgore» è formata da tre reggimenti di fanteria paracadutisti 183°,186° e 187°, dal 185° RAO – Reggimento Acquisizione Obiettivi e come parte delle Forze Speciali dell’Esercito, dal Reparto Comando e Supporti Tattici, da un reggimento di Forze Speciali, il 9° Reggimento d’Assalto “Col Moschin» e dall’8° Reggimento «Genio Guastatori paracadutisti». La Brigata paracadutisti «Folgore» è l’unica grande unità aviotrasportata dell’Esercito Italiano e dipendente  dal Comando delle Forze Operative terrestri. Istituita il 1º gennio dell’anno 1963 a Pisa, sulla scia e tradizione del “Centro Militare di Paracadutismo”, la Brigata ha ormai il suo quartier generale a Livorno ed è dislocata, per la gran parte, in Toscana, ovvero a Siena, Pisa, Grosseto, Pistoia; con l’8º Reggimento “Guastatori paracadutisti” a Legnago e, quindi, con “il 185º Reggimento artiglieria paracadutisti” a Bracciano. La “Folgore” è, logicamente, stata ed è presente in tutti gli impegni internazionali di pace, perdendo finora ottanta soldati, oltre ai feriti mentre numerosi e diversi sono stati i riconoscimenti e medaglie per il suo continuo valore ed eroismi in Italia ed, appunto, all’estero, a partire dall’intervento in Libano nel 1982, in assoluto, il primo per l’Italia dalla II Guerra Mondiale, riscuotendo, come sempre, ammirazione anche da molti Governi e Stati nel mondo.

 

«Fra le sabbie non più deserte son qui di presidio per l’eternità i ragazzi della Folgore

fior fiore di un popolo e di un Esercito in armi.

Caduti per un’idea, senza rimpianto, onorati nel ricordo dello stesso nemico,

essi additano agli italiani, nella buona e nell’avversa fortuna,

il cammino dell’onore e della gloria.

Viandante, arrestati e riverisci.

Dio degli Eserciti, accogli gli spiriti di questi ragazzi in quell’angolo di cielo che riserbi ai martiri ed agli Eroi.»

(Epigrafe davanti al cimitero della Folgore ad El  Alamein)

 

FORZE ARMATE & NATO. SICILIAOCCIDENTE – Gennaio 2017 – cartaceo

 

 

 

 

ATTENZIONE! IN SEGUITO AD UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio. 

DI CONSEGUENZA, al 2 maggio 2022, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

TOTALI: 122.130 PER LA STRAGRANDE MAGGIORANZA “ECCELLENTE”!

-Terribile 4694 – Insufficiente 3954

I “MI PIACE”  30.890 IL 62 PER CENTO DEL TOTALE  E, dal 30 ottobre 2017, LETTORI IN ON LINE 32651

*In questi dati non è compreso il numero di coloro che, sono l’ampia maggioranza, leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”.

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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