Come Folgore dal cielo… Come Nembo di tempesta”! I Paracatutisti italiani, una grande storia di orgoglio ed esempio di grandi combattenti
L’Italia fu la prima nazione al mondo ad impiegare l’ “arma” dei paracatutisti già nel 1918, lanciandoli dietro le linee austriache per raccogliere informazioni preziose sul fronte di Vittorio Veneto, con dei paracaduti piuttosto “pioneristici” e, quindi, non affidabilissimi ed, infatti, anche il primo paracadutista della storia è stato il Tenente degli Arditi Alessandro Tandura. Questi, si lanciò da 1600 metri nella notte dell’ 8 e 9 agosto del 1918. Da allora, a parte qualche, ancora, raro appassionato, l’idea del paraca-dutismo non venne abbastanza considerata, se non solo nel 1938 ad opera del, sempre brillante ed intraprendente nelle idee e nell’azione, Italo Balbo. Questi, costituisce, a Castel Benito, in Libia, il I ° Reggimento “Fanti dell’aria“, con ascari locali, ufficiali e sottufficiali dell’esercito e dell’aeronautica, mentre, sempre nel 1938, anche la “Regia Scuola Paracadutisti” dove, dal 1940, si addestrano i primi due battaglioni. Nel 1941 nasce la “Divisione paracadutisti 185° CACCIATORI D’AFRICA, che nel luglio 1942 diventerà la Divisione “FOLGORE“ e, quindi, mandata in Africa settentrionale come unità di fanteria leggera. La notte del 24 ottobre 1942 gli inglesi, come sempre, di molto, superiori per uomini e mezzi, iniziano l’offensiva per la conquista della Libia, in quella che passerà alla storia come la “Battaglia di El Alamein” in cui soldati italiani si coprirono di gloria! I fanti delle divisioni “Trento, Bologna, Brescia, Pavia, Trieste, Littorio” e dei paracadutisti della “Folgore” resistettero fino allo spasimo e con eroica determinazione, finchè non fu loro ordinato di cessare il combattimento. Altra degna menzione di onore meritano per il loro eroismo, in Africa settentrionale, il famoso “reparto paracadutisti libici” ed il battaglione comandato del Maggiore Edoardo Alessi e “Fedelissima” e composto da Carabinieri formatisi alla Scuola di Tarquinia.
Nel novembre 1941, dopo che gli inglesi avevano sferrato una seconda pesante offensiva nell’ampia area di Eluet El Azei e Lamuda a sud di Berta. il nemico, ancora una vola, forte di una grandissima superiorità generale e la violenza della battaglia fu così marcata che 70% dei suoi effettivi, del I° Battaglione paracadutisti CC. RR. di Tarquinia, fu perso, ad evidente prova del grande eroismo dei Carabinieri italiani e degli stessi parà libici!. La maggioranza dei 6450 paracadutisti, della “Folgore” si immolarono, nelle dune di El Alamein, dimostrando eccezionale coraggio e riuscendo ad infliggere notevoli perdite al nemico. Un giorno i soldati della “Folgore” costringono le truppe britanniche di colore da una strategica posizione, catturando tonnellate di munizioni, viveri, vestiari ed impermeabili di gomma, tanto da, fortemente, impressionare lo stesso generale Erwin Rommel, “la Volpe del deserto”, che, si rivolse al Col. BECHI con le ormai famose parole: “Con simile gente si va in capo al mondo. Occorrerà frenarli, anziché sospingerli in battaglia!“. In condizioni ambientali eccezionalmente precarie per tutto, il Col. BECHI sottolineava: “me li vedo deperire senza un lamento, né un brontolio, e mi si stringe il cuore nello scorgere le giacchette già stinte che pendono flosce sui toraci smagriti“.
“All’alba del 23 ottobre si scatenava la battaglia di EL ALAMEIN, in cui i soldati italiani scrissero una delle più belle pagine della storia della guerra africana. Alle fanterie ita-liane erano stati aggiunti reparti tedeschi e, verso le 22, iniziò la battaglia e fu un inferno. La lotta proseguì violenta per tutta la giornata del 24 e la notte successiva. Ad un certo punto i paracadutisti della 6°, 24° e 19° compagnia si trovarono privi di munizioni. Al grido di “VIVA L’ITALIA“ e “LA FOLGORE MUORE MA NON SI ARRENDE!“ scattarono come molle dalle loro buche combattendo in un impari corpo a corpo. La lotta si svolse ad alterne vicende. Il 4 novembre 1942 la Folgore è isolata nel deserto ed accerchiata dal nemico. La sua sorte è segnata ma è ormai leggenda!”
L’onore ed il riconoscimento nei bollettini di guerra dei nemici: “La Resistenza opposta dalla Divisione Paracatutisti Folgore è invero mirabile!” e: “I resti della divisione italiana Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle umane possibilità!”. Dei 6450 ne restano, solo, 340, inclusi ufficiali, ma nessuno ha mai alzato bandiera bianca. Lo stesso Primo Ministro inglese di allora, Wiston CHURCHILL, ebbe a dire: “Dobbiamo inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore!”. Dopo questa campagna alla Folgore venne conferita la medaglia d’oro al valor milita-re. Sia di monito ai giovani che, non conoscendo la storia dei nostri eroi, si ritrovano senza valori alcuni e senza amor di Patria, con tutte le negative conseguenze!
Ormai ridotti di un terzo dei suoi effettivi, la Folgore aveva affrontato un intero corpo d’armata nemico, al quale aveva inflitto perdite enormi, per poi ritirarsi in buon ordi-ne fino alla Tunisia. “Gli ultimi superstiti della Folgore sono stati raccolti esanimi nel deserto. La Folgore è caduta con le armi in pugno!”, comunicava la BBC da Londra alla fine del 1942.
Con l’ignominioso armistizio dell’8 Settembre 1943 – come gli stessi vincitori lo definirono e rimasto ancora tale nell’immaginario collettivo anche a livello internazionale! – le unità dei paracatutisti confluirono parte nell’Esercito del Sud ed altri in quello della RSI. Anche in questi caotici frangenti, i paracadutisti a fianco degli Anglo-Americani confermarono il loro valore in epici combattimenti come quelli di Filottrano, Poggio Rusco e Case Grizzano. Del resto, la maggiorparte dei paracatutisti della “Folgore” preferì arruolarsi nella RSI, confermando il loro grande valore e subendo sanguinose perdite durante lo di sbarco americano ad Anzio, sulla linea Gotica e nel Goriziano, dove molti morirono nel tentativo di difendere l’Istria ed il Friuli dai disegni di annessione di Tito.
Premesso il rispetto per le convinzioni e le conseguenti scelte dei militari italiani, in buona fede, dopo l’8 Settembre 1943, è, però, da porsi una, significativa, domanda: che differenza passa tra chi ha scelto gli ex nemici ormai vittoriosi e coloro che, invece, si schierarono con la RSI, consapevoli della loro inevitabile sconfitta?
Nel dopoguerra, il 18 gennaio 1947, nacque a Roma per poi essere trasferito a Viterbo, il “Centro Militare di Paracadutismo”, al comando del Ten.Colonnello e Medaglia d’Oro, Giuseppe Izzo. Oggi, la Brigata «Folgore» è formata da tre reggimenti di fanteria paracadutisti 183°,186° e 187°, dal 185° RAO – Reggimento Acquisizione Obiettivi e come parte delle Forze Speciali dell’Esercito, dal Reparto Comando e Supporti Tattici, da un reggimento di Forze Speciali, il 9° Reggimento d’Assalto “Col Moschin» e dall’8° Reggimento «Genio Guastatori paracadutisti». La Brigata paracadutisti «Folgore» è l’unica grande unità aviotrasportata dell’Esercito Italiano e dipendente dal Comando delle Forze Operative terrestri. Istituita il 1º gennio dell’anno 1963 a Pisa, sulla scia e tradizione del “Centro Militare di Paracadutismo”, la Brigata ha ormai il suo quartier generale a Livorno ed è dislocata, per la gran parte, in Toscana, ovvero a Siena, Pisa, Grosseto, Pistoia; con l’8º Reggimento “Guastatori paracadutisti” a Legnago e, quindi, con “il 185º Reggimento artiglieria paracadutisti” a Bracciano. La “Folgore” è, logicamente, stata ed è presente in tutti gli impegni internazionali di pace, perdendo finora ottanta soldati, oltre ai feriti mentre numerosi e diversi sono stati i riconoscimenti e medaglie per il suo continuo valore ed eroismi in Italia ed, appunto, all’estero, a partire dall’intervento in Libano nel 1982, in assoluto, il primo per l’Italia dalla II Guerra Mondiale, riscuotendo, come sempre, ammirazione anche da molti Governi e Stati nel mondo.
«Fra le sabbie non più deserte son qui di presidio per l’eternità i ragazzi della Folgore
fior fiore di un popolo e di un Esercito in armi.
Caduti per un’idea, senza rimpianto, onorati nel ricordo dello stesso nemico,
essi additano agli italiani, nella buona e nell’avversa fortuna,
il cammino dell’onore e della gloria.
Viandante, arrestati e riverisci.
Dio degli Eserciti, accogli gli spiriti di questi ragazzi in quell’angolo di cielo che riserbi ai martiri ed agli Eroi.»
(Epigrafe davanti al cimitero della Folgore ad El Alamein)
FORZE ARMATE & NATO. SICILIAOCCIDENTE – Gennaio 2017 – cartaceo
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