25 Aprile 2024
L'ECO della GRECIA!NOTE & NOTIZIESTORIA & DOCUMENTI

IL «MITO» DEL POLITECNICO DI ATENE: di Zorba il Greco

Questo “documento”, significativo e “rivoluzionario”, pubblicato il 22 Novembre 2012, è stato ripreso più volte da più parti, creando quantomeno delle perplessità, delle curiosità, contribuendo ad accentuare il dibattito sui fatti e sulla “Rivoluzione nazionale del 21 Aprile 1967” ellenica, come i Colonnelli chiamarono il loro colpo di Stato. Specie da alcuni anni, pubblicazioni di libri, opuscoli, dibattiti ed interrogativi sulle “verità” sui fatti del Politecnico di Atene, ma anche su tante informazioni e versioni ufficiali da decenni dati per scontati, ma che sono oramai sempre più messi in discussione.

SICILIA OCCIDENTE, del resto, si è spesso interessata, anche essa in modo controcorrente e, quindi, “fuori dal solito coro”, sulla vicenda greca ed, in questo senso, pubblichiamo, per intero, un interessante articolo su questo controverso argomento, che merita, almeno, delle riflessioni di quel giornalismo che si ritiene serio, professionale e, soprattutto, libero.

 

Il mito dominante del periodo denominato Dopogiunta era ed è tuttora il presunto massacro del Politecnico di Atene. Il mito di alcuni “altruisti” e molto ideologicamente schierati che si sono ribellati contro la giunta ‘’fascista’’. Il loro slogan ‘’pane, istruzione, libertà“ ha infestato l’adolescenza dei nostri giovani. Nelle scuole di tutto il paese si celebrava e si celebra tuttora la memria, distorta, di quell’evento. In sostanza, era ed è propaganda.

Propaganda comunista mascherata di antifascismo con cui gli insegnanti reduci (presunti o veri) dei tre giorni di disordini del 17 novembre del ’74 nel Politecnico hanno imbottito i nostri ragazzi fin da piccoli.

Durante l’epoca del Papandreismo e del cambiamento, il Politecnico era un totem sacro. Chi-unque osasse mettere in dubbio i valori del “Politecnico” rischiava davvero di perdere persino il posto di lavoro. Per contratto Papandreou si era impegnato a soddisfare tutte le richieste della sinistra. Se quella del “Politecnico”, fosse stata la lotta disinteressata di alcuni ideologi allora certamente il nostro paese non avrebbe avuto la deriva di oggi. Sono passati quasi quarant’anni e la generazione del Politecnico sta ancora devastando il paese.

Questa generazione di “combattenti” altruisti hanno, in sostanza, con la loro sottocultura comunista, occupato lo Stato per poi saccheggiarlo, lasciando un paese in bancarotta, sia morale sia economica. La generazione del “Politecnico” è quanto di peggio potesse produrre il nostro paese da secoli a questa parte. E’ la generazione dei barbuti rapaci che in pochi anni ha barattato il simbolo dell’anarchia con il simbolo della pace prima e con quello della Mercedes poi. Quante stupidaggini che sono state dette in tutti questi anni sulla famigerata “rivolta”?!

Abbiamo sentito e letto di migliaia di cadaveri che la giunta militare avrebbe segretamente sepolto in fosse comuni, abbiamo sentito parlare di “studenti” (anche se di fatto gli occupanti in maggioranza erano estranei all’Ateneo: erano operai) schiacciati dai carri armati, di Ilenia fidanzata di uno dei rivoltosi (falso!) morta e mai trovata (peccato che la ex fanciulla sia un’attricetta straniera ancora viva e vegeta). Ma niente di tutto questo era vero. Erano storie della sinistra che ha governato per tutti quei decenni il nostro paese.

Chiunque osasse opporsi con argomentazioni storicamente fondate a questi racconti era condannato dall’Inquisizione “democratica nonché antifascista” prevalente nelle scuole, università e luoghi di lavoro.

Proprio oggi ho scritto e inviato un articolo di replica alle farneticazioni di un giornalista di Kathimerini, giornale nazionale, dove mettevo in dubbio la sua buona fede quando parlava di morti e valori della Resistenza. Manco a dirlo é stato censurato! Ma viva la democrazia, la loro!!

Sentite queste storie di morti, sepolti in fosse comuni, l’allora sindaco di Zografou (quartiere di Atene) fece scavare nel Primo Cimitero alla ricerca delle famigerate tombe della giunta militare. Ovviamente nessuna tomba è stata trovata. Come peraltro nessun cadavere della fantomatica Ilenia sulla quale qualcuno ha ricamato una falsa storia pur di guadagnare attimi di notorietà. Né mai sono stati trovati né tantomeno reclamati da eventuali familiari, cadaveri degli studenti schiacciati dal carro armato che ha sfondato il cancello del Politecnico semplicemente perché il carro armato non ha schiacciato nessuno.

Dunque nessuno studente o altro ci rimise la pelle per quei carri armati nel Politecnico e i morti che pur ci sono stati in quei giorni di disordini, furono uccisi fuori dall’università da pallottole vaganti.

Quanto sopra è dimostrato anche con la relazione del Senato Accademico del politecnico n° 33347 siglata 11/10/ 1975 inviata al procuratore Tseva dove si ha conferma che nessuno studente è stato ucciso nella zona del Politecnico. Lo stesso è confermato dal rettore del Politecnico Costantino Konofagos nella [sua] testimonianza che rilasciò il 20 gennaio del 1975 presso la Corte d’Appello di Atene. Stiamo parlando di documenti ufficiali!

Nella Grecia di Papandreou anni ‘80 i barbuti rivoluzionari del politecnico (perché senza la barba incolta non si è nè rivoluzionari nè intellettuali) erano inseriti saldamente nell’Apparato. Hanno voluto perciò onorare la loro “lotta” con una scultura posta nel politecnico: una testa senza corpo. L’elenco dei morti menzionati? In mancanza d’altro: i nomi degli eroici studenti morti nella Resistenza nel ‘41-’42. Questi nomi sono li’ a testimoniare quanto il Greco tiene alla propria liberta e quanto falsi sono i manipolatori della storia!!!

Sono passati ormai quasi quaranta anni… perché nessun genitore non si è presentato a chiedere la salma del proprio figlio morto nel politecnico? Perché nonostante sollecitazioni economiche (risarcimento) nessuno si è presentato a denunciare la morte di un famigliare o amico durante quei giorni? Perché la stampa greca non solo non dice la verità al popolo greco ostinandosi di anno in anno a rinfocolare il mito?

Ma cosa è stata in ultima analisi la giunta militare?

Papadopoulos era un fascista? La giunta non era fascista e certamente non lo era Papadopoulos. Era un regime di puro nazionalismo borghese e anticomunismo sterile. La sua ideologia è fondata nel trittico di valori: Patria-Dio-Famiglia. Il fascismo fu un movimento con origini socialiste, di teoria e pratica rivoluzionaria.

Laddove i movimenti fascisti presero il potere hanno esercitato una politica rivoluzionaria socialista sulla questione della proprietà di terreni ed industrie. La giunta militare greca non ha requisito né fabbriche né terreni agricoli. Anzi, co-me primo provvedimento, ha azzerato i debiti degli agricoltori per dare respiro all’economia. Ricordiamoci che la Grecia per l’80% è agricola. Ha concesso prestiti agli industriali, costruito strade ed autostrade di cui la Grecia era sprovvista, edificato case (e regalate!) e fabbriche a ridosso dei confini per limitare l’emigrazione. Perfino ha dato case agli Zingari in modo da integrarli e dare un istruzione ai loro figli. Infatti da allora hanno nazionalità greca (rubano lo stesso, ma questa é un’altra storia), frequentano le scuole e fanno il servizio militare.

La giunta ha offerto un servizio alla povera gente. Questo servizio ha fatto sì che il regime dei colonnelli fosse in sintonia con la gente comune, non cosi con i politicanti che hanno portato la Grecia sul  baratro, allora come oggi. Il popolo ha goduto di una prosperità che ora appare remota.

Il simbolo della “RIVOLUZIONE NAZIONALE GRECA”, del regime dei Colonnelli: La Fenice ed un soldato che la difende

L’ordine e la sicurezza allora erano tangibili, oggi, invece, non puoi uscire di casa! C’era lavoro per tutti, mentre oggi la disoccupazione è al 25%: non c’erano scioperi e disordini sociali e le casse dello Stato erano piene. E’ emblematico che alla caduta del regime militare i “democratici nonché antifascisti” abbiano trovato un debito esiguo. Non c’è paragone con il regime dei politici della cleptocratia (democrazia di ladri) di oggi. Non c’è paragone con la loro “democrazia’’ che ha svenduto la Nostra Patria al peggior offerente e ridotto la Grecia in un protettorato della Troika e della Merkel!

Molto è stato detto riguardo le persecuzioni e gli esili nelle isolette. Procedimenti giudiziari ci sono stati. La giunta non ha perseguito solo quelli di sinistra ma anche dei nazionalisti.

Molti non sanno che gli studenti nazionalisti in Italia avevano fondato [i]l’ E.S.E.S.I. (Lega nazionalista greca studenti Italia) contraria alla giunta!

Ma la sinistra non ha permesso a nessun altro di rivendicare il titolo di oppositore alla giunta, facendo loro bandiera la resistenza, reale o immaginaria che fosse, contro il regime.

Riguardo le torture patite da vari personaggi della sinistra mi limito a citarne solo due: Alekos Panagoulis e Mikis Theodorakis. Il primo noto in quanto fu il compagno di Oriana Fallaci. Ricordate il libro «Un uomo»? E’ stato carcerato perchè ha tentato di far saltare la macchina di Papadopoulos mettendo una bomba sulla strada dove quest’ultimo sarebbe passato! Non credo che gli dovessero dare la medaglia per questo suo unico atto “eroico”.

Nonostante la gravità del reato i suoi carcerieri avevano l’ordine di non reagire alle sue provocazioni ed insulti e soprattutto di giocare a tennis ogni volta che lui lo desiderava. Ma ormai lui non può nè confermare nè smentire quanto so-pra. E’ morto ucciso dai suoi compagni.

Vivo invece è Mikis il grande compositore greco che deve la sua notorietà oltre che alla sua bravura al fatto di essere stato perseguitato dai colonnelli. In carcere dormiva con lenzuola sempre fresche di bucato e addirittura aveva il privilegio di un piano-forte in cella. Essendo vivo mi può smentire in qualsiasi momento se quanto detto è falso.

Non ha paragoni la superiorità morale dei militari della giunta, che senza chiedere mai la grazia, hanno sopportato stoicamente la prigione in cui la democrazia li ha condannati.

Davvero, come si sentirebbe oggi Giorgio Papadopoulos vedendo la crisi morale ed economica del Paese e confrontando la situazione attuale con quella del periodo del suo governo? Quanta soddisfazione morale ma quanta amarezza sentirebbe questo uomo se fosse vissuto per vedere la Sua Grecia oggi, per come i “democratici nonché antifascisti” l’ hanno ridotta e fatto sentire i Greci come degli stranieri in casa propria!

Il Politecnico è stato il trampolino di lancio per la conquista del potere da parte della sinistra. La sinistra è stata al governo o all’opposizione per quaranta anni. In questo arco di tempo ha prodotto cultura ed ideologie che hanno distrutto la morale dei Greci ed distrutto i valori del nostro popolo.

Per quanto riguarda la democrazia, impegnata a soddisfare il motto “pane-istruzione-libertà”, Il pane scarseggia, sono aumentate le mense per i poveri, l’educazione è saldamente in mano agli anarchico-comunisti che hanno portato le nostre istituzioni accademiche, una volta rispettabili in tutto il mondo, ad essere il fanalino di coda. La libertà, il bene supremo per il fiero popolo greco, l’hanno ipotecata in cambio di una ciotola di lenticchie.

Per il resto, viva la loro democrazia! Il mio concetto di democrazia è un altro e ne sono fiero!

Zorba il Greco

NOTA. Questo eccezionale documento di realistico «revisionismo storico», è gia stato pubblicato nel novembre del 2017 e verrà ripubblicato anche per i prossimi anni, alla ricorrenza del «fatto»!

Ovviamente, saranno pubblicati anche altri simili articoli che riteniamo interessanti al tema da Noi riproposto.

Quadrante Internazionale da SICILIA OCCIDENTE novembre 2019* – cartaceo

 

ATTENZIONE! A SEGUITO DI UN ATTACCO AL NOSTRO SITO, l’8 novembre 2017, E’ STATO ALTERATO IL NUMERO DEI “NON MI PIACE” E DEI VOTI della sezione “terribile”, il peggiore giudizio. 

DI CONSEGUENZA, al 19 ottobre 2019, I VOTI, EFFETTIVAMENTE VALIDI, DA CONSIDERARE, SONO I SEGUENTI:

TOTALI  109.402 di cui: “terribile”: 3434 –  “insufficiente”: 3380 –  La stragrande maggioranza: ECCELLENTE”! –  “MI PIACE”:  25647 – “non mi piace”: 6795 – dal 30 Ottobre 2017 in diretta on line: 16765

NB. in questi dati non è compreso il numero di coloro che leggono uno o più articoli, senza, però, esprimere alcun voto o “mi piace”.

SE I NOSTRI ARTICOLI E/O SERVIZI SONO DI VOSTRO GRADIMENTO, VOTATE “ECCELLENTE” E/O “MI PIACE”! GRAZIE!!!

 

 

 

 

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Sicilia Occidente

Mario Alizzi, giornalista, è nato a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia il 1° Luglio del 1949 iniziando, a diciannove anni, come corrispondente del quotidiano biregionale la “Gazzetta del Sud” di Messina. Quindi, si trovò ad Atene per diversi periodi tra il 1970 ed il 1974 dove lavorò presso una testata giornalistica, in quei tempi di livello nazionale e molto considerata soprattutto negli ambienti della Destra greca. Ad Atene, oltre all’attività giornalistica, insegnava lingua italiana presso un noto istituto linguistico per studenti greci diretti alle università italiane. Certamente decisiva è stata l’esperienza ellenica per la sua formazione professionale, politico-culturale ed umana, tanto da rimanere molto legato alla Grecia come ad una seconda patria e dove, ancora oggi, si reca per motivi di lavoro, studio e turismo ed appunto, per i legami con diversi amici ed ambienti ellenici. Dopo gli studi liceali, si laureò in Scienze Politiche, scegliendo l’indirizzo Storico-Politico, presso l’Università di Messina e, nel 1979, appena sposatosi, si trasferì a Roma, per lavorare nella redazione di una prestigiosa testata di livello internazionale “CONFIDENTIEL” che si occupava di studi strategici e politici, economici e di conflitti militari, la cui sede editoriale era a Parigi. A causa di una improvvisa crisi finanziaria della sezione italiana, gli fu proposto di trasferirsi in una delle redazioni estere ma preferì ritornare nella sua terra di Sicilia dove fondò, e dirige tuttora, il mensile “SICILIA OCCIDENTE”, il cui primo numero, come “agenzia di stampa”, vide la luce il 6 settembre del 1982. Dal gennaio del 1986, la piccola “agenzia stampa” si trasformava in tabloid e nella grafica, divenendo uno dei primi esempi di editoria da tavolo – verosimilmente, S.O. fu la prima Testata giornalistica ad usare in Italia l’allora “rivoluzionario” computer Macintosh – e una delle più apprezzate testate giornalistiche della stampa periodica italiana. Particolarmente seguita, tra le altre, la pagina estera che, in modo controcorrente, già nel settembre del 1988, descrisse come e perchè della fine della Jugoslavia e, quindi, dell’Urss nel maggio del 1990. Oltre ad essere editore e direttore del mensile “Sicilia Occidente”, Mario Alizzi ha anche creato e diretto per alcuni anni una radio privata, “Antenna Sicilia Occidente” – FOTO. Luglio 1991, il Direttore con il poeta Carmelo Famà negli studi dell’emittente -. Nel 1994, in casa sua, con un gruppo di amici professionisti, fondò il “Comitato CIVITAS di unità ed orientamento dell’Opinione pubblica”, proprio sulla scia delle famose “Opinion Lobby” di anglosassone tradizione, specie per la Sicilia, il primo del genere; questo agile Comitato ha avuto una parte importante nella vita della sua Barcellona e della Provincia di Messina attraverso idee, progetti, sollecitazioni ma anche censure e denunce di vario genere tendenti a far sentire la voce dei Cittadini ed il reale coinvolgimento di questi nel “governo” della Città. Per certe materie ed occasioni, il CIVITAS è, anche, riuscito ad avere notorietà nazionale e perfino internazionale e poi, proprio per la sua graduale espansione ed esperienza si è preposto nuovi traguardi, anche e soprattutto, mediante una azione euro-mediterranea. Per questo, l’ormai “ristretto” e quindi superato Comitato si trasformato, dal 19 Marzo 2004, in “Movimento Culturale e Sociale CIVITAS EUROPA” acquistando maggior evidenza e prestigio. Mario Alizzi, è pure conosciuto per essere stato per anni un attivo redattore e seguito opinionista presso importanti emittenti televisive siciliane mentre la sua firma è apparsa, in diversi frangenti, anche su altre Testate quotidiane e periodiche, specie per la sua competenza in materia di politica estera. Mario Alizzi, in effetti, sin da giovane, è sempre stato un appassionato di Politica Estera, tanto che, nel panorama della stampa locale e regionale, ha contribuito nel far allargare ed approfondire lo spazio verso le vicende estere, prima sempre trascuratissime. Via via negli anni, difatti, anche diversi quotidiani regionali, hanno dato molta più attenzione e spazio alla realtà ed alla politica estera in generale. Si spiega così, come da decenni, per la sua frequentazione di ambienti diplomatici, Mario Alizzi sia stato “consulente” di alcune ambasciate presso lo Stato Italiano e, quindi, sia divenuto un esperto di politica internazionale, in particolare, a suo tempo di “Affari sudafricani” essendo stato, appunto, collaboratore dell’ ambasciata del Sud Africa a Roma ed, ovviamente, di “Affari ellenici” e, quindi, di quelli dell’area balcanica e mediorientale. Molto apprezzato, inoltre, il rilievo dato da Mario Alizzi, negli anni, all’informazione sulle Forze Armate e la NATO. SICILIA OCCIDENTE, infatti è, l’unica Testata italiana, non specialistica, che dedichi un apposito ed interessante spazio al settore militare, tanto da conseguire spesso vari riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di Ministeri della Difesa ed ambienti militari italiani ed esteri.

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